823 E, avendo fissato con lui un giorno, molti vennero da lui, nel suo alloggio. Dal mattino alla sera egli esponeva loro il regno di Dio, dando testimonianza, e cercava di convincerli riguardo a Gesù, partendo dalla legge di Mosè e dai Profeti. 24 Alcuni erano persuasi delle cose che venivano dette, altri invece non credevano. 25 Essendo in disaccordo fra di loro, se ne andavano via, mentre Paolo diceva quest’unica parola: «Ha detto bene lo Spirito Santo, per mezzo del profeta Isaia, ai vostri padri: 26 Va’ da questo popolo e di’: Udrete, sì, ma non comprenderete; guarderete, sì, ma non vedrete. 27 Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca! 28 Sia dunque noto a voi che questa salvezza di Dio fu inviata alle nazioni, ed esse ascolteranno!». [29 ] 30 Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, 31 annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.
At 28,23-31 Introduzione e omelia partecipata
NOTA: Da domani, venerdì 14 agosto 2020, inizia la Lectio continua del Vangelo secondo Marco. Leggeremo questo libro fino al 29 novembre prossimo.
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COMMENTO Famiglie della Visitazione (di Giancarlo Micheletti):
At 28,11-31
La menzione dell’insegna della nave (v.11), quella dei Dioscuri venerati dai marinai pagani come protettori contro le tempeste, ricollegano alla vicenda tribolata del viaggio con l’altra nave. Il viaggio non è finito, riprende via mare fino a Pozzuoli e di lì via terra fino a Roma.
Prima a Pozzuoli e poi nell’ultimo tratto verso Roma si fanno presenti le comunità cristiane del posto. Il Foro di Appio e le Tre Taverne distano da Roma rispettivamente circa 65 e 50 chilometri, dunque si è trattato di un “venire incontro” molto impegnativo. Anche solo vederli (v.15) dà coraggio a Paolo.
Il v.16, ancora una volta, ci parla di un trattamento del prigioniero Paolo che gli permette una certa libertà. I vv. 17-22 raccontano il primo incontro, voluto da Paolo, con i Giudei del posto.
È da notare l’estrema cautela di Paolo (v. 19) nell’evitare qualunque polemica nel racconto dello scontro con le autorità religiose di Gerusalemme.
Dal v. 20 si deduce che Paolo comunque è incatenato nei suoi arresti domiciliari; quella catena, più volte ricordata nelle sue lettere, viene qui presentata ai Giudei di Roma come un sigillo sulla purezza della sua testimonianza della speranza di Israele: è a causa del suo zelo nella custodia del deposito più genuino della fede di Israele se lui si trova in quella situazione. Ma, come appare dai vv. 21-22, non ci saranno particolari pregiudizi da parte dei Giudei di Roma nell’ascoltare Paolo.
Al ver. 23 con quel “dando testimonianza”, si compie quanto il Signore aveva rivelato a Paolo nella seconda notte dopo l’arresto a Gerusalemme: Coraggio! Come hai testimoniato a Gerusalemme le cose che mi riguardano, così è necessario che tu dia testimonianza anche a Roma (Atti 23,11). La testimonianza è prima di tutto rivolta ai giudei di Roma.
Fa impressione il fatto che, nonostante la disponibilità iniziale e il lungo tempo dedicato all’ascolto, fra i giudei vince lo scetticismo e il rifiuto. Paolo avverte che c’è un mistero dietro questo rifiuto e, dopo la lunga esposizione da mattina a sera, si congeda dai giudei con un’unica parola (v.25) che è la citazione di Is 6,9-10. Nella versione della LXX usata da Paolo il monito è nella forma della constatazione di una realtà: sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi. Da questo dato di fatto deriva la impossibilità a convertirsi: è un monito severo anche per chi come noi ascolta oggi questa parola.
La prospettiva finale di questo doloroso congedo di Paolo dai giudei di Roma è che saranno altri ad accogliere questa parola, che troverà in mezzo alle nazioni cuori ben disposti in attesa di questa salvezza.
I due vv. finali sono bellissimi: quella parola è così potente che trasforma la casa degli arresti domiciliari di Paolo in catene in luogo privilegiato di un annuncio senza impedimento.
Dio vi benedica e voi pregate per noi. Giovanni e Francesco