13 Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». 14 Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello. 15 Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
16 Non avranno più fame né avranno più sete,
non li colpirà il sole né arsura alcuna,
17 perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono,
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».
Seleziona Pagina
Sono incerto nella strada da prendere per interpretare il senso di questo breve dialogo e di questa domanda-risposta dei vers.13-14. Avverto in ogni modo che è decisivo porsi la domanda, per poterne cogliere la risposta nella Persona del Signore e nella sua Pasqua. Dunque, “chi sono?”.
Chi sono quella moltitudine immensa che non si può contare e cantano la salvezza di Dio avvolti in candide vesti? “Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione”. Tutte le tribolazioni della storia sono state assunte dalla “grande tribolazione” della Croce di Gesù! Ogni tribolazione ha ricevuto in Lui la sua luce e il suo sigillo. Ogni tribolazione, infatti celebra la Pasqua del Signore. Non è più un dramma accompagnato dall’assurdità, dall’ingiustizia. La grande tribolazione della Croce illumina, rigenera e santifica ogni tribolazione. Quello che accomuna tutta la nuova umanità è il sacrificio d’amore del Figlio di Dio.
Il senso profondo di quello che hanno patito è ora rivelato da quelle vesti candide, che tali sono perché rese candide nel sangue dell’Agnello! Ognuno di quella moltitudine immensa celebra la Pasqua del Signore. Dunque la morte è vinta perché in loro la morte è diventata offerta della vita! Tale è infatti il senso della vita: dare la vita. Questo è l’orizzonte nuovo della storia: la morte transita nell’amore. Ogni esistenza, anche la più piccola e povera, è assunta nella grande tribolazione, e come tale celebra l’amore di Dio rivelato e donato dalla Croce del Signore. Questa è la grande liturgia che viene celebrata giorno e notte davanti al trono di Dio, nel suo tempio, nella tenda che Egli stende sopra di loro!
Non avranno più fame né sete, e non vi saranno più per loro fatiche e travagli. E qui ci viene donata la figura sublime e suprema del Pastore. Il Pastore di questo immenso gregge è l’Agnello! Egli li condurrà alle fonti dell’acqua della vita e asciugherà ogni lacrima dai loro occhi. Ci si pone allora una domanda decisiva. Quando questo sarà? Nella gloria finale! Ma penso che così si debba cogliere anche il mistero della Chiesa. In essa la grande tribolazione della storia trova la sua rivelazione. In essa si manifestano l’annuncio e la celebrazione, umile e forte, della grande consolazione finale. Siamo chiamati a celebrare sulla terra la Pasqua del Signore, la sua Croce e anche la sua Risurrezione.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Due immagini mi sembrano particolarmente significative. La prima è quella di Dio che stende la sua tenda sulla moltitudine: è il luogo non solo della protezione e della sicurezza ma anche della familiarità e della condivisione di tutto con lui. L’altra immagine è quella dell’Agnello: sta nel centro, nello spazio davanti al trono, con tutta la moltitudine attorno. Ma non è una situazione statica: l’Agnello è il pastore che guida i suoi alle fonti d’acqua della vita. Il solo pensiero già ci disseta e ci affascina. Infine, ogni lacrima viene asciugata sui volti e di lacrime non ce ne saranno più.