15 Se un uomo avrà due mogli, l’una amata e l’altra odiata, e tanto l’amata quanto l’odiata gli avranno procreato figli, se il primogenito è il figlio dell’odiata, 16 quando dividerà tra i suoi figli i beni che possiede, non potrà dare il diritto di primogenito al figlio dell’amata, preferendolo al figlio dell’odiata, che è il primogenito. 17 Riconoscerà invece come primogenito il figlio dell’odiata, dandogli il doppio di quello che possiede, poiché costui è la primizia del suo vigore e a lui appartiene il diritto di primogenitura.
18 Se un uomo avrà un figlio testardo e ribelle che non obbedisce alla voce né di suo padre né di sua madre e, benché l’abbiano castigato, non dà loro retta, 19 suo padre e sua madre lo prenderanno e lo condurranno dagli anziani della città, alla porta del luogo dove abita, 20 e diranno agli anziani della città: “Questo nostro figlio è testardo e ribelle; non vuole obbedire alla nostra voce, è un ingordo e un ubriacone”. 21 Allora tutti gli uomini della sua città lo lapideranno ed egli morirà. Così estirperai da te il male, e tutto Israele lo saprà e avrà timore. 22 Se un uomo avrà commesso un delitto degno di morte e tu l’avrai messo a morte e appeso a un albero, 23 il suo cadavere non dovrà rimanere tutta la notte sull’albero, ma lo seppellirai lo stesso giorno, perché l’appeso è una maledizione di Dio e tu non contaminerai il paese che il Signore, tuo Dio, ti dà in eredità.
Se il nostro brano ha come tema privilegiato quello dei figli, è inevitabile per noi cogliere tutto nella prospettiva dell'”appeso” dei vers.22-23, soprattutto per il posto che l’immagine assume nella lettera ai Galati: “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poichè sta scritto “Maledetto chi è appeso al legno”, perchè in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse ai pagani e noi, mediante la fede, ricevessimo la promessa dello Spirito.”(Gal.3,13-14). In questa prospettiva, ancora dalla Lettera ai Galati 4,21-31, mi sembra sia necessario accettare che “il figlio della promessa”, cioè della “donna libera”, cioè, in Gesù, noi, sia “perseguitato” dal figlio della schiava, fino alla morte di Gesù. La legge condanna a morte Gesù, ma la sua morte è principio della generazione dei liberi figli di Dio. E’ la fine della Legge e la signorìa del Vangelo, il regime nuovo dello Spirito. Nella stessa direzione, Gesù sta dietro e dentro quel figlio “ingordo e ubriacone” dei vers.18-21. Di lui dicono “Ecco, è un mangione e un beone,un amico di pubblicani e peccatori”(Matteo 11-19). Ed è Lui appunto quel “Maledetto” appeso al legno, che per questo deve essere tolto dal legno della croce e sepolto lo stesso giorno della sua morte, come ascoltiamo in Matteo 27,57-60. Così quel “Maledetto” viene ad assumere il significato meraviglioso del sacrificio d’amore del Signore Gesù che è venuto a prendere su di Sè il peccato del mondo, e cioè tutto quello che separa l’uomo da Dio. Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.