14 Mentre si prelevava il denaro depositato nel tempio del Signore, il sacerdote Chelkia trovò il libro della legge del Signore, data per mezzo di Mosè. 15 Chelkia prese a parlare e disse allo scriba Safan: «Ho trovato nel tempio del Signore il libro della legge». Chelkia diede il libro a Safan. 16 Safan portò il libro dal re; egli inoltre lo informò dicendo: «Quanto è stato ordinato, i tuoi servitori lo eseguono. 17 Hanno versato il denaro trovato nel tempio del Signore e l’hanno consegnato in mano ai sorveglianti e agli operai». 18 Poi lo scriba Safan annunciò al re: «Il sacerdote Chelkia mi ha dato un libro». Safan ne lesse una parte davanti al re. 19 Udite le parole della legge, il re si stracciò le vesti. 20 Il re comandò a Chelkia, ad Achikàm, figlio di Safan, ad Abdon, figlio di Mica, allo scriba Safan e ad Asaià, ministro del re: 21 «Andate, consultate il Signore per me e per quanti sono rimasti in Israele e in Giuda riguardo alle parole del libro che è stato trovato; grande infatti è la collera del Signore, che si è riversata su di noi, perché i nostri padri non hanno ascoltato le parole del Signore, mettendo in pratica quanto sta scritto in questo libro».
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Nella Parola che oggi riceviamo dalla bontà di Dio è più volte presente il verbo “trovare”, che viene riferito principalmente allo straordinario casuale ritrovamento del Libro, ma che è presente al ver.17 anche per “il denaro trovato nel tempio del Signore”, denaro di cui si dice anche al ver.14, denaro necessario per i lavori di restauro del tempio. Ma sembra che il vero “denaro” necessario sia proprio il tesoro del libro trovato nel tempio, senza il quale ogni altro restauro sarebbe inutile.
Ogni “riforma” del Popolo di Dio della Prima come della Seconda Alleanza è sempre come un ritrovamento del Libro che è affondato nella trascuratezza e nella dimenticanza (!). Così è anche in ogni dono di “conversione” di ogni figlio di Dio. Un ritrovamento che è insieme doloroso e meraviglioso. Non può non essere doloroso perché con la sua luce rivela, ricorda, giudica le nostre tenebre, ma quindi meraviglioso perché apre la strada al ravvedimento e al rinnovamento del tempio della vita di ciascuno e di tutti.
Emerge la persona del re come colui che per primo percepisce la lontananza e il tradimento denunciati dal Libro stesso nel semplice ascolto delle sue Parole: “Udite le parole della legge, il re si stracciò le vesti” (ver.19). E’ interessante anche la “catena” di persone per la consegna del Libro e di reazione che il Libro stesso esige e suscita. Nessuno di loro è peraltro in grado di cogliere e di indicare la via della conversione, ma non si può negare l’irruzione provocatoria di questa Libro trovato per caso. E’ chiaro che “i nostri padri non hanno ascoltato le parole del Signore, mettendo in pratica le parole del Signore (alla lettera: “per fare secondo tutte le cose scritte in questo libro”).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.