11 Poiché questo è il messaggio che avete udito da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. 12 Non come Caino, che era dal Maligno e uccise suo fratello. E per quale motivo l’uccise? Perché le sue opere erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste.
13 Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia. 14 Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. 15 Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna che dimora in lui.
16 In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. 17 Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? 18 Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
Seleziona Pagina
Abbiamo incontrato già in 1Gv.2,7-8 l’affermazione che apre oggi il nostro brano: l’amore fraterno è in assoluto “il principio” della vita nuova nel Signore Gesù. Principio non solo “temporale”, ma fonte ed essenza della nostra esistenza: che ci amiamo gli uni gli altri. Teniamo in gran conto anche la nota di assoluta reciprocità che caratterizza l’amore fraterno, come vedremo più avanti, anche quando sembra ci siano passaggi nei quali tale amore ha una direzione “unilaterale”. Sempre l’amore è reciproco!
La tragica figura di Caino diventa quindi la radicale opposizione al comandamento dell’amore. L’uccisione del fratello assume il significato di un dramma universale, perché nella paternità di Dio su tutta l’umanità – e questo, non sempre è stato custodito nella storia del cristianesimo, e molte volte, per non dire quasi sempre, anche ai nostri giorni! – ogni uomo e ogni donna della terra sono nostri fratelli, sono coloro per i quali il Figlio di Dio ha offerto la sua vita. Per questo è di alto significato che Gesù sia figura di alternativa universale alla figura di Caino che nella vicenda dei progenitori è anch’egli figura universale, segno e inizio di una storia di universale conflitto tra fratelli, figli dello stesso Padre! Non si tratta della condizione di un patto nato per una tesi o un progetto della storia umana, ma è elemento fondamentale del disegno divino!
Mi sembra molto importante anche la misteriosa affermazione secondo la quale, sempre al ver.12, Caino uccise il suo fratello “perché le sue opere erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste”. Il testo di Genesi non ci consegna questa affermazione sulle opere dei due fratelli, e questo mette ancor più in evidenza che giustizia e malvagità sono rivelate e manifestate da quello che generano nei rapporti tra le persone: sono certamente malvagie le opere che vengono difese e affermate attraverso segni e azioni di odio fraterno!
Ed è per questo che, dice Giovanni, non dovete meravigliarvi “se il mondo vi odia” (ver.13). Anzi, in certo senso il mondo si rivela nella sua mondanità peccaminosa e violenta proprio in questo odio verso l’agire evangelico. Al contrario, dice il ver.14, ” noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli”. Questa affermazione è di estrema importanza, perché non è che se amiamo i fratelli passiamo dalla morte alla vita, ma l’amore fraterno è il segno e la celebrazione del dono divino che ci ha fatto passare da un’esistenza di morte alla vita nuova dei figli di Dio! Così il ver.14, che afferma come, al contrario, “chi non ama, rimane nella morte”. Rimane cioè nella condizione negativa della creatura umana prigioniera del male e della morte. L’odio verso il fratello è già in se stesso omicidio, e chi odia “non ha la vita eterna dimorante in lui”. Non capisco perché il traduttore italiano aggiunga quel “più”.
Di tutto questo Gesù è il principio assoluto, perché “Egli ha dato la sua vita per noi”(ver.16), e questo è il fondamento assoluto dell’etica cristiana, il senso profondo della vita nuova: “dare la vita per i fratelli”. E mi sembra importante e affascinante che il ver.17 ce ne dia la prova attraverso un esempio di semplice quotidianità ! Il fratello in necessità è l’occasione, la provocazione e la prova della guida dell’amore fraterno in ogni vicenda piccola e grande della vita di ognuno di noi.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Che ci amiamo gli uni gli altri” più che una regola, è il “messaggio”, la notizia che abbiamo udito fin dal principio. E’ un annuncio magnifico per noi, poiché amare è la cosa che tutti possiamo fare: non ci viene proposto di santificarci, aspirare alla perfezione o altre mete irraggiungibili per la maggior parte di noi; l’amore è alla portata di tutti. E un amore concreto: non a parole, alti sentimenti…, ma con i fatti, in soccorso del fratello bisognoso, “vedendo il fratello in necessità”. Come Gesù “ha posto la sua anima per noi”, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli: questo accostamento ci potrebbe spaventare; ma in realtà quello che Gesù ha fatto è unico; per noi – credo – basta dare la vita nel quotidiano, nelle piccole cose della nostra esistenza.