1 Mosè convocò tutto Israele e disse loro: «Voi avete visto quanto il Signore ha fatto sotto i vostri occhi, nella terra d’Egitto, al faraone, a tutti i suoi ministri e a tutta la sua terra, 2 le prove grandiose che i tuoi occhi hanno visto, i segni e i grandi prodigi. 3 Ma fino a oggi il Signore non vi ha dato una mente per comprendere né occhi per vedere né orecchi per udire. 4 Io vi ho condotti per quarant’anni nel deserto; i vostri mantelli non si sono logorati addosso a voi e i vostri sandali non si sono logorati ai vostri piedi. 5 Non avete mangiato pane, non avete bevuto vino né bevanda inebriante, perché sappiate che io sono il Signore, vostro Dio. 6 Quando siete arrivati in questo luogo e Sicon, re di Chesbon, e Og, re di Basan, sono usciti contro di noi per combattere, noi li abbiamo sconfitti, 7 abbiamo preso la loro terra e l’abbiamo data in possesso ai Rubeniti, ai Gaditi e a metà della tribù di Manasse. 8 Osservate dunque le parole di questa alleanza e mettetele in pratica, perché abbiate successo in tutto ciò che farete. 9 Oggi voi state tutti davanti al Signore, vostro Dio, i vostri capi, le vostre tribù, i vostri anziani, i vostri scribi, tutti gli Israeliti, 10 i vostri bambini, le vostre mogli, il forestiero che sta in mezzo al tuo accampamento, da chi ti spacca la legna a chi ti attinge l’acqua, 11 per entrare nell’alleanza del Signore, tuo Dio, e nel giuramento imprecatorio che il Signore, tuo Dio, stabilisce oggi con te, 12 per costituirti oggi suo popolo e per essere egli il tuo Dio, come ti ha detto e come ha giurato ai tuoi padri, ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe.
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La tradizione ebraica dice che queste parole di alleanza seguono immediatamente le “maledizioni” del capitolo precedente perchè il popolo era spaventato da quello che aveva udito. Ora verrà rassicurato circa il carattere imperituro dell’alleanza che il Signore ha sancito con lui. Dio ha compiuto meraviglie per il suo popolo, e il popolo le ha viste, ma in realtà non le ha viste perchè, come dice il ver.3, “fino ad oggi il Signore non vi ha dato una mente per comprendere nè occhi per vedere, nè orecchi per udire”. Credo che tutti quelli che leggeranno questo foglietto sappiano benissimo che cosa significhi vedere ma non vedere, e aver bisogno che il Signore ci dia occhi per vedere…! La nostra frequentazione della Parola, per quanto piena di limiti, ci porta sempre davanti al mistero di questo “Vivente” che è la parola stessa, e alla consapevolezza di come abbiamo sempre bisogno di un “dono” di luce per vedere! E questo è sempre , non una volta per tutte. Incessantemente dobbiamo supplicare il dono di poter vedere, e mente per comprendere e orecchi per udire! E’ incessante la scoperta-riscoperta della storia della salvezza che il Signore ci dona! Al ver.4 è improvvisamente il Signore stesso a prendere la parola: “Io vi ho condotti…”. E in poche parole viene ripresa tutta la storia che Dio ha creato per noi, la sua meraviglia, e la sua potenza di rivelazione perenne del mistero di Dio e della sua comunione con noi. Il “perchè sappiate..” del ver.5 è incessantemente davanti a noi. Anche oggi! Ed è incerto, ai vers.6-7, chi sia il soggetto, quel “noi”, e mi piace tenerlo incerto: forse anche Dio è in quel “noi”? Forse sì, forse no. Certo è totale la sua presenza nella nostra storia. La “nostra storia”? Sì la nostra storia, perchè noi eravamo nei nostri padri nella terra di Moab, e loro e noi eravamo nei padri usciti dall’Egitto, in una storia che è nostra non meno che loro, e anzi in certo senso soprattutto nostra, di noi che siamo alla fine dei tempi. E che siamo questa mattina in comunione con Il Signore e con tutti loro. E tra noi. Custodire le parole per farle, come ancora dice il ver.8, è quello che ci è chiesto assolutamente. Solo questa obbedienza ci porterà ad “avere successo” in tutto quello che faremo. E la versione greca porta decisamente questo “avere successo” in un orizzonte di sapienza-esperienza: “affinchè comprendiate tutto quanto farete”. Un fare necessario per capire. Un’obbedienza che è fonte di luce, di sapienza. Non si tratta di una sapienza elitaria, di un privilegio intellettuale e spirituale per pochi! I vers.9-10 ci mostrano l’intero popolo! Una comune esperienza spirituale, senza gerarchie e senza caste. Senza esenzioni e senza privilegi. Grandi e piccoli, uomini e donne, capi e forestieri, fino ai più umili. Tutti entrano nell’alleanza del Signore. E dice anche “nel giuramento imprecatorio”, cioè nella severità di un patto che esige obbedienza e prevede rimproveri e sanzioni. Qui, al ver.11, la versione greca usa per dire del “giuramento imprecatorio” il termine “maledizioni”: e parla di un nostro “camminare nell’alleanza del Signore Dio tuo e nelle sue maledizioni…”, per dire che quelle “maledizioni” che spaventano sono interne ad un patto che non si spezza!. Maledizioni che saranno tutte raccolte nel sacrificio d’amore di Colui che si farà “maledizione” per noi sul legno della Croce. Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
C’è quasi identificazione tra Mosè e il Signore: è il “mediatore” dell’alleanza in modo forte. Può dire: “Voi avete visto quanto il Signore ha fatto…” (v.1) e “Io vi ho condotti per quarant’anni nel deserto” (v.4). C’è il mistero della incredulità dal popolo, di cui è personalmente responsabile, e nello stesso tempo perchè “il Signore non ha dato una mente per comprendere, nè occhi per vedere nè orecchi per ascoltare” (v.3). In quaresima preghiamo: “Convertici o Signore e noi ci convertiremo”, a dire come la iniziativa efficacie sia attesa sempre come opera del Signore. E’ una supplica ancora valida perchè il Signore ci faccia dono di occhi e orecchi per vedere e udire. Al v. 12, “… per costituirti oggi suo popolo e per essere Egli il tuo Dio, come (= secondo il modo in cui) ti ha detto e come (= idem) ha giurato ai tuoi padri…” suggerisce la necessità che l’obbedienza stessa del popolo sia “secondo il modo” che il Signore vuole, e non come si vuole camminare, obbedire, fare da sè. Nelle Sue vie e nei Suoi pensieri, non nei nostri. Il v. 8 (secondo il gr.) “Osservate dunque le parole di questa alleanza e mettetela in pratica, perchè ‘possiate comprendere’ quanto farete”, suggerisce che la custodia amorosa delle parole di Dio per farle è la via buona per entrare sempre più nella comprensione della volontà di Dio. Il v.3 affermando che “fino ad oggi il Signore non vi ha dato una mente per comprendere, nè occhi per vedere, nè orecchi per udire”sembra volere far crescere nel popolo il desiderio del Messia. Lui infatti sarà per loro “come gli occhi” nel viaggio della vita, (come Mosè chiedeva a suo suocero di accompagnarli nel viaggio dell’esodo, essendo per loro “come gli occhi”, cioè una guida esperta e fedele, cfr Num 10:31). E non solo “gli occhi”, ma il Messia sarà per il popolo anche “il respiro” (Lam 4:20), e noi – dice Paolo – abbiamo il “pensiero” di Cristo. Ciò che aspetta il popolo, (e noi) come dono di Dio non è un qualcosa che poi abbiamo come in proprio, ma è veramente il dono del Messia, di Gesù, nel quale possiamo “comprendere, vedere e ascoltare” Dio e il mistero del suo amore per noi.E per questo stesso motivo – domenica (anno A) leggiamo nel vangelo che Gesù dice al cieco: Va’ a Siloe (cioè all’ “Inviato”) e lavati e vedrai!