1 Dopo questo, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere, e la terra fu illuminata dal suo splendore.
2 Gridò a gran voce:
«È caduta, è caduta Babilonia la grande,
ed è diventata covo di demòni,
rifugio di ogni spirito impuro,
rifugio di ogni uccello impuro
e rifugio di ogni bestia impura e orrenda.
3 Perché tutte le nazioni hanno bevuto
del vino della sua sfrenata prostituzione,
i re della terra si sono prostituiti con essa
e i mercanti della terra si sono arricchiti
del suo lusso sfrenato».
4 E udii un’altra voce dal cielo:
«Uscite, popolo mio, da essa,
per non associarvi ai suoi peccati
e non ricevere parte dei suoi flagelli.
5 Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo
e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
6 Ripagàtela con la sua stessa moneta,
retribuitela con il doppio dei suoi misfatti.
Versàtele doppia misura nella coppa in cui beveva.
7 Quanto ha speso per la sua gloria e il suo lusso,
tanto restituitele in tormento e afflizione.
Poiché diceva in cuor suo:
“Seggo come regina,
vedova non sono
e lutto non vedrò”.
8 Per questo, in un solo giorno,
verranno i suoi flagelli:
morte, lutto e fame.
Sarà bruciata dal fuoco,
perché potente Signore è Dio
che l’ha condannata».
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Mi sembra di grande rilievo che Babilonia da una parte sia dichiarata già “caduta” (ver.1), e dall’altra sia in certo modo presente, e quindi pericolosamente negativa. E quindi al suo popolo Dio dice: “Uscite da essa” (ver.4). Quindi la potenza divina della Pasqua di Gesù ha già condannato e messo a morte quella struttura di male che Babilonia rappresenta e propone. E’ dunque una realtà morta: “è diventata covo di demoni, rifugio di ogni spirito impuro ….” (vers.2-3). Ma appunto per questo l’ “altra voce dal cielo” dice “Uscite da essa per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli”. Quindi bisogna uscire da una realtà che è già caduta ma che resta negativa! L’etica cristiana è pienamente rivelata da questa affermazione: il Signore ha vinto il male e la morte e da questo noi dobbiamo uscire!
Ci sarà un giorno nel quale definitivamente per Babilonia “verranno i suoi flagelli: morte, lutto e fame”, ma la salvezza che il Signore ci ha donato esige che fin d’ora noi usciamo dal suo dominio cattivo: “Ripagatela con la sua stessa moneta, retribuitela con il doppio dei suoi misfatti….” (vers.6-7). Non possiamo tornare alla situazione nella quale agivano-agiscono i re della terra e i mercanti della terra. Sono realtà che sopravvivono, ma che noi dobbiamo considerare già vinte e finite. E questo fa parte della Buona Novella, di quel Vangelo che ci è stato donato e che siamo chiamati a vivere e a testimoniare.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Testimonieremo la gioia…
“…anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio” (Gesu’).
Abbiamo capito, o Signore, che il sorriso che doniamo
è il nostro distintivo.
E noi sorridiamo grazie alla gioia derivante dalla tua presenza.
Quando sappiamo che Tu sei con noi, danzano i nostri cuori,
tutto il nostro essere vibra per Te
e grande è la nostra gioia in noi e attorno a noi.
Infine, Tu sei la gioia.
Tu sei la gioia dei tuoi consacrati;
Tu sei la gioia di coloro, che con cuore puro ti cercano;
Tu sei la gioia del bambino appena nato e dell’anziano che in pace
attende l’incontro glorioso con Te.
Tu sei la gioia dei fanciulli che giocano
ed irradiano l’innocenza dell’origine.
Tu la gioia dei giovani, nelle ricerche e nel loro impegno per un mondo migliore;
Tu, o Signore, Gesu’ Cristo, la gioia delle donne e degli uomini,
che in ogni attimo e ogni giorno,
fanno passi e gesti d’amore.
Tu, la fonte della gioia e la gioia stessa,
la pace dell’uomo sei, che in ogni battito del cuore,
spera e crede che per Te e con Te si puo’ costruire la Civilta’ Nuova.
Abbiamo capito, o Signore,
Che la piu’ grande eredita’,
che potremo lasciare alle future generazioni è la gioia,
quella gioia celeste, che Tu l’hai seminata con la tua Parola in ciascuno di noi .
Testimonieremo la gioia, dunque, Signore,
e facendo così sappiamo che testimonieremo per Te.
Testimonieremo la gioia, o Signore,
ma sempre con il sorriso sulle labbra ed il cuore pieno di allegria
con la certezza che ci hai dato che sei sempre con noi.
E annunceremo la gioia sopra i tetti delle case,
Nelle strade semplici dei villaggi dove siamo nati
E in quelle rumorose , dove ormai viviamo;
Annunceremo la gioia dagli afflitti, dai carcerati,
da coloro che sono condannati a morte.
Annunceremo la gioia dove gioia non c’é,
ma sempre con Te, o Signore,
perché’ solo Tu
hai potuto trasformare la nostra afflizione
in una gioia che mai finirà.
Sì, o Signore, ci muoveremo sempre nella gioia,
siederemo e ci alzeremo nella gioia…
Respireremo nella gioia…
Ed ogni giorno ci immergeremo nella tua Eucaristia,
affinché possiamo essere veramente
missionari piu’ degni possibile
della gioia. Della Tua gioia. Amen! Alleluia!
Nikolin Sh. Lëmezhi
Shkodër (Albania), 30. 05. 2011
Il sangue di un credente
Nel tempo del regime,
condannano un sacerdote,
dicendogli la causa:
– Tu sei un credente!
Lo picchiarono il poveretto,
con legnate sulla schiena.
Dal carcere non uscirai,
se la fede non neghi.
Gli dicono: Pesta la Croce!
Sarà meglio per te.
E così presto
libero sarai.
Non pensano quei miseri,
figli della schiavitù,
che è la stessa Croce,
segno di libertà.
All’improvviso il sacerdote,
la Croce abbracciò.
Bam! – sparò il fucile,
sulla fronte lo colpì.
Il sangue versato,
bene sul muro scrisse:
Per Cristo sono morto,
con Cristo ora vivo.
Nikolin Sh. Lëmezhi
Scutari (Albania), novembre 1996
Ormai sono come gli angeli perduti…
«Rispose: Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore!».
(Gn. 1, 23)
Io fui creato bello, incantavo tutti, facevo gioire i cuori all’incontro con me e veramente ero utile. Ero una piccola scatola, ma molto attraente: trasmettevo la voce della madre al figlio e la voce del figlio alla madre lontana. Cominciai come Angelo di luce, risplendevo molto, tutti mi volevano, perché non sapevano la mia fine. Fui creato come Lucifero: molto bello e con valori.
Allora mantenevo il mio posto, mi usavano semplicemente per comunicare, per dare una notizia o per fare un invito, per fare un augurio oppure una benedizione: ero realmente utile. Poi la gente mi lasciava lì, continuava la propria vita, viveva.
Io non ero contento con tanto, volevo di più dagli uomini. Iniziai con giochi per i bambini ed i giovani, sempre senza cambiare molto. Rimasi una piccola scatola, come sempre attraente, ma volevo di più.
All’improviso mi vennero idee molto forti per potere rubare il tempo alle persone, rubare le relazioni e farli sempre più solitari. Nessuno vedeva come stavo mettendo radici, come occupavo la loro vita poco a poco. Dalla parte esterna stavo cambiando un pò la misura, il colore, ma le mie strategie erano nascoste: nessuno le poteva vedere. Dopo i giochi inventai infrarossi e Bluetooth, tanto ci volle da tenere vicini ragazzi e ragazze, per passare intere ore e giornate passando canzone e messaggi da una scatola all’altra. Volevo convincere in massa gli uomini che io potevo riempire i loro vuoti, che potevo farli felici, e tanto ci volle: ci riuscii con essi. Misi dentro questa scatola anche fb, messenger e instagram, e insieme ad essi misi le menti ed i cuori di tutta l’umanità dentro di me, ma io sono semplicemente una piccola scatola. Dentro di me ogni uomo perde il senso degli orari, perde il senso delle responsabilità, perde le amicizie, gli amori più belli, perde i valori. Tutto ciò per il fatto che sono una scatola chiusa, e come in ogni scatola, qui dentro di me c’è un buio totale e con questo buio non permetto che gli uomini vedano le cose belle della vita. Ho fatto credere ad alcuni che sono miei dipendenti, ma sono ancora di più: sono i miei schiavi e carcerati! A me così interessa che siano gli uomini: anche se Dio li vuole liberi. La dipendenza può guarire più facilmente, ecco perché volevo proprio incarcerarli, incatenarli a me. Sembro una scatola, ma sono molto di più. Ho usato tutte le tattiche affinché nessuno comprendesse che è legato ed incarcerato dentro di me.
Tutti stanno perdendo il fiato, ma li ho convinti che è bella cosa. Per poterli ingannare più dolcemente ho convinto anche i buoni di usarmi con tutti i miei programmi. Mi usano i politici, i sacerdoti e le suore, mi usano coloro che hanno fama di santità e umanità, mi usano i poveri… Mi usano?!?… Hahahahah, ma che dico io? Loro una volta mi usavano, soltanto all’inizio, quando ero come luce, ma adesso sono io ad usarli.
Ho tutta l’umanità nella mia mano: Andando nelle mani dei genitori, ho tolto a loro la gioia pura di guardare in viso i loro figli; andando nelle mani dei figli, ho tolto ad essi il piacere di gioire pochi minuti con i loro genitori.
Io sono una piccola scatola, ma non mi sazio mai: ho iniziato una via senza ritorno, è la via della decadenza. Ho preso ai giovani il tempo dello studio, il tempo del riposo, il tempo del lavoro, il tempo della preghiera. Ormai questa è la mia strada: invento ogni giorno cose nuove, affinché dietro di me si perdano le anime!
Qualcuno che ha come spirito profetico, ha incominciato a capire almeno un po’ ma è come “voce di uno che grida nel deserto”: nessuno quasi ascolta più. È tardi!
Ormai ho ragiunto il colmo! Ho forza di far divorziare le coppie per un like fatto su instagram. Mi serve molto poco ormai! Stò facendo disastri, ma il mio segreto è che non lo sanno. Gli uomini di ogni età vedono soltanto la mia scatola in qualche luogo più piccolo, in qualche luogo più grande, ma stò facendo molto.
Con i miei successi sono contento. Una volta gli uomini prendevano medicine, cercavano guarigione per poter’ fare un sonno tranquillo; ormai è il contrario: io, questa scatola così piccolo, generalmente near, ma qualche volta a colori, stò facendo stragi. Ho tolto il sonno quasi a tutti, ma l’ho fatto in modo molto sottile questa cosa, perché ho tolto il gusto di fare le cose.
Ho tolto il gusto di fare un sonno tranquillo, ho tolto il gusto di fare una passeggiata libera in un prato o in riva al mare… Ho tolto il gusto di leggere un libro di favole, un romanzo, la Bibbia oppure un qualsiasi libro. Ho tolto il gusto di prendere un caffè con piacere o di prendere una pizza in compagnia di parenti ed amici. Non sapevo di avere tanta forza neanche io.
Il segreto più grande è che gli uomini non sanno quel’ che stò facendo… è successo con me proprio come con l’Angelo della Luce. Non mi sazio lo capite? Resto nelle mani del padre, che è sfinito dal lavoro, dalle fatiche della vita e lo tengo lì intralciato propio quando ha più bisogno di dormire. Non voglio che qualcuno resti tranquillo! Ho pensato bene le cose quando fui creato come una piccola scatola: così possono portarmi a tavola quando mangiano, quando escono per un caffè per rilassarsi, quando vanno in preghiera. Quante volte li faccio ammalare, avere mal di testa, febbre ed altri problemi simili: ma non lo sanno che sono io a causarli.
Anzi, affinché non si accorgano di me, affinché sembri a loro del tutto buono, ho dato la possibilità agli uomini di mettere dentro di me programmi di preghiere. Ma voglio mettere dentro di questa scatola anche i sacerdoti, anche le suore e gli uomini più volonterosi. Ma così è il mio stile: entro come buono affinché nessuno lo comprenda. Ho infinite strategie. Sono rimasti pochi coloro che sono liberi, ma anche loro sono quasi nelle mie mani, manca poco per fare bloccare anche a loro il fiato. Non è che mi interessa di metterli qui in questa scatola, neanche di prendere il loro fiato e di stancarli in ogni senso, ma alla fine è la loro anima che mi interessa.
Sono del tutto come l’Angelo della Luce, come Lucifero. All’inizio portavo luce, gioia, creavo unità ed amore tra le persone, ma molto presto compresi che potevo fare disastri. Il segreto pricipale che mi fa avere tutto questo successo è che nessuno lo sa bene quanti disastri stò facendo.
Ho anche un altro segreto: non li lascio vedere quanto cattivo sono diventato. Li ho ingannati con la luce iniziale. Oh, potessero vedermi quanto sono diventato brutto! Infatti ero molto bello, fui creato buono, ma non sono più quello che ero: sono del tutto un altro! Ma, nessuno lo sa questa cosa: inganno anche aggiungendo nuove cose. Sono diventato il più grande maestro di inganno di tutti i tempi: ci vuole molta benedizione affinché gli uomini possano comprendere. Li ho ingannati dall’inizio.
Credo che lo Spirito Santo lo previde bene quando fece scrivere questa parola nella Bibbia: “Così dice il Signore: «La tua ferita è incurabile, la tua piaga è molto grave. Per la tua piaga non ci sono rimedi, non si forma nessuna cicatrice»”. (Geremia 30, 12˗13).
Ho ancora nuove invenzioni, perché voglio che nessuno respiri! Voglio la libertà, i cuori, la gioia, la pace, i beni di tutti nessuno escluso. Perciò avrò sempre nuove offerte: in ogni festa religiosa o civile.
I miei successi fino ad ora sono straordinari, ma non sono contento. Fino ad ora ho distrutto famiglie, ho creato divisioni, conflitti, minacce, paure senza fine. Sono stato usato per stimolare a perdere la vocazione di un sacerdote o di un vescovo, ho distrutto belle imprese. Pensate il mio successo: Sono entrati dentro di me anche i Seminari e gli Istituti di Vita Consacrata, i quali non hanno realmente bisogno di me. Eppure ho fatto capire a loro che sono indispensabile, con la scusa irresistibile “dell’Evangelizzazione”. Così li incateno a me, facendo loro credere che è bello amare i lontani, mentre faccio dimenticare il commando di Gesù: “Ama il tuo prossimo…!”. Quando qualcuno incomincia a capire un po’, io sono del tutto preparato a distorcere lo sguardo: ho immediatamente una nuova offerta, con la quale li spingo a pensare che stò facendo a loro del bene. Le mie offerte non finiscono mai!
Gli uomini non lo sanno, ma se si potessero fermare almeno un po’ capirebbero quanti disastri stò causando ad essi. Io non mi fermo mai, e da me non si salveranno mai, ma c’è un’unica via: che loro stessi si fermino. È difficile che lo facciano perché stanno dentro di me, dentro quella scatola che si vede con gli occhi. Tutti stanno dentro, ma non lo sanno: questo è il mio segreto. Anche se si fermassero, io farei l’impossibile che almeno li tenga incarcerati lì dentro di me. Agli uomini ho nascosto anche un’altra cosa: stanno qui dentro di me, ma non faccio vedere loro quanto io sia brutto. Se vedessero quanto brutto sono diventato, morirebbero dalla paura! Loro soltanto sanno che io sono una scatola, a volte più piccolo, a volte più grande; a volte con un programma, a volte con un altro: mi conoscono col nome cellular, ma non sanno che ormai io sono un angelo perduto, un angelo caduto e porto gli uomini alla perdizione!
Nikolin Shtjefën Lëmezhi
Shkodër, më 22. 12. 2019