3 Il re si voltò e benedisse tutta l’assemblea d’Israele, mentre tutta l’assemblea d’Israele stava in piedi, 4 e disse: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, che ha adempiuto con le sue mani quanto con la bocca ha detto a Davide, mio padre: 5 “Da quando feci uscire il mio popolo dalla terra d’Egitto, io non ho scelto una città fra tutte le tribù d’Israele per costruire una casa, perché vi dimorasse il mio nome, e non ho scelto nessuno perché fosse condottiero del mio popolo Israele; 6 ma ho scelto Gerusalemme perché vi dimori il mio nome e ho scelto Davide perché governi il mio popolo Israele”. 7 Davide, mio padre, aveva deciso di costruire una casa al nome del Signore, Dio d’Israele, 8 ma il Signore disse a Davide, mio padre: “Poiché hai deciso di costruire una casa al mio nome, hai fatto bene a deciderlo; 9 solo che non costruirai tu la casa, ma tuo figlio, che uscirà dai tuoi fianchi, lui costruirà una casa al mio nome”. 10 Il Signore ha attuato la parola che aveva pronunciato: sono succeduto infatti a Davide, mio padre, e siedo sul trono d’Israele, come aveva preannunciato il Signore, e ho costruito la casa al nome del Signore, Dio d’Israele. 11 Vi ho collocato l’arca, dove c’è l’alleanza che il Signore aveva concluso con gli Israeliti».
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La preghiera di benedizione che Salomone pronuncia in questi versetti è introduttiva di quella che seguirà in questo stesso capitolo. Il suo grande valore sta nel mostrare la preziosità della storia che non procede a strappi e a contradizioni, ma è tutta misteriosamente e meravigliosamente condotta da Dio, e anche quando sembra produrre eventi che contraddicono il passato, in realtà ne sono l’adempimento. Tutto in ogni modo è condotto da Lui!
La storia di Israele comincia con la sua liberazione dall’Egitto (ver.5). Questo è un dato di straordinaria importanza sul quale non possiamo ora soffermarci. Basti dire che mentre i popoli custodiscono i miti eroici delle loro origini, e la loro terra come quella che li ha generati, gli ebrei hanno come inizio della loro storia l’azione potente di Dio che li ha salvati e liberati dal dominio degli egiziani immettendoli nel grande cammino nel deserto fino alla terra promessa.
Questo lungo cammino in grande povertà e tra i prodigi che Dio non ha cessato di compiere è stato un cammino di speranza, verso eventi futuri. Fino all’elezione divina per un luogo, Gerusalemme, e una persona, Davide (ver.6). La decisione di Davide di costruire una casa per il Signore non è smentita, ma ancora condotta da Lui che accetta tale decisione ma ne conferisce il compimento non a Davide ma a suo figlio. A Salomone, appunto (ver.9). Ma questo non significa la negazione del pensiero di Davide e del suo progetto. Ma, senza dirne neppure le ragioni che abbiamo già trovato nei testi precedenti, per le troppe imprese belliche di Davide, viene differito e conferito a Salomone. Per questo, le due figure, Davide e Salomone, sono “necessarie” l’una all’altra! Questo ci chiede di essere interpreti prudenti e saggi della storia nostra e di tutti, cogliendone la continuità anche quando si presentasse come contradizione o frattura. La grazia di Dio non si interrompe mai.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.