…una parte del nostro clero e certamente fra questi don Giovanni Nicolini, entra sempre più frequentemente "a gamba tesa" nella politica politicante con argomentaziopni da incallito militante della estrema sinistra, con dissertazioni oramai logore come quella "prove generali di un regime autoritario dove la crisi della democrazia diventa grembo di un sistema di dittatura della maggioranza", oppure quel riferimento al "fruttivendolo tedesco che mise il cartello "qui non entrano i cani e gli ebrei" certamente con riferimento alla politica dell’attuale governo sull’immigrazione…" stralcio di un messaggio firmato

Caro amico, superato il passaggio del dolore e anche quello della tentazione di un orgoglioso silenzio, le scrivo innanzi tutto per ringraziarla del suo messaggio di cui i limiti di spazio mi consentono di riportare solo la parte più diretta e forte. Le intenzioni che guidano a scrivere, e la capacità di farsi capire, devono accettare che le nostre parole si espongano alle interpretazioni più diverse e meno previste. Posso dirle che in tutti questi anni ho cercato di tenere sempre un modo di esprimermi e una comunicazione di pensieri che non dimenticasse il senso di questa "rubrica", affidata ormai molto tempo fa ad un prete di Bologna, e nello stesso tempo aperta a ricevere sollecitazioni e a dare risposte ad un pubblico molto vario. Le posso dire che sono stupito di trovare dappertutto molte persone che mi dicono l’attenzione costante e affettuosa con la quale leggono questi piccoli interventi domenicali: credenti e non credenti, giovani e anziani, mi devo continuamente schernire per un plauso che mi sembra del tutto eccessivo. Certamente, ho sempre dato per scontato che gli scontenti preferissero tacere e sopportare. Per questo il suo intervento un po’ rude è ancora più prezioso. Lei mi accusa di "fare politica" e io non posso non dirle che ho una concezione troppo alta della politica per pensare di poterla ridurre a pochi e modesti pensierini scritti ad amici. Quello che mi sembra invece doveroso e irrinunciabile è mostrare grande attenzione a come anche nei piccoli segni della vita quotidiana possano emergere le luci bellisime di doni e di doti che è doveroso indicare a chi porta il peso quotidiano di fatiche e di grandi prove. Nello stesso tempo mi sembra importante vigilare su aspetti anche marginali dei pensieri e dei comportamenti che possono contenere germi pericolosi di decadenza intellettuale e morale. Che un fruttivendolo tedesco del 1939 potesse esporre quel cartello alla porta del suo negozio dice come si possa quasi inavvertitamente essere trascinati verso giudizi e comportamenti contrari alla propria tradizione spirituale e morale, e alla propria indole. Scrivevo che quel fruttivendolo molto probabilmente era un battezzato. Attraverso quali passaggi di pensieri e di scelte era arrivato a tale mostruosità? Non ho difficoltà a ripeterle che molte volte provo doloroso sconcerto davanti a parole e atteggiamenti di persone che, certamente in buona fede, esprimono criteri di giudizio e di interpretazione non coerenti con la loro fede e con la prassi evangelica. In questi casi non mi sembra di occuparmi delle istituzioni, ma di guardare con preoccupato affetto al cammino e alla sorte di fratelli e sorelle con i quali condivido la bellezza e la problematicità del nostro tempo. Anche oggi, come ieri, è necessario vigilare. E non dubito che lei abbia voluto vigilare con attenzione affettuosa sui miei pensieri e sulle mie intenzioni. Buona Domenica. don Giovanni.