25 È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. 26 L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, 27 perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però, quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. 28 E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
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Il tempo di quest’ultima ora della storia, il tempo della Chiesa e dell’intera umanità, è determinato dal compiersi della signoria di Gesù su tutti i nemici. Passiamo accanto al grande tema e al grande mistero del male. Il male è il grande “nemico” di Dio e dell’umanità. Una proposta di lettura del ver.25 dice che è Dio a porre tutti i nemici sotto i piedi di Gesù. Quello che è certo è che l’uomo non è certo in grado di vincere e di sottomettere questo “nemico”! Anche nella vicenda e nell’esperienza di ciascuno di noi è evidente questa lotta che l’uomo non può non considerare e tentare. La fede è la rivelazione che Dio partecipa a tale lotta. Anzi, che tale lotta è propriamente sua. L’uomo partecipa a tale lotta. La sua partecipazione è quello che il credente può e deve fare. Ma l’azione, come chiaramente dice il nostro testo, non può essere che di Dio stesso.
La morte, conseguenza e sanzione del male, sarà “l’ultimo nemico a essere annientato”. Di questo, la risurrezione di Gesù è il segno efficace e già operante nella nostra fede. Mi sembra si possa – e si debba – dire, che l’esperienza di tale lotta e vittoria sul male è già in qualche modo presente e potente nell’esperienza dell’amore. Mi piace pensare e dire che propriamente il cristiano non muore più, perché è destinato e chiamato non a morire, ma a dare la vita.
E questa sarà appunto la fine – perchè ne è anche “il fine” – della storia: che ogni cosa sia sottoposta al Signore Gesù. Qui è interessante notare che non dice, come dice esplicitamente della morte al ver.26, che sarà annientata, ma, appunto “sottoposta”. E anche questa è esperienza che la fede consente e promuove. Viene vinto un “disordine” che eleva a potere divino quello che non lo è, facendone un idolo di terrore e affermandolo come quel “potere di dare la morte” che da Caino a Gesù domina tutta la storia dell’umanità: dalla guerra, alla pena di morte, ad ogni giustificazione-accettazione di pensieri, progetti ed eventi di morte.
L’ultimo evento di questa globale “sottomissione” al Figlio di Dio, è la sua sottomissione a “Colui che gli ha sottomesso ogni cosa”. Questo è di assoluta e decisiva importanza: Gesù non è un “anti-dio”, come invece lo sarebbe e lo è l’ ”anti-cristo”. La divinità del Figlio è la sua assoluta sottomissione- comunione- obbedienza al Padre. E questo è decisivo per l’intera umanità e per ognuno di noi. Coincidono infatti totale liberazione dal male e dalla morte, piena partecipazione al mistero di Dio, e la nostra figliale sottomissione-obbedienza al Padre. In Gesù, e con Gesù, anche noi “figli”!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte”: una gran bella notizia! Con Gesù, siamo riconciliati anche con la morte, che dovrebbe essere diventata per noi “sorella morte”. Possiamo sperare che il Signore stesso e i nostri fratelli, che ci saranno vicini in quel passaggio, ci aiutino a viverla così e a donare la vita come dice don Giovanni. – Il testo cita il salmo 8, “ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi”: sono parole riferite all’uomo, signore (anche se talvolta scriteriato) del creato. Gesù è il vero uomo, “il Figlio dell’uomo” in senso pieno, che può esercitare questa signoria in modo completo e perfetto. – Alla fine, Dio sarà tutto in tutti: già ora, abbiamo letto al capitolo 12, egli opera tutto in tutti; poi sarà luce e vita, in cui staremo e continueremo il nostro cammino.