25Perciò guardatevi bene dal rifiutare Colui che parla, perché, se quelli non trovarono scampo per aver rifiutato colui che proferiva oracoli sulla terra, a maggior ragione non troveremo scampo noi, se volteremo le spalle a Colui che parla dai cieli. 26La sua voce un giorno scosse la terra; adesso invece ha fatto questa promessa: Ancora una volta io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo. 27Quando dice ancora una volta, vuole indicare che le cose scosse, in quanto create, sono destinate a passare, mentre rimarranno intatte quelle che non subiscono scosse. 28Perciò noi, che possediamo un regno incrollabile, conserviamo questa grazia, mediante la quale rendiamo culto in maniera gradita a Dio con riverenza e timore; 29perché il nostro Dio è un fuoco divorante.

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“Colui che parla”(ver.25) è Gesù, che nel versetto precedente veniva annunciato come “mediatore dell’alleanza nuova”, quella fondata sul suo sacrificio d’amore, descritto come “sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele”. Per questo motivo, mi sembra che non si debba rendere il ver.25 come annunciante un “castigo”, perché il “giudizio” divino è già del tutto compreso nell’eventualità negativa del rifiuto di Gesù, della sua Parola e della sua Pasqua. Il castigo sta già nell’eventualità di rifiutare il supremo dono di Dio, che è Gesù!
La potenza della sua Parola stabilisce e sancisce la fine di realtà che, pur essendo segni e profezie del mistero di Dio, sono “create”, e quindi “destinate a passare”(ver.27). Penso al Tempio e al suo culto. “Mentre rimarranno intatte quelle che non subiscono scosse”. Penso al tempio nuovo, in Gesù, che è la comunità credente. Come abbiamo visto e vediamo nel terremoto di questi giorni, il “sisma”, termine presente nel nostro testo con il verbo “scuotere” con l’aggettivo “scosso” e con il termine “scossa”, non solo non può distruggere “il regno incrollabile”(ver.28), ma anzi lo rivela più profondamente! E’ l’ora del culto nuovo, in Gesù! E siamo invitati a celebrarlo “con riverenza e timore”, “perché il nostro Dio – che è il Signore Gesù – è un fuoco divorante”, che ci purifica e ci illumina di Sé. Ogni nostro rapporto di fede con la sua Parola vede scosse le realtà destinate a passare, e svelate e illuminate quelle che celebrano il mistero e la Persona di Gesù.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Se nel versetto precedente parlava il sangue di Gesù, ora è lui stesso “Colui che parla”, “Colui che parla dai cieli”, nel pieno della condizione divina. Egli è proprio la Parola di Dio che “ha scosso” la terra, ha ribaltato e rinnovato tutto. Ora siamo come la casa costruita sulla roccia, resa quindi incrollabile. E il Regno tutto è incrollabile: qualcosa di definitivo, che si va sviluppando e crescendo, nonostante le apparenze contrarie, e nel quale tutti sono e saranno accolti. “Conserviamo questa grazia”, questo dono gratuito e prezioso. – Alla fine del brano Dio è “un fuoco divorante”: il fuoco – dice la TOB – è un simbolo della santità vivente e purificatrice. Mi piace anche pensare che, poiché Egli è amore, il fuoco divorante sia anche quello dell’amore. Con quali effetti? Forse tutti ne abbiamo fatto una pur piccola esperienza…
The Golden Path
Ha detto: mi sono preso le tue immagini sono molto carine..
about us : Ha detto: interessanti