15 Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e custodisce le sue vesti per non andare nudo e lasciar vedere le sue vergogne.
16 E i tre spiriti radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn.
3 Commenti
Giovanni Nicolini
il 24 Giugno 2014 alle 06:47
Dato che noi cerchiamo di camminare nel Libro dell’Apocalisse, termine che significa “rivelazione”, appunto come rivelazione del mistero di Dio nella persona e nell’opera di Gesù, il Figlio di Dio Figlio dell’Uomo, non ci stupisce né ci crea difficoltà l’improvvisa presenza di questo “io” del ver.15: “come un ladro”! E’ Lui, Gesù! E la qualificazione del ladro la conosciamo dalle parole dello stesso Gesù in Matteo 24,43 e dall’Apostolo Paolo in 1Tessalonicesi 5,2. L’Apocalisse di Gesù avviene sorprendendo l’intera creazione e tutta la storia. E questo mi sembra evidente anche oggi nel contrasto tra l’annuncio dell’improvvisa manifestazione di Dio in Gesù al ver.15 e i preparativi di guerra universale da parte dei “tre spiriti” del ver.16, che al ver.14 volevano “radunare i re di tutta la terra per la guerra del grande giorno di Dio, l’Onnipotente”. Una guerra ben diversa da quella che i tre spiriti preparano, perché sarà il grande giorno della manifestazione del Signore Gesù e della sua Pasqua!
Per questo viene oggi esaltata la beatitudine di “chi è vigilante”, atteggiamento essenziale del credente che custodisce il Vangelo del Signore nell’attesa della sua piena manifestazione. Oltre a questa vigilanza, il credente è intento a custodire “le sue vesti”. Abbiamo già incontrato questo insegnamento in Apocalisse 3,18, dove alla chiesa di Laodicea il Signore dava questo consiglio: “Ti consiglio di comperare da me … abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità”. Il tema viene oggi ripreso al ver.15: “…per non andare nudo e lasciar vedere le sue vergogne”. E’ la nudità creaturale dei figli di Adamo che il Battesimo di Gesù ha rivestito dell’abito battesimale, che è il Cristo stesso.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Stefano
il 24 Giugno 2014 alle 12:11
In mezzo agli sconvolgimenti che il male e la morte provocano nella vita del mondo, il testo di oggi ricorda quanto sia importante vigilare per riconoscere la visita che Gesù fa alle nostre persone e alle nostre comunità e la sua vicinanza a tutti gli uomini. Il vigilare e il custodire le vesti richiamano un tema caro a Paolo che in varie occasioni parla di rivestirsi dei doni e sentimenti di Dio, in
connessione con l’intensa frequentazione della Parola (Col 3,12-17; Ef 6,10-20) e per opporci con le armi della luce alle opere delle tenebre (Rm 13,11-14). Questo confronto mi suggerisce che sia Gesù con la sua Parola la veste della quale rivestirci: Lui è la nostra veste
bianca di nozze, l’unico abito che copre e sana la nostra vergogna. Lui è la corazza per la nostra piccola quotidiana Armaghedòn.
Roberto
il 24 Giugno 2014 alle 15:46
Come sono bravi gli autori dei libri sacri a utilizzare quanto già è stato scritto e quanto vissuto dal popolo di Dio! Così oggi compare Armaghedòn: il monte presso il Carmelo, che è diventato simbolo della sconfitta di tutti gli eserciti nemici. – Il versetto precedente ci dà importanti suggerimenti per affrontare la battaglia contro tutte le forze negative e oppressive: vigilare, con spirito pronto e tenace, e rivestirsi della veste bianca, l’abito della risurrezione e della gioia (e don Giovanni e Stefano hanno già indicato in quest’abito il Signore nostro Gesù).
Dato che noi cerchiamo di camminare nel Libro dell’Apocalisse, termine che significa “rivelazione”, appunto come rivelazione del mistero di Dio nella persona e nell’opera di Gesù, il Figlio di Dio Figlio dell’Uomo, non ci stupisce né ci crea difficoltà l’improvvisa presenza di questo “io” del ver.15: “come un ladro”! E’ Lui, Gesù! E la qualificazione del ladro la conosciamo dalle parole dello stesso Gesù in Matteo 24,43 e dall’Apostolo Paolo in 1Tessalonicesi 5,2. L’Apocalisse di Gesù avviene sorprendendo l’intera creazione e tutta la storia. E questo mi sembra evidente anche oggi nel contrasto tra l’annuncio dell’improvvisa manifestazione di Dio in Gesù al ver.15 e i preparativi di guerra universale da parte dei “tre spiriti” del ver.16, che al ver.14 volevano “radunare i re di tutta la terra per la guerra del grande giorno di Dio, l’Onnipotente”. Una guerra ben diversa da quella che i tre spiriti preparano, perché sarà il grande giorno della manifestazione del Signore Gesù e della sua Pasqua!
Per questo viene oggi esaltata la beatitudine di “chi è vigilante”, atteggiamento essenziale del credente che custodisce il Vangelo del Signore nell’attesa della sua piena manifestazione. Oltre a questa vigilanza, il credente è intento a custodire “le sue vesti”. Abbiamo già incontrato questo insegnamento in Apocalisse 3,18, dove alla chiesa di Laodicea il Signore dava questo consiglio: “Ti consiglio di comperare da me … abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità”. Il tema viene oggi ripreso al ver.15: “…per non andare nudo e lasciar vedere le sue vergogne”. E’ la nudità creaturale dei figli di Adamo che il Battesimo di Gesù ha rivestito dell’abito battesimale, che è il Cristo stesso.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
In mezzo agli sconvolgimenti che il male e la morte provocano nella vita del mondo, il testo di oggi ricorda quanto sia importante vigilare per riconoscere la visita che Gesù fa alle nostre persone e alle nostre comunità e la sua vicinanza a tutti gli uomini. Il vigilare e il custodire le vesti richiamano un tema caro a Paolo che in varie occasioni parla di rivestirsi dei doni e sentimenti di Dio, in
connessione con l’intensa frequentazione della Parola (Col 3,12-17; Ef 6,10-20) e per opporci con le armi della luce alle opere delle tenebre (Rm 13,11-14). Questo confronto mi suggerisce che sia Gesù con la sua Parola la veste della quale rivestirci: Lui è la nostra veste
bianca di nozze, l’unico abito che copre e sana la nostra vergogna. Lui è la corazza per la nostra piccola quotidiana Armaghedòn.
Come sono bravi gli autori dei libri sacri a utilizzare quanto già è stato scritto e quanto vissuto dal popolo di Dio! Così oggi compare Armaghedòn: il monte presso il Carmelo, che è diventato simbolo della sconfitta di tutti gli eserciti nemici. – Il versetto precedente ci dà importanti suggerimenti per affrontare la battaglia contro tutte le forze negative e oppressive: vigilare, con spirito pronto e tenace, e rivestirsi della veste bianca, l’abito della risurrezione e della gioia (e don Giovanni e Stefano hanno già indicato in quest’abito il Signore nostro Gesù).