15 I mercanti, divenuti ricchi grazie a essa, si terranno a distanza per timore dei suoi tormenti; piangendo e lamentandosi, diranno:
16 «Guai, guai, la grande città,
tutta ammantata di lino puro,
di porpora e di scarlatto,
adorna d’oro,
di pietre preziose e di perle!
17 In un’ora sola
tanta ricchezza è andata perduta!».
Tutti i comandanti di navi, tutti gli equipaggi, i naviganti e quanti commerciano per mare si tenevano a distanza 18 e gridavano, guardando il fumo del suo incendio: «Quale città fu mai simile all’immensa città?». 19 Si gettarono la polvere sul capo, e fra pianti e lamenti gridavano:
«Guai, guai, città immensa,
di cui si arricchirono
quanti avevano navi sul mare:
in un’ora sola fu ridotta a un deserto!
20 Esulta su di essa, o cielo,
e voi, santi, apostoli, profeti,
perché, condannandola,
Dio vi ha reso giustizia!».
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Mi chiedo come si inserisca nel nostro testo il ver.20, che viene graficamente considerato di seguito ai versetti precedenti. Sembra invece posto a contrasto del lamento dei mercanti e dei naviganti. Si pone quindi come osservazione e lode del Veggente Giovanni. Se teniamo questa ipotesi, l’esultanza del cielo e dei santi del cielo enfatizza il lamento dei ricchi. E con questo esalta la povertà come essenziale alla fede in Dio. “Santi, apostoli e profeti” come radicale diversità rispetto ai mercanti e ai navigatori che si sono arricchiti.
Perché questo valore e questa lode della povertà? Non è una tesi pauperistica! La povertà è esaltata come principio della comunione tra Dio e l’umanità e della comunione come regola suprema della convivenza umana. Ognuno è “povero”, e vive per la sua comunione con l’Altro. La fede è evento e storia di salvezza. Viviamo per l’amore: viviamo perché siamo amati e viviamo per amare. Questa è la grande alternativa alla mondanità della ricchezza. La condanna divina della ricchezza rivela la giustizia di Dio: “condannandola Dio vi ha reso giustizia” (ver.20). In tal modo “santi, apostoli, profeti” sono luogo ed evento di povertà, perché essi sono tali per quello che hanno ricevuto. E sono tali perché fanno del dono ricevuto il principio del loro amore verso i fratelli e della loro dedizione.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.