20 Il resto dell’umanità, che non fu uccisa a causa di questi flagelli, non si convertì dalle opere delle sue mani; non cessò di prestare culto ai demòni e agli idoli d’oro, d’argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare; 21 e non si convertì dagli omicidi, né dalle stregonerie, né dalla prostituzione, né dalle ruberie.
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Solo l’incontro personale e pieno con la Pasqua di Gesù, solo l’evento pasquale del morire in Lui per risorgere, solo la morte della creatura e la risurrezione del Verbo incarnato, inaugura e custodisce la vita nuova. Non si tratta di leggi migliori e magari più severe, non si tratta di un dato culturale e neppure di un’esperienza “spirituale”, né tanto meno si può pensare ad un’ideologia “vincente” che si afferma … Solo il dono e l’esperienza profonda della Pasqua di Gesù inaugura la vita nuova in Lui. Dunque, io interpreto questi “flagelli” del ver.20, come tutte le “uccisioni” volute e attuate da Dio, di cui abbiamo ascoltato nell’Apocalisse, come il morire in Gesù per risorgere in Lui. Così intendo quindi l’affermazione che “l’umanità che non fu uccisa….non si convertì dall’opera delle sue mani” (ver.20)!
Priva dell’annuncio pasquale di Gesù, l’umanità “non si convertì dalle opere delle sue mani; non cessò di prestare culto ai demoni e agli idoli …”. Questa è la condizione “mondana” nella quale siamo immersi. Ed è di assoluto rilievo che dica che si tratta di un “culto”! Di un fatto “religioso”! O la nostra vita si immerge nel Vangelo di Gesù e nella potenza del suo Spirito, o inevitabilmente adorerà e servirà gli idoli. Gli idoli non sono Dio: sono “d’oro, d’argento, di bronzo, di pietra e di legno, e non possono né vedere, né udire, né camminare”. Penso che molte persone che si professano “atee” siano in realtà “idolatre”. Prima o poi qualche idoletto, o di seduzione o di paura, salta fuori!
Il ver.21 fa un passo ulteriore per dire di questa religione dell’idolo! Il problema fondamentale si ripresenta inevitabilmente: come vincere e dominare, o almeno allentare la potenza del Male e della Morte? Le “religioni” del mondo piegano inevitabilmente verso il “culto”, cioè la giustificazione e l’adorazione delle forze che si propongono come potenze contro il male e la morte: “omicidi, stregonerie, prostituzione e ruberie” diventano l’ultimo supremo tentativo di non morire. Anche la nostra fede può lasciarsi in noi sedurre da idoli che la pervertono. Può arrivare a giustificare l’uccisione (le guerre giuste!), la potenza magica della natura, l’asservimento del corpo altrui, il grande furto che anche oggi nel mondo noi facciamo nei confronti dei poveri…. Questo esige un’incessante vigilanza e una continua “conversione” al Signore del Vangelo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Nonostante i flagelli, le catastrofi, gli uomini sono soliti persistere in comportamenti negativi e distruttivi (contro gli altri sono indicati omicidi, superstizioni, ruberie – v.21). Ci creiamo i nostri piccoli o grandi idoli e ci ostiniamo a rimanere asserviti a loro. Perfino le nostre “pratiche pie”, riti e liturgie, possono avere questa funzione, e non ci rendiamo conto che servono a noi, non certo a Dio. Per fortuna Gesù ce lo ha detto chiaramente: egli sa cosa c’è nel cuore dell’uomo, conosce bene i meccanismi che si impongono nel nostro cuore e nella nostra mente. E ci consola la certezza che Dio prova per noi compassione e misericordia, non sentimenti vendicativi e punitivi.