1Per questo bisogna che ci dedichiamo con maggiore impegno alle cose che abbiamo ascoltato, per non andare fuori rotta. 2Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto giusta punizione, 3come potremo noi scampare se avremo trascurato una salvezza così grande? Essa cominciò a essere annunciata dal Signore, e fu confermata a noi da coloro che l’avevano ascoltata, 4mentre Dio ne dava testimonianza con segni e prodigi e miracoli d’ogni genere e doni dello Spirito Santo, distribuiti secondo la sua volontà.

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Il nostro testo esalta l’evento della Parola, e quindi la grande responsabilità che abbiamo per essere stati coinvolti in “una salvezza così grande”(ver.3). Come nel precedente capitolo venivano a confronto gli angeli e il Figlio, ora si confrontano la Parola della Prima Alleanza e la Parola donata a noi. La Parola della Prima Alleanza è stata trasmessa ai padri ebrei “per mezzo degli angeli”, e per questo “ogni trasgressione e disobbedienza – ad essa – ha ricevuto giusta punizione”(ver.2). La Parola che noi abbiamo ascoltata è stata da principio “annunciata dal Signore” (alla lettera dice “per mezzo del Signore”, per sottolineare il rapporto e la differenza con la Parola “trasmessa per mezzo degli angeli) ed è stata “confermata a noi da coloro che l’avevano ascoltata”. Inoltre a noi “Dio stesso ne dava testimonianza con segni e prodigi d’ogni genere e doni dello Spirito Santo, distribuiti secondo la sua volontà”. Da tutto questo viene a noi l’obbligo pressante a che “ci dedichiamo con maggiore impegno alle cose che abbiamo ascoltato, per non andare fuori rotta”(ver.1). Perché “come potremo noi scampare se avremo trascurato una salvezza così grande?”.
Mi sembra che possiamo cogliere la differenza tra la Parola antica per la quale “ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto giusta punizione”(ver.2), e la Parola di Gesù, “confermata a noi da coloro che l’avevano ascoltata”,, che viene qualificata “una salvezza così grande”. La Parola trasmessa per mezzo degli angeli era una complessa legislazione di precetti nella quale veniva punita “ogni trasgressione e disobbedienza”, mentre la Parola annunciata dal Signore è appunto chiamata “salvezza così grande”: non si tratta infatti di una legislazione, di un insieme complesso di norme e precetti, ma di un avvenimento di salvezza! E’ quella “salvezza così grande” che si è compiuta e che è stata donata all’umanità nel sacrificio d’amore di Gesù. Nella sua Pasqua di morte e di gloria. Guai a noi se trascuriamo un tale dono! Da qui la necessità a che “ci dedichiamo con maggiore impegno alle cose che abbiamo ascoltato”, come dice il ver.1 cercando di rendere un’espressione che nella versione latina suona “abundantius oportet observare nos ea quae audivimus”, e che alla lettera potrebbe essere “prestare attenzione alle cose udite”, ma anche “dedicarsi alle cose udite”, “prendersi cura” di esse. Riflettiamo sulla differenza radicale tra i precetti cui obbedire e l’evento della salvezza da accogliere, e nel quale vivere e camminare.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Oggi Dio ci mette in guardia, noi che abbiamo ascoltato, che abbiamo ricevuto l’annuncio della salvezza, che c’è un pericolo serio: quello di non fare attenzione alla salvezza che ci è stata donata.
“Come potremo noi scampare se avremo trascurato una salvezza così grande? (v.3). Ricordiamo la parabola di Gesù in Matteo, di quel re che fece un banchetto per suo figlio e invitò tante persone al banchetto, e tutti si scusarono e non accolsero il suo invito, perciò restarono fuori da questo banchetto che è segno di salvezza.
Per noi il pericolo è lo stesso: dopo avere ascoltato le parole sante, anche ricevute per mezzo di chi le ha ascoltate prima di noi (v. 3b)rischiamo di disprezzare la salvezza.
Gli angeli hanno detto le parole antiche (v.2); del Figlio invece si dice che ha parlato “la salvezza” (v.3): le parole parlate dal Figlio sono salvezza!
Le “parole trasmesse per mezzo degli angeli” (v.2) ha portato “giusta punizione per ogni trasgressione e disobbedienza”; la parola del Figlio è salvezza, cioè purificazione dei peccati (1:3), e amicizia con Dio; questa salvezza “è così grande!”: è liberazione dalla morte, in quanto comunione con l Figlio di Dio risorto.
Ci sono cose della terra che sono deboli; e ci sono cose del cielo che sono sante. Noi uomini, che siamo deboli, abbiamo ricevuto cose sante del cielo: la salvezza. Il pericolo è che noi trascuriamo queste cose sante, ricevute dal cielo, e ad esse preferiamo le deboli cose della terra. Dobbiamo custodire il dono del Figlio, per vivere la salvezza nella nostra debole vita.
‘Bisogna che ci dedichiamo con maggiore impegno alle cose che abbiamo ascoltato, per non andare fuori rotta.’ Ho trovato questo versetto molto sferzante. Nel capitolo primo Dio parla,l’uomo ascolta..e poi c’è questa dedicazione del cuore,della propria vita,a quello che abbiamo ascoltato. L’ascolto è l’inizio, poi è come se venisse la dedicazione della propria vita,la rotta viene centrata. Una dedicazione impegnata e innamorata, per non finire fuori rotta, lontano dal Vangelo e dalla salvezza grande che ci è stata donata.
Personalmente sono quasi sempre fuori rotta..
Ho fatto una piccola ricerca sul verbo trascurare, del v. 3 “come potremo noi scampare se AVREMO TRASCURATO una salvezza così grande? “. Si può tradurre anche “non avere cura, preoccupazione”.
Ho trovato questi passi paralleli interessanti perchè danno qualche suggerimento su come avere cura, preoccuparsi, occuparsi con impegno della salvezza, del dono ricevuto, della Parola ascoltata, l’invito ricevuto
=Rispondere all’invito alle nozze, partecipare al banchetto preparato:
Mt 22,4-5 Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro NON SE NE CURARONO e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari”
=Cercare con cura il tesoro perduto:
Lc 15,8-9 “quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca CON CURA finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta”.
=Custodire, curare il dono spirituale ricevuto, con grande impegno davanti a Dio e ai fratelli:
1Tm 4,12-16 “Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza. Fino al mio arrivo, dèdicati alla lettura, all’esortazione e all’insegnamento. NON TRASCURARE il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, per indicazioni di profeti, con l’imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri. Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso. Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.