9 Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. 10 E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
11 E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: 12 «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Seleziona Pagina
Diversamente dai “provenienti da ogni tribù dei figli di Israele”, ora questa “moltitudine immensa” non può essere contata, e la sua universalità coinvolge e comprende “ogni nazione, tribù, popolo e lingua”. Stanno tutti davanti al trono divino e all’Agnello, “avvolti in vesti candide” e con ”rami di palma nelle loro mani”: è una liturgia veramente universale! E’ l’intera umanità!
L’acclamazione del ver.10 si potrebbe, alla lettera, rendere, o con “la salvezza (è) al nostro Dio…” oppure con “il nostro Dio …(ha) la salvezza”. Perdonate la pedanteria, ma è molto importante fissare con rigore due dati. Il primo riguarda il termine stesso “salvezza”: è parola che vuole esprimere un’azione esercitata verso situazioni e persone che sono nell’assoluta impossibilità di quello che dovrebbe avvenire loro. E’ sbagliato usare il verbo “salvare” in senso riflessivo: salvarsi. Se uno “si salva”, vuol dire che ne aveva la forza, o la sapienza, o il potere. Il secondo dato essenziale, proveniente dal primo, è che il termine “salvezza” è quello che nella storia e nell’esperienza del Popolo di Dio esprime con la maggiore evidenza e forza l’azione di Dio e quindi la vita del suo popolo. Israele esiste, vive, è libero, ha una sua terra, sconfigge i nemici, trova e custodisce la sapienza, la speranza, la pace …se e perché Dio lo salva. Nella tradizione ebraica, anche la creazione è un atto di salvezza, perché Dio chiama tutto dall’inesistenza, lo libera dall’inesistenza e lo pone e lo custodisce nell’esistenza! Per questo, il grido di acclamazione dell’umano universo è appunto la parola “salvezza”! La salvezza, al ver.10, è esplicitamente attribuita “al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello”, cioè a Dio Padre e al suo Figlio Gesù.
A questa acclamazione universale si uniscono tutti gli angeli, i ventiquattro anziani e i quattro esseri viventi. I termini di tale acclamazione, nel testo originale sono ciascuno accompagnati dall’articolo – “la lode, la gloria, l’azione di grazie, l’onore …” – e sono esplicitazione e descrizione del termine “salvezza”. Il cielo e la terra sono così strettamente uniti in un’unica universale liturgia di adorazione e di lode.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Dinanzi “al nostro Dio e all’Agnello” vi è una moltitudine immensa, incalcolabile (quanti miliardi siamo e saremo?). Sono di ogni tribù, lingua, popolo e nazione: non si distinguono più gli immigrati o “quelli di colore” o altro. – Tra questa folla possiamo pensare – credo – di esserci già anche noi, con la veste bianca del nostro battesimo e in mano la palma della nostra (pur piccola) testimonianza. Gli angeli, gli anziani, i quattro esseri viventi ci suggeriscono la preghiera odierna:
«Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Una nota individua in questa lista quattro manifestazioni della gloria di Dio (lode, gloria, ringraziamento e onore) e il riconoscimento di tre qualità divine (sapienza, potenza e forza). Amen, amen…