11 Salomone terminò il tempio del Signore e la reggia; attuò quanto aveva deciso di fare nel tempio del Signore e nella propria reggia. 12 Il Signore apparve di notte a Salomone e gli disse: «Ho ascoltato la tua preghiera; mi sono scelto questo luogo come casa ove sacrificare. 13 Se chiuderò il cielo e non ci sarà più pioggia, se comanderò alle cavallette di divorare la campagna e se invierò la peste in mezzo al mio popolo, 14 se il mio popolo, sul quale è stato invocato il mio nome, si umilierà, pregherà e ricercherà il mio volto, e si convertirà dalle sue vie malvagie, ascolterò dal cielo e perdonerò il suo peccato e risanerò la sua terra. 15 Ora i miei occhi saranno aperti e i miei orecchi attenti alla preghiera fatta in questo luogo. 16 Ora io mi sono scelto e ho consacrato questa casa perché il mio nome vi resti sempre; i miei occhi e il mio cuore saranno là tutti i giorni. 17 Quanto a te, se camminerai davanti a me come ha camminato Davide, tuo padre, facendo quanto ti ho comandato, e osserverai le mie leggi e le mie norme, 18 io stabilirò il trono del tuo regno come ho promesso a Davide, tuo padre, dicendo: “Non ti sarà tolto un discendente che regni in Israele”. 19 Ma se voi devierete e abbandonerete le leggi e le norme che io vi ho proposto, se andrete a servire altri dèi e a prostrarvi davanti a loro, 20 vi sterminerò dalla terra che vi ho dato, ripudierò questo tempio che ho consacrato al mio nome, lo renderò la favola e lo zimbello di tutti i popoli. 21 Questo tempio sarà una rovina; chiunque vi passerà accanto resterà sbigottito e si domanderà: “Perché il Signore ha agito così con questa terra e con questo tempio?”. 22 Si risponderà: “Perché hanno abbandonato il Signore, Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dalla terra d’Egitto, e si sono legati a dèi stranieri, prostrandosi davanti a loro e servendoli. Per questo egli ha fatto venire su di loro tutta questa sciagura”».
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Si potrebbe dire che questo “accordo” è già stato fatto. Perché ritorna adesso? Mi sembra che tale Parola ritorni a noi oggi, perché per il Signore è importante ricordare al suo popolo che la realtà viva della comunione con Lui resta l’elemento fondamentale. Consentitemi di ribadire la distinzione tra fede e religione. La religione è il volto, le modalità, i segni, e persino, come qui, i luoghi dove la fede viene vissuta e celebrata: sono evidentemente strutture, modi e volti essenziali per la vita di fede. Ma … non sono la fede! Questa è l’intima, profonda relazione tra Dio e l’umanità. Tra Dio e ogni uomo e donna della terra. Comunione d’amore che chiede fedeltà e incessante conversione. L’analogia con l’amore umano è possibile e significativa: l’amore non è una “situazione”, ma è piuttosto un avvenimento, evento magari anche antico, ma pur sempre nuovo. Se lo è tra noi, quale ne è la vastità nel rapporto con il Signore, con la sua Parola antica e sempre nuova, con il dono e la potenza del suo Spirito in noi …!
Dunque, Salomone ha portato a termine la grande impresa (ver.11). Come abbiamo già ascoltato al cap.1, ora Il Signore gli appare di nuovo. Conferma tutto quello che abbiamo ascoltato nella grande preghiera con la quale il Tempio è stato inaugurato (vers.12-16). Ma come abbiamo ammirato la potenza di una preghiera che potrà essere rivolta a Dio volgendosi al Tempio anche dalle grandi e dolorose distanze dell’esilio (2Cr.6,36-39), così ora Dio conferma che il cuore di tutto resta il cammino di fedeltà del re e del popolo (vers.17-18).
Per questo, diventano di particolare interesse i vers.19-22. Sono il pericolo e la minaccia di una grande rovina nella quale precipita il popolo se si lascia traviare e abbandona la Parola del Signore. Se si prostituisce nell’adorazione di idoli che non sono Dio! Il Tempio in rovina diventerà il segno di questa catastrofe, come è stato il segno della comunione mirabile tra Dio e il suo popolo. La “domanda” e la “risposta” dei vers.21-22 sono molto importanti, e nella loro drammaticità custodiscono una speranza straordinaria. La rovina del Tempio non è la fine della relazione di Dio con il suo popolo, ma è il segno severo dell’infedeltà e del traviamento del popolo, ma proprio per questo è invito alla conversione a che il popolo ritorni al suo Signore. Il Signore è fedele al suo patto di salvezza e di amore, e sempre si lascia trovare da chi umilmente ritorna a Lui.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Sembra che anche Dio possa distrarsi e quindi non vedere, non ascoltare. Ecco allora che Egli, nel brano odierno, si impegna con il suo popolo e con tutti noi: “Ora i miei occhi saranno aperti e i miei orecchi attenti alla preghiera…” e – nel versetto precedente – “ascolterò dal cielo, perdonerò, risanerò…”. Splendida la precisazione successiva: “I miei occhi e il mio cuore saranno là tutti i giorni”: se questo vale per la casa di pietre, quanto più sarà vera per la casa che si è fatta in ognuno di noi, nell’uomo, nella comunità; occhi e cuore attenti! – Quanto è importante la promessa di un discendente, quello promesso a Davide! E oggi viene ripetuta. Noi sappiamo che Dio l’ha realizzata in Gesù, anche se a modo suo, sorprendendoci con la sua originalità e generosità.