3 Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, 4 per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, 5 che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo.
6 Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, 7 affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. 8 Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, 9 mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.
1 Pietro 1,3-9

Subito dopo il saluto ai destinatari della lettera, un inno di lode al Signore. Anche per noi oggi è così: ci salutiamo e insieme lodiamo il Signore! E’ una bella grazia! Il Padre è proprio bravo! Ha rivelato e donato la sua misericordia mediante la risurrezione di Gesù: questo è significativo, perché come Gesù è risorto, anche noi siamo stati “rigenerati” (è un verbo raro che ritroveremo qui al ver.23 di questo capitolo), e quindi siamo “risorti”, nati per la vita nuova! E’ la nostra esperienza concreta della “risurrezione”.
Questa risurrezione ha orientato e promosso la nostra vita verso “una speranza viva”: “un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce”(ver.4). Mi sembra importante insistere a sottolineare il rapporto tra questa nostra esperienza e la risurrezione, che dunque non è solo quello che accade “dopo la morte”, ma che è già ora, in pienezza, esperienza di vita nuova che si lascia alle spalle e continuamente rigetta la morte. E come il Signore Gesù è “nei cieli” alla destra del Padre, così anche la nostra vita nuova “è conservata nei cieli”(ver.4). Noi “dalla potenza di Dio” siamo custoditi “mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo”. Questo “ultimo tempo” è al di là del tempo che stiamo vivendo, alla fine, quando tutto questo sarà pienamente e gloriosamente rivelato: così il ver.5.
Tale prospettiva fa sì che noi siamo già ora “ricolmi di gioia”(ver.6). E lo siamo anche se dobbiamo essere “per un po’ di tempo, afflitti da varie prove”. Oggi è molto importante che noi riflettiamo su questa “com-presenza” di gioia e afflizione nella vita cristiana. Le prove della vita e l’afflizione che esse portano con sé purificano la nostra fede, cioè la mettono sempre più allo scoperto! Come potremmo vivere se venisse a mancarci il dono di Dio? Resa splendente dalle prove della vita, la nostra fede, pur piccola e povera, in noi così deboli e fragili, sarà per noi “lode, gloria e onore quando Gesù si manifesterà”, appunto alla fine. Sento opportuno e necessario insistere a che noi ci rendiamo conto della condizione di sofferenza dei nostri fratelli che dovessero portare le prove della vita senza il dono che noi abbiamo ricevuto senza nostro merito né nostra fatica!
Noi non vediamo Gesù con i nostri occhi, ma lo vediamo con lo sguardo della fede e abbiamo quindi anche la gioia indicibile e gloriosa (ver.8) di poterlo amare perché per il dono della fede viviamo con Lui, in Lui e per Lui. Questa è la salvezza. La salvezza della nostra vita: questo è il significato dell’espressione “nostre anime” del ver.9.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
La benedizione tipica dei nostri padri ebrei si veste di novità: è rivolta a “Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo”. – Che cos’è quell’eredità che vivamente speriamo di ottenere? Per gli ebrei era la terra promessa; per noi – dice la TOB – è il Regno promesso a chi crede. Lavorando un po’ di fantasia, mi piace estendere l’eredità a tutto quello che appartiene al Padre: gestiremo con Lui il mondo e l’universo galattico? Sicuramente avremo parte alla sua vita divina e alla sua gloria. – Al v.8: “Voi lo amate, pur senza averlo visto…”:tutti, credo, cerchiamo di immaginarcelo accanto a noi, in noi… e facciamo anche fatica perché è modesta la nostra fede; tuttavia accogliamo le parole di Pietro: ora, senza vederlo, crediamo in lui (v.8b).