18 Quindi entrarono negli appartamenti reali di Ezechia e gli dissero: «Abbiamo purificato tutto il tempio del Signore, l’altare degli olocausti con tutti gli utensili e la tavola dei pani dell’offerta con tutti gli utensili. 19 Abbiamo rinnovato e consacrato tutti gli utensili che il re Acaz con empietà aveva messo da parte durante il suo regno. Ecco, stanno davanti all’altare del Signore». 20 Allora il re Ezechia, alzatosi, riunì i capi della città e salì al tempio del Signore. 21 Portarono sette giovenchi, sette arieti, sette agnelli e sette capri per offrirli per la casa reale, per il santuario e per Giuda, in sacrificio per il peccato. Il re ordinò ai sacerdoti, figli di Aronne, di offrirli in olocausto sull’altare del Signore. 22 Sgozzarono i giovenchi, quindi i sacerdoti ne raccolsero il sangue e lo sparsero sull’altare. Sgozzarono gli arieti e ne sparsero il sangue sull’altare. Sgozzarono gli agnelli e ne sparsero il sangue sull’altare. 23 Quindi fecero avvicinare i capri per il sacrificio per il peccato, davanti al re e all’assemblea, che imposero loro le mani. 24 I sacerdoti li sgozzarono e ne sparsero il sangue sull’altare, quale sacrificio per il peccato, in espiazione per tutto Israele, perché il re aveva ordinato l’olocausto e il sacrificio per il peccato per tutto Israele.
25 Egli inoltre assegnò il loro posto ai leviti nel tempio del Signore, con cimbali, arpe e cetre, secondo le disposizioni di Davide, di Gad, veggente del re, e del profeta Natan, poiché si trattava di un comando del Signore, comunicato per mezzo dei suoi profeti. 26 Quando i leviti ebbero preso posto con gli strumenti musicali di Davide e i sacerdoti con le loro trombe, 27 Ezechia ordinò di offrire gli olocausti sull’altare. Quando iniziò l’olocausto, cominciarono anche i canti del Signore al suono delle trombe e con l’accompagnamento degli strumenti di Davide, re d’Israele. 28 Tutta l’assemblea si prostrò, mentre si cantavano inni e si suonavano le trombe; tutto questo durò fino alla fine dell’olocausto.
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Commuove e rallegra pensare ai tempi secolari di questa fedele liturgia di Israele e al suo compimento in Gesù. Di questo possiamo ricevere un saggio prezioso in un testo come Ebrei 9. Il nostro brano conferma la caratteristica propria e meravigliosa della fede ebraico-cristiana, come evento non fuori dalla storia, ma creatore di storia: Fonte! Fonte e culmine, come ci ha regalato la parola del Concilio. Liturgia che esprime e celebra l’incontro tra Dio e l’umanità. Qui, in particolare, l’evento di un’umanità che sedotta e ingannata da idoli di vanità e di potenza, ora ritorna al suo Signore. Molti sacerdoti e molti leviti per la celebrazione del sacrificio di espiazione per i peccati – o per il peccato – di tutto il popolo. E’ “sacrificio per il peccato per tutto Israele” (ver.24).
“Quando iniziò l’olocausto, cominciarono anche i canti del Signore” (ver.27). Ieri sera ho saputo che il Papa ha promosso “la festa del perdono”. Quasi per caso ne avevamo fatto cenno prima in un incontro. Vogliamo celebrare questa “festa del perdono”. Questo intreccio tra la nostra condizione di poveri peccatori e la nostra gioia per la potenza della misericordia divina attuata dalla Pasqua del nostro Signore Gesù.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
25 Marzo, festa dell’Annunciazione.
Amiche e amici carissimi, oggi la Festa dell’Annunciazione del Signore
ci fa sostare nel nostro cammino quotidiano perché possiamo porre
l’attenzione della nostra preghiera ai testi biblici previsti per l’odierna liturgia. Può essere grande opportunità dedicarci all’ascolto di questa Parole, e particolarmente al brano evangelico di Luca. L’ “annunciazione del Signore” è quello che noi in qualche modo celebriamo ogni giorno aprendo mente e cuore al dono della Parola che ci viene a visitare. Ne approfitto per ringraziarvi di gran cuore per il grande bene che mi fate con la vostra vicinanza di affetto e di preghiera. Dio vi benedica e voi beneditemi. Vostro. Giovanni.