Caro don Giovanni, chi le scrive è un suo attento lettore domenicale che peraltro ha un rapporto molto diradato con la Chiesa, spesso imbarazzato e deluso per la poca concretezza sul tema che per il Vangelo è forse la carità, e per un vecchio ex-politicante è la giustizia sociale e l’attenzione impegnata verso gli strati più poveri della popolazione. Il tema-problema degli stranieri mi sembra un dramma significativo e urgente del nostro tempo. Non mi sembra di vedere, a parte il Papa, un’attenzione vera e intensa del mondo cattolico verso questa umanità così segnata dalla povertà e dall’ingiustizia sociale. Lei cosa ne pensa?
Se Lei mi avesse chiesto “che cosa faccio” avrei rapidamente potuto risponderle! Faccio poco! Quel poco lo oriento, aiutato dalle sorelle e dai fratelli della piccola comunità di cui faccio parte, verso una risposta che mi piacerebbe fosse significativa per la gente “comune”. Per la gente che non ha né grandi mezzi né grandi impegni speciali di intervento e di risposta. Finché c’è un letto in casa e un posto a tavola si cerca di accogliere chi bussa alla porta. Mi sembra che questo, se lo si facesse molto meglio di quello che riusciamo a fare noi, potrebbe essere un piccolo esempio e una concreta proposta per i comuni cittadini e i semplici cristiani. Mi sembra che infatti ognuno potrebbe aprirsi ad offrire il poco di spazio, di tempo e di “cose” che fosse segno non banale per chi è immerso nel dramma della sua povertà. Anche ieri mi è capitato di dover dire che non avevamo un posto letto in casa. Perché quello che mi preoccupa è la lontananza tra i grandi problemi da una parte e le nostra risposta dall’altra! Si guarda se le “istituzioni” funzionano e fanno il loro dovere, ma si è smarrita una cultura della solidarietà! Anche noi, i cosiddetti “cristiani”, siamo esposti al rischio di non riconoscere più in ogni donna e uomo del mondo una sorella ed un fratello. Per fortuna, non è di tutti! Ogni giorno vedo con ammirazione come persone di ogni cultura e ideologia sappiano cogliere e raccogliere le sfide delle grandi povertà del nostro tempo. In questo, mi sembra che la nostra città e il nostro territorio siano ricchi di segni e di concrete azioni di solidarietà e di concreta accoglienza.
Buona Domenica a lei e ai cari lettori del Carlino.
Giovanni della Dozza.
Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 10 Settembre 2017 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.