grano_sqCaro Giovanni, la chiamo così perché quando mi parlano di lei, dicono “Giovanni ha detto, Giovanni ha fatto”. Le racconto in poche parole una storia lunga dieci anni. Il mio ragazzo l’ho conosciuto quando ancora eravamo studenti di liceo. Poi l’università, e adesso al lavoro tutti e due. E il desiderio di mettere insieme le nostre vite. Ma non ancora il pensiero di sposarci. Tutte le coppie dei nostri amici, sposati in chiesa o in comune, tutte hanno fatto naufragio. Ma che andiamo ad abitare insieme senza sposarci per mia mamma è un dramma. Noi siamo una famiglia cattolica e così anche la famiglia del mio ragazzo. Adesso il matrimonio sarebbe per me una costrizione. E noi al matrimonio religioso pensiamo perché in fondo, anche se proprio in fondo, siamo entrambi credenti. Insomma, un pasticcio. Provi a dirmi una parola. Grazie. Enrica.

Cara Enrica, provo a dirle una parola. Lei però non si fidi troppo di me e quando le parlano di me, lei ci creda solo quando le dicono l’ultimo guaio che ho combinato. Innanzi tutto, il dispiacere della sua mamma. Penso che la sua stessa fede l’aiuterà a pensare che è bene non rischiare di costringere ad un atto così prezioso. Atto di fede, e quindi molto esigente sul piano della libertà. Senza libertà non ci può essere fede. Quanto poi lei mi dice di voi e della vostra strada fino ad oggi e di quello che pensate per il futuro, devo dire che sento le sue parole molto vere e anche molto importanti. La fede non è solo e non è tanto una dottrina, ma è la storia della nostra vita, che Dio ha cercato e che sta accompagnando. La fede è sempre un cammino di fede. Siamo tutti in cammino e il Signore accompagna ciascuno di noi in modo speciale: ognuno con il suo passo. Ognuno a partire dalla situazione in cui si trova. Ognuno con il mistero e la bellezza che ogni esistenza porta in sé. Non si può negare che anche la decisione di vivere più responsabilmente la vostra vita insieme sia un passo positivo. La fede non è mai o tutto o niente. Le vicende difficili dei vostri amici dicono bene come sia prezioso un cammino che metta insieme sapienza e prudenza. Io le posso dire che, essendo per età a fine-corsa, ancora mi devo convertire al Signore. Perché la conversione a Lui e al suo Vangelo non arriva mai a termine. Dio è ovviamente del tutto ricco di ogni virtù. Ma noi gliene chiediamo soprattutto una: la pazienza. E siccome da parte sua l’impegno più grande è la sua misericordia, per questo di pazienza ne deve esercitare moltissima. Anche con me. E magari un po’ anche con lei e con il suo ragazzo. Penso che anche la sua mamma sarà contenta di pazientare insieme al Signore.
Buona Domenica a tutti.

Don Giovanni.

Domenica 2 novembre 2014