Caro don Giovanni, mi trovo nel dramma del più grande guaio della mia vita. E di guai ne ho avuti molti. Ma ora sto sperimentando il vero disastro della mia vita. Tutto mi sembrava chiaro. Le cose importanti erano per noi regole sante della vita. Oggi tutto intorno a me , a partire dai miei figli, vanta il superamento di ogni regola. Ma non mi sembra che questo costruisca la loro felicità. E io mi sento sola. Lei mi sembra voglia rivendicare sempre una speranza più grande. Ma dove trovarla? Messaggio firmato
Non potrei rispondere al suo messaggio se prima di tutto non rivendicassi una totale vicinanza a quanto lei esprime nel suo accorato messaggio. E’ vero! Siamo in un tempo di grande sofferenza, sopratutto per noi che, anziani, siamo spettatori di una cadura vertiginnosa di un mondo che ci era consueto. Il mio tentativo, evidentemente segnato dai grandi limiti della mia persona e della mia modesta esperienza, è quello di un "grido" di speranza che mi sembra di cogliere ogni giorno dal Vangelo del Signore. E questo mi porta a risponderle con un appello che evidentemente esigerebbe un percorso lungo di verifica e di accettazione. Io penso che oggi non possiamo pensare più alla nostra fede cristiana come ad una realtà che "bisogna fare". Penso che il cristianesimo vada cercato come la bella notizia che si può accettare. E con gioiosa sorpresa! E quindi penso che a lei come a me sia chiesto non più di rivendicare un "dover essere" delle cose, ma la gioia profonda di poterle vivere in modo nuovo. Siccome il mondo di oggi tende a liquidarci come una "cosa vecchia", quello che il Signore ci chiede è di rimetterci al principio di una notizia meravigliosa che possa consolare e rinnovare il regime piuttosto triste in cui tutti sono costretti a vivere. Allora, lei che cosa può fare davanti a quello che la rattrista? Essere felice di quello che il Signore del Vangelo le ha fatto conoscere come perla preziosa per la sua vita. Passare, cioè, dal "dovere" alla gioia del Vangelo. Questa è la sfida di oggi. Non quello che bisogna fare, ma quello che abbiamo la gioia di poter vivere. Buona Domenica. d.Giovanni.