17Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.
18La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. 19Sta scritto infatti:
Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l’intelligenza degli intelligenti.
20Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? 21Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.
1Corinzi 1,17-21

Ci troviamo oggi in un passaggio capitale di questa prima parte della lettera ai Corinti: il confronto tra la sapienza della croce e la sapienza del mondo. Teniamo conto anche della collocazione geografica e culturale di questa piccola comunità cristiana nel grande mondo del pensiero classico e occidentale.
Paolo è ben convinto che “la parola della croce” è, per le sapienze mondane, “stoltezza”. Eppure essa è “potenza di Dio” (ver. 18). “La stoltezza della predicazione” (ver. 21) è in realtà quella sapienza di Dio che dimostra “stolta la sapienza del mondo” ( ver. 20).
Per arricchire la nostra preghiera di oggi anticipiamo quello che sarà esplicitato poi. La parola della croce è il grande segreto della sapienza divina che Gesù è venuto ad annunciare e a donare: il senso profondo della vita è donare la vita. È fare della vita una fonte di vita. Questo è l’amore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni