10 Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire. 11 Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie. 12 Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo». 13 È forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo? 14 Ringrazio Dio di non avere battezzato nessuno di voi, eccetto Crispo e Gaio, 15 perché nessuno possa dire che siete stati battezzati nel mio nome. 16 Ho battezzato, è vero, anche la famiglia di Stefanàs, ma degli altri non so se io abbia battezzato qualcuno. 17 Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.
1Corinzi 1,10-17

Ricordavamo il seguito della Parola di ieri, ma volutamente l’abbiamo ignorato, perché la Parola di oggi non annulla alcuna delle affermazioni di ieri circa la meraviglia del dono di Dio e il cammino luminoso della comunità di Corinto. L’ammonizione di oggi è dunque correzione e purificazione da quello che porterebbe ostacolo a questa storia.
Quello che Paolo rimprovera ai Corinti sono le “divisioni tra voi”. Questo avviene quando i doni di Dio vengono stravolti come vicenda e possesso personale. Possiamo anche ironicamente constatare che quello che ci attribuiamo nello stesso tempo ci asservisce: “Io sono di Paolo … , io sono di Apollo…” (ver. 12). Da qui i confronti, le divisioni e le rivalità che umiliano l’esperienza della comunità cristiana.
L’unica grande potenza di reazione è la celebrazione e l’ascolto della parola evangelica, potenza che insieme libera e unisce. Ai ver. 14-17 Paolo fa un confronto con il dono stesso del battesimo, fonte e principio di ogni esistenza cristiana. Ma anch’esso, appunto, potrebbe introdurre elementi storici, geografici e spirituali, che potrebbero provocare divisione. Tale potenza del vangelo ha il suo segreto, come vedremo, nella croce di Cristo (ver. 17).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni
Siamo “chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo”: così si concludevano i versetti di ieri. Chiamati e già ammessi a una “comune unione” con lui. Ma cos’è questa comunione, in cosa consiste questa condizione, donataci da Dio? Risponde oggi il v.10: una “perfetta unione di pensiero e di sentire”. La parte più intima di noi stessi, i nostri pensieri, ma anche la nostra sensibilità, sentimenti ed emozioni, gli orientamenti e gli intenti finali: tutto comdiviso con il Signore Gesù e con il suo vivere. Condividere con lui quello che, secondo i Vangeli, è fondamentale, essenziale: l’orientamento verso gli altri e il dono di sè.