51 Ecco, io vi annuncio un mistero: noi tutti non moriremo, ma tutti saremo trasformati, 52 in un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Essa infatti suonerà e i morti risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati. 53 È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta d’incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta d’immortalità. 54 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
La morte è stata inghiottita nella vittoria.
55 Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
56 Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. 57 Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! 58 Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.
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Credo che la preziosità dei vers.51-53 stia nella descrizione di quello che avverrà ai “noi” ancora al mondo nel momento dell’avvento glorioso del Signore Gesù. Infatti è quello che deve avvenire a tutti noi! Tutti saremo “trasformati”(vers.51-52), perché, come ascoltavamo al ver.50, “carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio”. Il ver.53 spiega l’evento come un essere “vestiti” di incorruttibilità e di immortalità. Allora “si compirà la parola della Scrittura” (ver.54). La bella citazione tratta sia da Isaia che da Osea porta due volte il termine “vittoria”, parola rara nella Bibbia, che nel nostro brano Paolo riprende al ver.57, e che non significa tanto la vittoria “su” o “contro” qualcuno, ma la pienezza dell’opera divina in noi, compiuta “per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo”.
Il ver.56 riprende la citazione del ver.55 per spiegare il significato del termine “pungiglione”, che la versione latina rende con “stimulus”, per indicare un’aggressione mortale: “Il pungiglione della morte è il peccato”. E, di seguito, “la forza (alla lettera, la “potenza”) del peccato è la Legge”!!. Un’affermazione straordinaria e “scandalosa”, decisiva per la fede di Gesù. Il tema è ampiamente sviluppato nella Lettera ai Romani.
Qui noi ci limitiamo a sottolineare l’affermazione successiva: “Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!” (ver.57). La contrapposizione è dunque tra “Gesù Cristo” e la “Legge”. Il rapporto tra Dio e il Popolo della Prima Alleanza era generato, illuminato e guidato dalla Parola che insieme era salvezza e giudizio del Signore verso il suo Popolo. Con il compiersi dei tempi e la venuta del Messia Salvatore, e Lui, Gesù, il Cristo del Padre, che genera, illumina e guida il Popolo di Dio. Tutto questo Egli lo compie con un “giudizio di salvezza”. Questo giudizio è il suo sacrificio d’amore, la sua Croce per la salvezza dell’umanità. Questa è la “vittoria” sul male e sulla morte che Dio ci dà “per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo” (ver.57). La salvezza, che la Legge non può dare, perchè ci comunica il giudizio divino ma non ci dona la forza di accoglierlo, ce la dona Gesù che prende su di Sé il peccato del mondo ed effonde su ogni carne la potenza della sua misericordia., e il dono del suo Spirito che ci conduce nella via nuova del Vangelo.
Il ver.58 vuole trarre da ciò la conseguenza per noi. Dobbiamo rimanere “saldi e irremovibili”, due parole rese con termini rari (quello che in italiano è “irremovibili” compare solo qui in tutti gli scritti del Nuovo Testamento),e la forza e la determinazione assoluta in questo nostro “stare”, è il segreto e la potenza del nostro “progredire”: “progredendo sempre più nell’opera del Signore”: per camminare, bisogna stare in Lui! Se no, ci si agita e basta! La fedeltà del nostro vincolo di comunione con Gesù è ciò che rende possibile il nostro crescere in Lui. Questo è fatica! Ma questa fatica non è vana!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Ecco, vi annuncio un mistero”: è quello che Dio vuol fare e che ha predisposto per noi, cioè che “tutti saremo trasformati”. In che consiste questa trasformazione? Questo nostro corpo corruttibile si rivestirà di incorruttibilità, questo corpo mortale si vestirà di immortalità! A quel punto la morte sarà “inghiottita” definitivamente con i suoi accoliti. Il v.56 li mette insieme in poche parole: la legge, il peccato e la morte. Non rimane che dire grazie a Colui che compie questo prodigio in nostro vantaggio e favore. Allora, la nostra fatica, il “lavoro stancante” in cui siamo coinvolti con il Signore, non sono e non saranno stati vani.