1 Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2 Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. 3 Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, 4 e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
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Irrompe nella vicenda della piccola comunità messianica tutta la luce e la potenza della storia della salvezza e tutta la sua straordinaria eredità profetica, tutta l’attesa di compimento che la Prima Alleanza custodisce in se stessa. In questi primi quattro versetti splendono due grandi memorie bibliche: la teofania sul Sinai di Esodo 19, e la dispersione dei popoli e dei linguaggi di Genesi 11,1-9.
La festa di Pentecoste è, nella tradizione più antica, festa del raccolto, e nella vicenda del popolo di Dio si qualifica come festa della Legge, festa del dono della Parola. Già questo è meraviglioso, questo incontro tra il pane della terra e il pane del cielo. La vita umana nutrita dal pane e dal pane della Parola di Dio. La vita meravigliosa che il Signore ci ha dato!
Ancora viene sottolineata l’unità: “..tutti insieme nello stesso luogo”(ver.1). Vedremo poi come l’unità del primo gruppo raccolto intorno agli Apostoli diventi polo di unione e attrazione di comunione per molti che convergono da diverse lontananze.
I vers.2-3 evocano la teofania del Sinai, con gli elementi del fragore e del fuoco. In Esodo era il dono della Legge. Qui è il dono dello Spirito. E’ sempre il dono della Parola di Dio: in antico la Parola come Legge e ora, nella pienezza del Cristo, la Parola come Spirito. Dalla Parola scritta sulle tavole di pietra alla Parola scritta nei cuori. Dal cuore di pietra al cuore di carne, al cuore di Dio nel dono del suo Spirito.
Mi affascina grandemente il gioco di parola circa le lingue. Al ver.3 lingue di fuoco: come un unico fuoco, segno della presenza divina, che si divide in lingue di fuoco che si posano “su ciascuno di loro”. Su chi? Non sembra esserci ragione per dire che si posano solo sui Dodici. Nell’iconografia tradizionale, dove è rappresentata la Madre di Dio, anche su di Lei viene rappresentata la lingua di fuoco. Quindi anche sui centoventi? Il testo lo consente. Solo al ver.14 si darà una distinzione tra i dodici e gli altri discepoli con la Madre di Dio. E solo in Atti 2,42 si parlerà esplicitamente dell’ “insegnamento degli Apostoli”. Ma non voglio confondervi.
Al ver.4 le lingue non sono “lingue di fuoco”, ma sono semplicemente e meravigliosamente, “le altre lingue”. E non si tratta di quel “parlare in lingue” che è dono persino imbarazzante quando “le lingue” non venissero interpretate e rimanessero inintelliggibili. Qui, anzi, siamo in un miracolo di intelligibilità, come vedremo. Lo Spirito da ai primi annunziatori del Vangelo di Gesù “il potere di esprimersi” in maniera che persone di linguaggi diversi possano intendere il loro annuncio. Essi stessi possono parlare in lingue diverse per farsi capire da popoli diversi, oppure popoli diversi intendono nella loro lingue l’unico linguaggio usato dagli annunziatori? Il testo pare non precisi. Il miracolo è in ogni modo evidente!
Affascina dunque che l’ “unità” divina si divida nei linguaggi che a Babele hanno diviso i popoli, e che i diversi popoli possano convergere in un’unica comprensione della Parola di Dio. E’ l’affermazione di un’unità che non è uniformità e appiattimento, ma comunione di diversità. E’ una comunione che non annulla ma valorizza le diversità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Un’esperienza meravigliosa e ancora attuale.
da un po’ di tempo cerco di meditare con regolarità la parola di Dio che Egli mi dona anche attraverso il vostro servizio della parola.
Capisco o desidero? che Gesù diventi sempre più importante per me, ma purtroppo sono continuamente spaventato dalla mia pochezza ,incostanza,superficialità,mancanza di responsabilità,dispersione e vuotezza dei miei obiettivi.Ho 70 anni,ma sicuramente la mia fede è una fede infantile.
Oggi sono rimasto colpito ancora una volta dalla legge del Signore scritta sulle tavole o agente nei nostri cuori per mezzo del Suo Spirito.In sostanza mi piacerebbe che qualcuno mi dicesse per lui personalmente che differenza c’è tra questi 2 stati (C’è accordo,completamento o differenza abissale(come sono portato a pensare).
Una cosa che mi è molto piaciuta è la interpretazione del parlare lingue diverse nel commento di Don Giovanni.
Scusate questo mio imtervento ,vi ringrazio tutti quanti ,non preoccupatevi di darmi una risposta immediata ,pregate per me io cercherò di pregare per voi in ringraziamento per il bene che fate.