6 I sette angeli, che avevano le sette trombe, si accinsero a suonarle.
7 Il primo suonò la tromba: grandine e fuoco, mescolati a sangue, scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra andò bruciato, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde andò bruciata.
8 Il secondo angelo suonò la tromba: qualcosa come una grande montagna, tutta infuocata, fu scagliato nel mare. Un terzo del mare divenne sangue, 9 un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto.
10 Il terzo angelo suonò la tromba: cadde dal cielo una grande stella, ardente come una fiaccola, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. 11 La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono a causa di quelle acque, che erano divenute amare.
12 Il quarto angelo suonò la tromba: un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e così si oscurò un terzo degli astri; il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente.
13 E vidi e udii un’aquila, che volava nell’alto del cielo e che gridava a gran voce: «Guai, guai, guai agli abitanti della terra, al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!».
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non possiamo non lasciarci
guidare dalle parole del Papa
allo Yad Vashem
http://it.radiovaticana.va/news/2014/05/26/le_parole_del_papa_allo_yad_vashem/1100985
Vi consegno la “lettura” che di questo testo mi sembra di poter proporre alla mia preghiera e….alla vostra amabile e paziente comprensione nei miei confronti, fermo restando che a voi saranno date luci più grandi e vere. Il “limite” di “un terzo” che compare in ognuno degli interventi angelici che distruggono, mi fa pensare alla vicenda di Noè e a quell’arca che custodisce dalla distruzione la parte della creazione che sarà principio della “creazione nuova” uscita dall’arca. E soprattutto mi fa pensare a Gesù, alla sua Passione e alla sua Croce, e quindi a quella nuova creazione che in Lui, da Lui e con Lui prende inizio la mattina di Pasqua. Oggi, per esempio, trovo proposto alla mia preghiera il brano di Luca 22,47-53, che è memoria dell’arresto di Gesù da parte di Giuda e della folla. E dunque il rifiuto di Gesù a che sia la spada a tentare di preservare l’atto distruttivo che sta per compiersi. E quindi, pur in un momento così consegnato alle tenebre, il miracolo con il quale Gesù sana l’orecchio del servo del sommo sacerdote. E soprattutto la signoria di Gesù che in certo senso “limita” il gesto terribile dei suoi aggressori ricordando loro come mai in precedenza avevano potuto prenderlo. E ora possono farlo, non per qualche loro potere, ma solo perché quella è l’ora nella quale è stabilito che Egli sia consegnato in mano loro, per la salvezza di tutta la creazione e per il principio dei cieli nuovi e della terra nuova. Tutto quindi si compie non perché il Male e la Morte dominano tutto, ma perché Egli al Male e alla Morte si consegna per distruggerli.
Se vale l’ipotesi, questa distruzione è immagine della morte del Signore, che secondo la prima parte del cap.8 abbiamo visto partecipata anche dalle “preghiere di tutti i santi”, e cioè dalla comunione con Dio da parte del Popolo della Prima Alleanza e dell’umanità che a questo sarà tutta convocata. Dunque, quello che stiamo ascoltando anche oggi, è l’annuncio e il compimento della Pasqua di Gesù, dove la sua morte, qui significata dalle trombe angeliche , è grembo e fonte della vita nuova di tutta ‘un’umanità figlia di Dio Padre per il sacrificio d’amore compiuto dal suo Figlio Gesù, il Cristo di Dio. E questo diventa annuncio evangelico per noi, e sapienza nuova con la quale considerare la storia nella quale siamo immersi. Il significato nuovo e profondo di ogni evento. Anche di quegli eventi che direbbero un dominio del Male e della Morte, ma che ormai sonno parabole e segni della Pasqua di Gesù per la salvezza dell’intera umanità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.