Sabato 8 febbraio alle ore 16 ci troveremo in Assemblea parrocchiale alla Dozza. Dopo una breve presentazione da parte di Giuseppe, ci divideremo in quattro gruppi e ci occuperemo dei seguenti quattro argomenti della fase profetica del cammino sinodale:

GRUPPO 1 Liturgia (Giacomo scheda 4)

GRUPPO 2 Catechesi (Andrea scheda 10)

GRUPPO 3 Ministeri (Giancarlo e Eddy scheda 11)

GRUPPO 4 Donne (Marialuisa scheda 15).

Le schede scelte sono reperibili al seguente link: https://camminosinodale.chiesacattolica.it/wp-content/uploads/2024/12/StrumentoDiLavoro.pdf

Di seguito i responsabili dei quattro gruppi di lavoro hanno provato a scrivere qualche riflessione che possa servirvi per prepararvi all’assemblea.

NON SPAVENTATEVI!

Scegliete l’argomento che vi interessa maggiormente e leggete le considerazioni introduttive riportate di seguito.

La scheda del Gruppo 1 è molto lunga. Portate pazienza.

GRUPPO 1

Liturgia: Scheda 4 – Gruppo di Giacomo Fabiole

 Qualità celebrativa, partecipazione e formazione liturgica

La Liturgia e il Cammino Sinodale della Chiesa

Dopo alcuni anni di cammino la Chiesa ci chiede un contributo importante, nell’attuale Fase “Profetica”, per concretizzare in futuro una serie di aspetti individuati, indicando alcune valutazioni ed eventuali priorità.

Rispetto alla Liturgia (Servizio di Culto) ci viene chiesto come a nostro parere la Chiesa locale (Diocesi) e quella Regionale–Nazionale può aumentare la Qualità delle Celebrazioni e l’Efficacia comunicativa delle varie Liturgie aiutando i Fedeli a comprendere anche i vari “linguaggi” / significati.

Vengono indicate in questa Area:

– 14 scelte possibili per la Chiesa Locale (Diocesi) in merito alle quali vengono poste 7 domande a cui fornire, ove possibile, una risposta sintetica;

– 6 scelte possibili per la Chiesa Regionale-Nazionale in merito alle quali vengono poste 4 domande a cui poter dare eventuali indicazioni concise.

Si allega dettaglio di quanto presentato sinteticamente.

 

Strumento di lavoro per la Fase profetica

(Metodo della Conversazione nello Spirito

che favorisca ascolto vicendevole e discernimento)

PRIMA SEZIONE IL RINNOVAMENTO MISSIONARIO DELLA MENTALITÀ ECCLESIALE E DELLE PRASSI PASTORALI

SCHEDA 4 Qualità celebrativa, partecipazione e formazione liturgica

 

I PUNTI DA CUI PARTIRE

Lineamenti, 22.

Documento finale del Sinodo 2021-2024:

  1. […] L’approfondimento del legame tra liturgia e sinodalità aiuterà tutte le comunità cristiane, nella pluriformità delle loro culture e tradizioni, ad assumere stili celebrativi che manifestino il volto di una Chiesa sinodale. A questo scopo, chiediamo l’istituzione di uno specifico Gruppo di Studio, a cui affidare anche la riflessione su come rendere le celebrazioni liturgiche più espressive della sinodalità; si potrà inoltre occupare della predicazione all’interno delle celebrazioni liturgiche e dello sviluppo di una catechesi sulla sinodalità in chiave mistagogica.

Per approfondire:

La Parola che sostiene il cammino, p. 7.

I criteri e le intenzioni che orientano le scelte operative, p. 7.

Altri riferimenti:

  • At 1,13-14; Rm 12,1-2; Col 3,16; 1Cor 14,15; Ap 7,2-

4.9-12.

  • Sacrosanctum concilium, 7.14.21.34.
  • Lumen gentium, 10-11.
  • Evangelii gaudium, 24.27.135-144.
  • Desiderio desideravi.

 

TRAIETTORIE VERSO PROPOSTE OPERATIVE

 

Dai Lineamenti:

25.4 Curare la qualità celebrativa e la efficacia comunicativa delle liturgie, a partire dalle omelie, attraverso iniziative di sostegno e formazione per le diverse ministerialità liturgiche, al fine di attivare la partecipazione dei laici e di avvicinare la liturgia alla vita delle persone, in particolare a quelle con maggiori difficoltà dovute a disabilità fisiche o psicologiche, cultura differente, età, situazioni di vita; è necessario inoltre, in collaborazione con la catechesi, favorire processi di iniziazione liturgica per aiutare i fedeli a porre e a comprendere il linguaggio liturgico.

 

SCELTE POSSIBILI

 

Nella Chiesa locale (livello diocesano) 14

 

  1. Promuovere una pastorale liturgica più integrata con gli altri ambiti pastorali, intorno ad alcuni momenti e progetti comuni (ad esempio le celebrazioni giubilari, i percorsi di Iniziazione cristiana, etc.).
  2. Creare, ove non fosse presente, un “gruppo liturgico” (parrocchiale o di unità pastorale), per promuovere l’animazione della liturgia, valorizzando la pluralità delle vocazioni e dei carismi presenti, per preparare le celebrazioni (preghiera dei fedeli, suggerimenti per l’omelia, monizioni, segni, canti, etc.) e per verificare la qualità celebrativa delle liturgie.
  3. Nei percorsi di Iniziazione cristiana, sia dei bambini e ragazzi, sia degli adulti catecumeni o ricomincianti, valorizzare i momenti celebrativi. Valutare la possibilità di celebrare il sacramento della riconciliazione dopo il completamento dell’iniziazione cristiana.
  4. Prendersi cura della domenica, non del solo momento celebrativo dell’Eucarestia, ma soprattutto della comunità cristiana chiamata a radunarsi in assemblea (per esempio con tempi di accoglienza prima della celebrazione e/o dopo, promozione di una ministerialità dell’accoglienza dell’assemblea, tempi celebrativi che permettano la cura dell’inizio e del congedo; valorizzazione del sagrato, etc.).
  5. Sostenere le comunità e i presbiteri nella cura agli spazi liturgici, nell’accoglienza delle indicazioni e dei suggerimenti che vengono da parte delle Commissioni di arte sacra, perché siano decorosi, accoglienti, accessibili per le persone disabili, sobri, non anonimi, evitando sia la trasandatezza sia l’eccessiva ricercatezza.
  6. Proporre percorsi di formazione liturgica a livello parrocchiale e diocesano, rivolti a tutti (ministri ordinati e laici insieme), anche online in collaborazione con le istituzioni teologiche. Possono beneficiare di questi percorsi di formazione anche fotografi, fioristi, tecnici etc. Prevedere momenti di iniziazione liturgica dei fedeli, con l’introduzione agli spazi (ai manufatti artistici che compongono il luogo in cui si celebra), ai riti (testi e gesti), ai linguaggi, potenziando la dimensione mistagogica.
  7. Rilanciare la formazione liturgica dei presbiteri e dei diaconi nell’arte del celebrare e del presiedere: omelia, canto, gesti, spazi, attenzione al linguaggio di genere, etc., per esempio introducendo un insegnamento di omiletica durante la formazione teologica e/o nella formazione permanente dei presbiteri.
  8. Promuovere la pastorale del canto e della musica a livello diocesano e parrocchiale, per favorire una iniziazione alla partecipazione attiva attraverso il linguaggio del corpo, dei sensi, della bellezza.
  9. Prevedere altri momenti di preghiera comunitaria oltre la celebrazione eucaristica, in particolare la Liturgia delle ore, pensando anche a momenti in cui sia possibile la partecipazione di chi lavora (ad esempio ora media e compieta); celebrazioni penitenziali; Liturgie della Parola, etc.
  10. Adeguare gli orari di apertura delle chiese e delle celebrazioni ai nuovi ritmi di vita, mettendo a disposizione materiali informativi di carattere spirituale, liturgico e culturale. Coinvolgere persone, nei contesti in cui è possibile, per accogliere e accompagnare nella visita delle chiese quanti entrano, visitatori, turisti, etc.
  11. Valorizzare le forme e i riti della pietà popolare come risorse per l’evangelizzazione nei contesti dove

rappresenta un’eredità viva e sentita (cf. Evangelii gaudium, 122-126).

  1. Per recuperare la dimensione feriale della celebrazione della fede, proporre in alcuni momenti dell’anno liturgico “liturgie domestiche”, in famiglia, valorizzando anche la celebrazione della Liturgia delle ore.
  2. Valorizzare le celebrazioni che segnano i passaggi di vita (battesimi, matrimonio, esequie) come preziose opportunità di annuncio e prossimità della comunità a tutti. A questo scopo cogliere le opportunità offerte dal Benedizionale, per correlare liturgia, preghiera, situazioni e luoghi della vita.
  3. Poiché la più efficace formazione liturgica è “la liturgia stessa” (ben celebrata), valorizzare alcune celebrazioni in Cattedrale con la presenza del Vescovo: come ad esempio Veglie di preghiera, Liturgia delle Ore, celebrazioni eucaristiche nei tempi forti dell’anno liturgico, celebrazioni che siano di esempio e orientamento per la forma di partecipazione di tutto il Popolo di Dio, per l’esercizio delle diverse funzioni ministeriali, etc.

 

PER IL DISCERNIMENTO NEGLI ORGANISMI DI PARTECIPAZIONE DIOCESANI

 

A livello di Chiesa locale (Diocesi)

 

  • Quali scelte sono rilevanti e possibili per la nostra Chiesa locale tra quelle proposte?
  • Come procedere per attuarle? Quali scelte mettere in atto per la conversione personale e comunitaria? Per la conversione delle strutture ecclesiali? Per il rinnovamento dei processi formativi?
  • Quali altre scelte su questo tema possono essere fatte dalla nostra Diocesi e dalle altre Diocesi italiane per attuare la conversione sinodale e missionaria?
  • Quali sono le risorse (persone, esperienze, strutture, associazioni, organizzazioni, aggregazioni, movimenti etc.) su cui possiamo contare?
  • Quali resistenze (culturali, di alcune persone, di strutture) dobbiamo tenere presenti? Come possiamo affrontarle?
  • A quali Uffici diocesani e altri soggetti ecclesiali affidare queste proposte, anche in una prospettiva di co-progettazione?
  • Possiamo comunicare un’esperienza positiva utile anche per altre Chiese locali?

 

SCELTE POSSIBILI

 

Nei raggruppamenti di Chiese (livello nazionale e/o regionale) 6

 

  1. Ascoltare i fedeli sulla qualità delle celebrazioni domenicali: con gli strumenti della ricerca sociale e con momenti di confronto. Istituire una Commissione nazionale che si interroghi sulla qualità comunicativa dei formulari in uso nelle varie liturgie, per evitare sperimentazioni estemporanee ma farsi anche interpellare da chi manifesta difficoltà a partecipare alla liturgia.
  2. Promuovere una revisione dei canti impiegati nelle liturgie. Dopo qualche decennio di sperimentazione, sarebbe necessario farne una valutazione di contenuti e melodie, del tenore linguistico, teologico, musicale.
  3. Proporre alla CEI, in attuazione del can. 766, di stabilire le circostanze e i casi in cui ammettere i laici alla predicazione in una chiesa o in un oratorio.
  4. Aprire spazi concordati e condivisi di sperimentazione liturgica, di cui determinare previamente i tempi.

In accordo con i Vescovi delle Diocesi coinvolte, una Commissione nazionale potrebbe seguire e accompagnare alcune sperimentazioni sul fronte dei testi liturgici, su quello dei ministeri e su quello di una necessaria semplificazione dei segni rituali. In tali sperimentazioni, da verificare periodicamente, prestare un ascolto particolare alle proposte dei giovani.

  1. Valutare la possibilità di un aggiornamento e di una “traduzione” adatta al contesto ecclesiale italiano del Direttorio per le celebrazioni domenicali in assenza di presbitero.
  2. Studiare il fenomeno delle celebrazioni trasmesse su piattaforme digitali, per regolamentarlo, evitarne gli abusi e svilupparne le potenzialità.

 

PER IL DISCERNIMENTO NEGLI ORGANISMI DI PARTECIPAZIONE DIOCESANI

 

A livello di raggruppamenti di Chiese (nazionale e/o regionale)

 

  • Quali decisioni tra quelle proposte auspichiamo che possano essere prese insieme dai Vescovi italiani?
  • Quali altre decisioni sono possibili a livello nazionale/ regionale su questo tema?
  • A quali Uffici, Servizi, Commissioni nazionali/regionali affidare queste proposte?
  • Di quali nuove strutture e modalità di lavoro abbiamo bisogno per realizzare queste proposte? Quali strutture possono essere accorpate e quali possono essere lasciate cadere tra quelle esistenti?

 

Gruppo 2

Catechesi: Scheda 10 – Gruppo di Andrea Resca

 La formazione missionaria dei battezzati alla fede e alla vita

 

L’obiettivo sta nel confrontarsi rispetto alla pluralità di linguaggi (natura, arte, narrazione, gioco…) ed alla pluralità di esperienze (ascolto della parola, partecipazione alle liturgie, momenti di condivisione, attività caritatevoli etc.) al fine di delineare percorsi di formazione

 

Gruppo 3

Ministeri: Scheda 11 – Gruppo di Edoardo Giuliani e Giancarlo Micheletti

 Discernimento e formazione per la corresponsabilità e per i ministeri dei laici

Spunti di Eddy:

La nuova prospettiva di una Chiesa sinodale e missionaria stimolata da Papa Francesco, ci sollecita alla promozione di forme più numerose di ministeri affidati ai laici (non solo accoliti e lettori), istituiti o non istituiti, non solo in ambito liturgico.

Occorre quindi pensare a nuovi ministeri in una prospettiva missionaria che garantiscano una presenza viva della comunità cristiana sul territorio secondo uno stile di vicinanza e che rispondano ai concreti bisogni dell’ambiente in cui si è inseriti, con particolare attenzione alle persone che si sentono ai margini della vita ecclesiale ( es. ministero di cura, di ascolto e di accompagnamento rivolto a malati e anziani, di accompagnamento nel lutto…).

Questo richiederà una formazione che si concretizzi come scambio di doni tra vocazioni diverse (comunione), nell’ottica di un servizio da svolgere (missione) e in uno stile di coinvolgimento e di educazione alla corresponsabilità differenziata (partecipazione).

Qual è la nostra situazione (personale e comunitaria) e quali scelte possiamo proporre ed attuare?

 

Spunti di Giancarlo:

La corresponsabilità ecclesiale è radicata nel dono battesimale.

La corresponsabilità non significa che tutti debbano essere ministri. L’auspicio è che la comunità possa godere del contributo generoso di tutti e tutte.

 

Alcuni di questi doni o carismi si specificheranno come ministeri.

I ministeri sono a servizio non della conservazione, ma della missione della Chiesa:

  • non spartizione di spazi, ruoli e competenze propri dei ministri ordinati
  • non come servizio che si risolve solamente nella liturgia (rischio del clericalismo anche per i laici)

Ministeri come quelli del lettore o dell’accolito sono orientati a far crescere tra tutti i battezzati la consapevolezza della centralità della Parola e dell’Eucaristia.

 

Ci sono proposte di nuovi ministeri

  • Il “ministero del catechista” istituito da Papa Francesco
  • Il ministero dell’accoglienza o della “soglia” per non delimitare ma tenere aperte le porte della Chiesa (aggiornamento dell’antico ostiariato)
  • il ministero della prossimità (per chi opera in situazioni di particolare disagio);
  • il ministero della consolazione (già attivo in alcune Diocesi).
  • Il “ministero di cura, di ascolto e di accompagnamento”, rivolto a malati e anziani, e di accompagnamento nel lutto
  • Nuove ministerialità liturgiche, aprendo anche a laici “provati” il servizio della predicazione.

 

Infine cresce l’interesse, suscitato dal calo del numero dei presbiteri, verso i referenti della comunità, nelle piccole parrocchie senza parroco residente: laici e laiche, consacrate e consacrati, che, magari in équipe, svolgano un servizio di animazione e coordinamento delle piccole comunità e che fanno da ponte (e non da recinto) nei confronti delle altre comunità con cui è avviata la collaborazione o la fusione.

 

Domande per il gruppo sulla Scheda 11

Che cosa pensi di questa “chiamata alla corresponsabilità”? E’ la risposta giusta alla situazione attuale delle parrocchie?

Rispetto al tuo modo di vivere la realtà della parrocchia, senti che queste proposte potrebbero in qualche misura coinvolgerti?

 

Gruppo 4

Donne: Scheda 15 – Gruppo di Marialuisa Lugaresi

Responsabilità ecclesiale e pastorale delle donne

 La scheda 15 evidenzia il ruolo fondamentale delle donne nella Chiesa, riconoscendo la loro pari dignità battesimale ed il loro contributo nella storia della salvezza e nella vita ecclesiale. Propone di valorizzare e promuovere la presenza femminile in ruoli di responsabilità pastorale e decisionale, di riformare le strutture ecclesiali secondo un modello di guida in cui uomini e donne possano collaborare attivamente, con pari dignità e responsabilità e, infine, di proseguire il discernimento, soprattutto sull’aspetto teologico, riguardante l’accesso delle donne al ministero diaconale. Suggerisce percorsi formativi su genere ed antropologia cristiana ed invita a valorizzare il contributo teologico, spirituale e sociale di tutte le donne. L’obiettivo è una Chiesa inclusiva, sinodale e missionaria, aperta al rinnovamento e guidata dall’azione dello Spirito, poiché non ci sono ragioni che impediscano alle donne di assumere ruoli di guida nella Chiesa: non si potrà fermare quello che viene dallo Spirito Santo.

Dopo l’Assemblea parrocchiale e il lavoro dei gruppi, sono state elaborate delle sintesi delle discussioni e sono state inviate alla Segreteria diocesana del Sinodo.

Potete leggerle qui di seguito:

Sintesi della Discussione sulla scheda 4 Qualità celebrativa, partecipazione e formazione liturgica

Sintesi della Discussione sulla Scheda 10 Rinnovamento dei percorsi di iniziazione cristiana

Sintesi della Discussione sulla Scheda 11 Discernimento e formazione per la corresponsabilità e per i ministeri dei laici

Sintesi della Discussione sulla Scheda 15 Responsabilità ecclesiale e pastorale delle donne