Chissà quanti le hanno scritto a proposito di questa nuova legge sulla sicurezza,e le avranno chiesto come cristiani che lei dica il suo pensiero. Mi unisco anch’io al coro per dirle che mi sembra non si possa tacere. Se lo facciamo non potremo stupirci o scandalizzarci se domani quelli che sono oggi ancora ragazzi ci sembreranno domani del tutto lontani dalla legge di Cristo. Con il bel esempio che diamo noi. Un suo affezionato lettore di ogni domenica.

Caro amico, ho effettivamente ricevuto molte decine di lettere e messaggi con la sua stessa richiesta-protesta. Non mancano però anche messaggi in senso contrario, che mi chiedono di considerare l’opportunità di un provvedimento reso necessario dalla concreta situazione in cui ci troviamo, e senza odio verso nessuno. Le devo confessare che questo decreto mi ha pochissimo interessato, in quanto mi sembrava scontato che arrivasse. Tra l’altro, il mio istinto giuridico mi fa preferire che ci sia una "giurisprudenza" ad esprimere questo stato d’animo, perchè se si tratta di una legge cattiva, come io penso, è più facile smascherarla da uno scritto piuttosto che dalla eccitata psicologia della gente. E poi bisogna dire che, nel rischio della normalizzazione pratica di atteggiamenti fuori-legge, è sempre meglio che ci sia qualcosa di scritto che, se da una parte ha la colpa di legittimare l’ingiusto, dall’altra forse ne impedisce le manifestazioni più istintive. Perchè vede, a me sembra che il vero problema sia in realtà molto semplice da dire, anche se molto complesso da esaminare. E cioè che è impossibile sia "accogliente" una cultura – e quindi una società – così radicalmente "non accogliente" al suo interno. Siamo cioè non accoglienti tra di noi! Come potremmo esserlo verso persone più lontane? Da noi non sono accolti i bambini, che neppure si fanno nascere, e che in ogni modo sono eternamente posteggiati fuori dalla loro famiglia, e non solo per motivi di lavoro. Non sono accolti gli anziani che per fortuna, almeno in una parte di loro, hanno trovato accoglienza nella cura e anche nell’affetto delle molte ormai famose "badanti"(che bel titolo, vero?). Ma anche i giovani non sono accolti, nè in scuole buone, nè nel mondo del lavoro. Sono pericolose persino le squadre delle competizioni sportive per i bambini e i ragazzi: i genitori stessi sono tifosi dei loro figli…fino al sangue dei piccoli avversari sportivi a loro volta tifati con la stessa violenza dai loro genitori! E forse anche noi che "siamo chiamati figli di Dio e lo siamo realmente" come scrive San Giovanni nella sua grande Lettera, talvolta fatichiamo a ricordare che nella paternità dell’unico Dio, per il cristiano ogni uomo e donna della terra è suo fratello. E il nostro comune "Papà" ci vorrebbe buoni e gentili tra di noi. Buona Domenica. d.Giovanni.