13 Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. 14 Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. 15 Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. 16 Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; 17 quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore. 18 Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
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Mi sorprende anche oggi la Parola del Signore ricordandomi come io mi trovi, malgrado tanti doni da Lui ricevuti, tra coloro “che non hanno speranza”(ver.13). Tra coloro cioe’ che si rassegnano ad una severa fatale linea di confine tra i vivi e i morti. Invece questa barriera, questo confine, non c’e’ piu’! Se crediamo che “Gesu’ e’ morto e risorto”(ver.14), sappiamo che chi non e’ piu’ con noi in questo esodo terreno e’ con Gesu’. Dov’e’ mia mamma? Dov’è S.Francesco? Dov’è Papa Giovanni? Sono tutti nella pienezza della Pasqua di Gesù. Nella sua morte e risurrezione. L’ignoranza di questo e’ il principio e la ragione del nostro essere “tristi, come gli altri che non hanno speranza”(ver.13). La fede nella Pasqua di Gesù ci conduce invece verso di loro che sono riuniti in Lui.
Noi “che viviamo”(ver.15) troviamo la vera sapienza e la vera pace quando interpretiamo il senso profondo della nostra vita terrena come la grande attesa della venuta per noi del Signore nella gloria degli angeli e dei santi. Non possiamo sapere se il passaggio finale sarà per noi quello della nostra pasqua, del nostro passaggio da questo mondo al Padre, o quello del grande ritorno finale del Cristo. Ma questo non e’ di grande rilievo.
Quello che crediamo e speriamo e’ che anche noi verremo “rapiti insieme con loro”, cioè con tutti quelli di cui ho appena citato solo alcuni nomi, “per andare incontro al Signore”(ver.17). “…cosi’ per sempre saremo con Lui”.
Oggi questo ci viene donato insieme ad una precisa indicazione:”Confortatevi dunque a vicenda con queste parole”. E’ un prezioso conforto di cui ho molto bisogno e per il quale vi ringrazio con molta riconoscenza.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Non riusciamo a rassegnarci al pensiero che questo prodigio, che è la nostra vita sulla terra, sia destinato a finire. Poi, non ci saremo più e tutto andrà avanti senza di noi… La primitiva comunità aveva già affrontato e dato la risposta a questo terribile problema: “quelli che dormono” non sono finiti per sempre; “la severa fatale linea di confine tra i vivi e i morti non c’è più”, come ha scritto d.Giovanni. L’autore della lettera usa qui due splendide espressioni per dirci qual è il nostro destino: andremo “incontro al Signore” e “saremo per sempre con lui”. Finirà la nostra vita fisica, biologica, ma non tutto il resto…