7 A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: 8 a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; 9 a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; 10 a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. 11 Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.
12 Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. 13 Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
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La manifestazione dello Spirito è data a ciascuno! Non si tratta dunque di una condizione di particolare privilegio, ma ad ognuno è data! Per questo, si potrebbe anche rinunciare ad aggiungere al termine “manifestazione” l’attributo “particolare”. In ogni discepolo del Signore si manifesta il dono dello Spirito. Credo sia molto utile e bello che si cerchi e si colga in ciascuno il dono del Signore. Gli “esempi” che di tale dono sono citati nei versetti seguenti vogliono essere solo esempi e non categorie esclusive di appartenenza. Per questo, sarà necessario e fecondo unire strettamente il cap.12 al cap.13 che svilupperà ampiamente il tema dell’amore come dono supremo dello Spirito, dono che non può mancare in nessuno, dono supremo che magari non si manifesta con caratteristiche e mansioni particolari, ma che è l’anima di tutto il corpo ecclesiale.
L’azione dello Spirito viene descritta nei vers.8-11 con locuzioni diverse: “..per mezzo dello Spirito…dallo stesso Spirito…nello stesso Spirito…nell’unico Spirito…”, per dire che diverse sono le modalità e diversi i modi di questa manifestazione, ma che “tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole”. Sono dunque doni che lo Spirito fa a ciascuno e a tutti in assoluta libertà. Non essendo conquiste e meriti personali, diventano per ciascuno una semplice ed umile “obbedienza” al dono di Dio. Ed è questo a garantire che tutto sia vissuto non come vanto personale o competizione, come forse era il rischio della comunità di Corinto denunciato fin dall’inizio della Lettera, ma come contributo al “bene comune” (ver.7).
I vers.12-13 introducono il tema e l’immagine del corpo e delle membra che sarà ampiamente sviluppato in seguito. E l’Apostolo porta il suo discorso ad una forma di “personalizzazione” che caratterizza e differenzia l’immagine del corpo e delle membra da come tale immagine è presente nella cultura greco-romana e che abbiamo forse tutti conosciuto a scuola nell’’apologo di Menenio Agrippa. Il “corpo” dice Paolo, è il Cristo stesso. E noi siamo stati “battezzati mediante un solo Spirito” in quel corpo che è il Cristo, e ”tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito”. Non si tratta di una divisione e organizzazione di compiti, ma della stessa nuova vita che abbiamo ricevuto in dono. E “tutti” l’abbiamo ricevuta: “Giudei o Greci, schiavi o liberi”: le grandi diversità etniche e culturali, e le grandi discriminazioni sociali vengono raccolte nella comunione delle membra nell’unico corpo. Ciò che unisce è assolutamente prevalente su ciò che differenzia, ed è positivo “condizionamento” affinchè ogni condizione sia veramente orientata e dedicata al “bene comune” (ver.7).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“A ciascuno è data una manifestazione dello Spirito per il bene comune”: è utile e bello – come suggerisce don Giovanni – che oggi ognuno di noi si chieda: Qual è il mio carisma? Quale la manifestazione dello Spirito in me? E’ bene apprezzare positivamente quello che ci è stato dato e che noi mettiamo in opera in vista del vantaggio di tutti. Per quanto modesto possa essere il nostro ruolo, vi è in esso una manifestazione dello Spirito. – In questo Spirito siamo stati battezzati, cioè immersi in lui, come si faceva nelle acque battesimali, per rialzarci come corpo nuovo, un solo corpo, che è Cristo. Come i padri ebrei bevvero dalla roccia, così noi ci dissetiamo attingendo da quella fonte inesauribile che è lo Spirito.