13 Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia. 14 Essi combatteranno contro l’Agnello, ma l’Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re; quelli che stanno con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli».
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Il termine reso in italiano con “intento” vuol forse dire qualcosa di più di un’intenzione e di un dato profondo di volontà. Dice anche un’appartenenza filosofica, ideologica e “religiosa”: quindi insieme esprime una volontà determinata ma anche un’altrettanto forte appartenenza e dipendenza interiore. Il dramma di questi “dieci re” nominati nell’ultimo versetto del testo precedente rappresentano dunque delle potenze mondane reali e temibili, ma in realtà schiave della bestia, alla quale vogliono “consegnare la loro forza e il loro potere” (ver.13). Viene così espresso in termini molto efficaci la drammatica condizione dei poteri mondani che in realtà sono schiavi del mistero del Male e della Morte.
Il loro grande nemico è l’Agnello! Il titolo dato al Figlio di Dio, che dice con assoluta efficacia la mitezza e l’obbedienza di Gesù al Padre che lo porta al compimento del suo sacrificio d’amore, è il divino segreto della potenza di Dio. Potenza opposta ai poteri mondani che si manifestano e “vincono” con la violenza e con il “dare la morte”. La potenza divina dell’Agnello lo porta al supremo sacrificio d’amore, che è offerta della sua vita e dono all’umanità della vita nuova. E’ dunque il suo potere di “dare la vita”. “Essi combatteranno contro l’Agnello, ma l’Agnello li vincerà”! (ver.14). Il supremo segreto di Dio e della sua potenza è l’Amore. Per questo Egli vincerà tutte le potenze di male e di morte.
Gesù è veramente “il Signore dei signori e il Re dei re”. E noi, poveri peccatori e suoi discepoli, siamo “i chiamati, gli eletti e i fedeli”. I tre termini sono importantissimi perché con molta efficacia descrivono una situazione, la nostra, che è tutta puro dono di Dio. Pura grazia. Nulla che noi capiamo, conquistiamo, meritiamo, comperiamo …., ma, appunto, puro dono di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Già nei versetti precedenti si illuminava, per contrasto, un titolo del nostro Dio: mentre la bestia era e non è più, Dio è colui che era, che è e che viene. Oggi un altro titolo illumina la figura dell’Agnello: il mite Agnello di Dio o, con altra denominazione, il piccolo, umile, umano, Figlio dell’uomo viene chiamato “Re dei re e Signore dei Signori”: così è indicata tutta la sua signoria, la sua efficace grandezza. E noi? “Quelli che stanno con lui, sono i chiamati, gli eletti e i fedeli”: chiamati per nome, eletti per scelta e dono di Dio, fedeli perché basati e guidati dalla fede nel Signore. Siamo associati a lui, con il quale condividiamo la carne e il sangue, l’umanità, ma anche la grandezza della vita divina.