9 Ho scritto qualche parola alla Chiesa, ma Diòtrefe, che ambisce il primo posto tra loro, non ci vuole accogliere. 10 Per questo, se verrò, gli rinfaccerò le cose che va facendo, sparlando di noi con discorsi maligni. Non contento di questo, non riceve i fratelli e impedisce di farlo a quelli che lo vorrebbero e li scaccia dalla Chiesa. 11 Carissimo, non imitare il male, ma il bene. Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha veduto Dio.
12 A Demetrio tutti danno testimonianza, anche la stessa verità; anche noi gli diamo testimonianza e tu sai che la nostra testimonianza è veritiera.
13 Molte cose avrei da scriverti, ma non voglio farlo con inchiostro e penna. 14 Spero però di vederti presto e parleremo a viva voce. 15 La pace sia con te. Gli amici ti salutano. Saluta gli amici a uno a uno.
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La grande, inevitabile fatica della comunità credente è il dover portare al suo interno i peccati e le ferite della condizione umana. Nel nostro brano ascoltiamo della ferita provocata da Diotrefe, che “ambisce il primo posto”: mi sembra amara evocazione del peccato dei progenitori – “sareste come Dio” (Genesi 3,5) – e dunque peccato collegato, come qui, al “mondo religioso” che con la sua mondanità si riveste di tensioni e confronti e competizioni che gridano la totale alternativa negativa a quello che Dio ci ha rivelato e donato in Gesù che ha preso tra noi l’ultimo posto. Questo termine che dice “l’ambire al primo posto” è presente solo qui nel Nuovo Testamento, e mi è parso di vedere che forse non se ne trova altra presenza. Eppure è peccato che assedia proprio la vita nella comunità credente! Mi pare non ci sia negazione più drammatica della fede di Gesù! Questo sembra vanificare anche la Parola che il Presbitero vuole inviare alla Chiesa. Evidentemente, una parola del tutto opposta alla cattiva ambizione di Diotrefe. Peccato che provoca la “non accoglienza” dei fratelli, a partire da quelli che più direttamente, come il Presbitero, desiderano e propongono un ben altro volto della comunità. Sarebbe interessante approfondire se e quanto dunque si manifesta il contrasto tra questi fratelli stranieri che arrivano alla comunità, e il rifiuto di accoglierli da parte di chi non è fedele al Signore e alla sua divina umiltà. Si vede bene come questo atteggiamento di potere è opposto all’accoglienza che caratterizza la comunità dei discepoli di Gesù!
Per grazia di Dio, ci sono anche persone come Demetrio (ver.12), un discepolo fedele, in cui tutti riconoscono presente la verità del Signore che è l’amore di Gesù. E la terza lettera si conclude anche questa sottolineando quanto sia importante e feconda la visita fraterna.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Non accogliere i fratelli, sparlare di loro, scacciare dalla Chiesa e soprattutto ambire al primo posto: brutti comportamenti che si vedono in questa comunità di Gesù. E Lui si era ben raccomandato: non scandalizzate quei piccoli che pensano di trovare nei credenti persone che si amano, che si servono a vicenda…, e invece rimangono delusi. Non manca però, in questa Chiesa, chi fa il bene e dà testimonianza alla verità; c’è un grande spirito di amicizia (v.15). – Nella conclusione della lettera troviamo un piccolo invito prenatalizio: “La pace sia con te”. Sappiamo che la pace biblica non è solo assenza di conflitti, ma include anche benessere, armonia con se stessi, con gli altri e con la natura. E’ pace con Dio.