1 Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi 2 fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
3 Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. 4 Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: 5 Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
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Considero un grande atto d’amore e di predilezione da parte del Signore la successione dei suoi doni. Ci ha portati lungo il deserto quaresimale con il Libro dei Numeri, e ora, dopo la grande Festa della Pasqua, allieta questo tempo con gli Atti degli Apostoli. Così il cammino dell’anno liturgico è amorevolmente guidato in modo assolutamente diretto e forte dal pane quotidiano della Parola che celebriamo nella nostra preghiera personale e insieme.
La traduzione italiana del testo di oggi mi crea qualche difficoltà, ma come il solito voi non badateci, e state quieti nella vostra preghiera e nella vostra riflessione. Forse più semplicemente Luca dice di aver “fatto il primo racconto di tutte le cose che Gesù incominciò a fare e a insegnare”. Preferisco questa versione più letterale rispetto alla scelta della versione italiana che dice “dagli inizi”; infatti mi sembra che quello che Gesù ha incominciato a fare e insegnare continuerà ora negli Atti. E qui farei una seconda osservazione a proposito dello “Spirito Santo” citato al ver.2. Mi sembra più fedele al testo originale attribuire allo Spirito “le disposizioni agli Apostoli”, piuttosto che l’averli “scelti”; cioè renderei il testo con “dopo aver dato disposizioni mediante lo Spirito Santo agli apostoli che si era scelti”. Vorrei insomma tener fermo che è sempre Gesù a fare e insegnare.
Certamente è peraltro vero che, se non muta il “soggetto”, che è appunto sempre Gesù, muta il modo della sua presenza. Egli non è più fisicamente presente agli apostoli e con gli apostoli, ma, più profondamente, è “in loro” con il suo Spirito. Lo Spirito Santo è il grande protagonista della vita e delle opere della comunità che nasce dalla Pasqua di Gesù, ma è quindi sempre Gesù il Signore che guida e suoi.
Così ci viene ricordata l’ultima presenza di Gesù tra i suoi, dopo la sua Risurrezione, e le sue diverse manifestazioni: “Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni…”(ver.3). Noi per la verità non ascoltiamo nel testo evangelico di Luca 24 un insegnamento diretto circa il “regno di Dio”, ma forse è quello che si deve intendere quando in Luca 24,47, dice che “..nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme”.
C’è quindi un preciso spartiacque temporale tra i due racconti composti da Luca, ed è l’ascensione di Gesù al cielo, cui segue “l’adempimento della promessa del Padre”, che è appunto il dono dello Spirito Santo a Pentecoste. E Gerusalemme è la configurazione di luogo dei due eventi. Per questo essi devono “attendere l’adempimento della promessa del Padre” senza “allontanarsi da Gerusalemme”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.