1 Riguardo poi a questo servizio in favore dei santi, è superfluo che io ve ne scriva. 2 Conosco infatti la vostra buona volontà, e mi vanto di voi con i Macèdoni, dicendo che l’Acaia è pronta fin dallo scorso anno e già molti sono stati stimolati dal vostro zelo. 3 Ho mandato i fratelli affinché il nostro vanto per voi su questo punto non abbia a dimostrarsi vano, ma, come vi dicevo, siate realmente pronti. 4 Non avvenga che, se verranno con me alcuni Macèdoni, vi trovino impreparati e noi si debba arrossire, per non dire anche voi, di questa nostra fiducia. 5 Ho quindi ritenuto necessario invitare i fratelli a recarsi da voi prima di me, per organizzare la vostra offerta già promessa, perché essa sia pronta come una vera offerta e non come una grettezza.
6 Tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. 7 Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. 8 Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. 9 Sta scritto infatti: Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno.
2Corinzi 9,1-9

Potremo forse essere tentati di dire, a proposito della “meticolosità” che sembra di intravedere in Paolo, che quello che conta è la sostanza. Ma è bene tenere presente che nell’orizzonte della fede anche la cura per “la liturgia” degli eventi è importante.
Qui poi ci può essere anche la preoccupazione per come propositi e sentimenti siano esposti sempre a oscillazioni.
Infine possiamo considerare come l’annuncio e la testimonianza del Vangelo esigano appunto modalità semplici e forti, capaci di essere esse stesse annuncio evangelico.
Quindi, dopo aver detto superfluo che egli ne scriva ancora, l’Apostolo ribadisce le sue raccomandazioni, e al ver.3 dice che l’invio di alcuni fratelli prima della sua venuta ha lo scopo confermare i propositi e i passaggi della colletta in favore dei cristiani di Gerusalemme.
Deve essere evidente che l’offerta già promessa “sia pronta come una vera offerta e non come una grettezza” (ver.5).
Citando Proverbi 11,24 (ver.6), Paolo chiede, citando Deuteronomio 15,10, che l’offerta sia generosa, e anche senza tristezza, perché, e qui egli cita la versione greca di Proverbi 22,8, “Dio ama chi dona con gioia”!
E infine, al ver.9, cita il Salmo 111(112),9: “Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno”. E’ un versetto che amo molto, anche perché quel “largheggiare” vorrebbe addirittura dire “sperperare”, e in Luca 15,13 è attribuito in negativo al Prodigo della parabola, che “sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto”.
Nella tradizione cristiana alcuni padri hanno individuato in questo figlio sperperatore il Signore Gesù, che infatti una certa interpretazione iconografica raffigura tornato al Padre con le ferite della Croce sulle mani e sui piedi!
Dunque, un grande sperperare, e con gioia.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni
Mi attirano, negli ultimi versetti, quelle parole ispirate ai Proverbi: “chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà”. Il gesto generoso del seminatore (in ogni tipo di semina) si materializza subito nella figura del giusto di cui si dice: “Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno”. Ha largheggiato o addirittura sperperato, come sottolinea Giovanni; “dispersit”, traduce la Vulgata. E questo, con gioia, in letizia (alla maniera di Francesco d’Assisi), poiché “Dio ama chi dona con gioia”. L’esito, per chi dona, è pienamente gratificante: Dio sovrabbonda nei suoi doni, in modo che egli abbia “sempre il necessario in tutto”; il necessario in tutto è l'”autarchia”, nel testo greco, cioè che non manchi nulla al suo benessere…