Secondo lei è possibile voler bene sempre? La persona che credevo fosse la persona della mia vita, la vita me l’ha rovinata. La prego di non lasciarmi senza una risposta. Anche perché credo di non essere da solo a farmi la domanda che le rivolgo dal fondo della mia disperazione. Una disperazione pericolosa, perché quando si sta male si può passare da un grande amore ad un sentimento negativo che diventa addirittura odio. Io non voglio farle del male, ma devo cercare di cancellarla da me. Vorrei avere una sua risposta prima che succedano altri incidenti.
Il passaggio che estraggo dalla sua lunga lettera è quello che mi fa riprendere proprio dal suo messaggio l’incontro domenicale della nostra piccola rubrica che oggi riparte dopo una pausa estiva. Ero dispiaciuto di non risponderle subito, ma lei non aveva lasciato nessun recapito. Mi consola il fatto che ho camminato verso questa domenica sempre più affascinato dal grande insegnamento sull’amore che oggi la Parola di Dio regala a chi l’ascolta nella Messa festiva. Il primo suggerimento che mi permetto di darle è quello di distinguere l’amore dal sentimento. Giustamente pensiamo e vogliamo che l’amore sia anche arricchito, illuminato e protetto dal sentimento. La severità e la violenza della nostra vicenda sia personale che collettiva può chiedere un amore che non si esprime con il linguaggio dei sentimenti. Ma che tuttavia non è minore, e anzi diventa sublime nel suo incontro con l’atto supremo dell’Amore che in Gesù Dio ci ha rivelato e donato: la Croce e la solitudine della Croce! Non si dà evento di amore più grande di quello manifestato e comunicato dal sacrificio d’amore del nostro carissimo Fratello Gesù. Mi sembra di capire che la prova severa della solitudine lei la stia vivendo. Gesù ci mostra che tale solitudine porta alla comunione profonda con il Padre. Gli Evangeli ce la rivelano in tre volti diversi. Matteo e Marco ricordano le Parole di Gesù nel suo farsi piccolo e povero e bisognoso dell’abbraccio paterno: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Luca ricorda sulle labbra del Signore le parole di un ‘altra preghiera della Bibbia: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. E Giovanni descrive la sua morte dicendo che in quel momento Gesù “chinato il capo, consegnò lo spirito”. A chi ha “consegnato lo spirito” , cioè la sua vita? Al Padre. Ma non solo a Lui. Anche a noi! Ci ha regalato la sua vita! Da allora in poi, non si muore più: si regala e si offre la vita. Anche a chi la nostra vita l’avesse aggredita. E questo è l’apice dell’amore. Chiedo per lei il dono della pace. A tutti i nostri cari lettori: Buona Domenica.
Don Giovanni.
Domenica 7 Settembre 2014.