16 Allora il re Davide andò a presentarsi davanti al Signore e disse: «Chi sono io, Signore Dio, e che cos’è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui? 17 E questo è parso poca cosa ai tuoi occhi, o Dio: tu hai parlato della casa del tuo servo per un lontano avvenire; mi hai fatto contemplare come una successione di uomini in ascesa, Signore Dio! 18 Come può pretendere Davide di aggiungere qualcosa alla tua gloria? Tu conosci il tuo servo. 19 Signore, per amore del tuo servo e secondo il tuo cuore, hai compiuto tutte queste grandi cose, per manifestare tutte le tue meraviglie. 20 Signore, nessuno è come te e non vi è altro Dio fuori di te, proprio come abbiamo udito con i nostri orecchi. 21 E chi è come il tuo popolo, come Israele, unica nazione sulla terra che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé e per procurarsi un nome grande e stabile? Tu hai scacciato le nazioni davanti al tuo popolo, che tu hai riscattato dalla nazione d’Egitto. 22 Hai reso il tuo popolo Israele popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro. 23 Ora, Signore, la parola che hai pronunciato sul tuo servo e sulla sua casa resti per sempre e fa’ come hai detto. 24 Il tuo nome sia saldo e sia magnificato per sempre così: “Il Signore degli eserciti, Dio d’Israele, è Dio per Israele!”. La casa di Davide, tuo servo, sia stabile davanti a te! 25 Poiché tu, Dio mio, hai rivelato al tuo servo l’intenzione di costruirgli una casa, per questo il tuo servo ha trovato l’ardire di pregare alla tua presenza. 26 Ora, Signore, tu sei Dio; hai fatto al tuo servo queste belle promesse. 27 Dégnati dunque di benedire ora la casa del tuo servo, perché sia sempre dinanzi a te! Poiché quanto tu, Signore, benedici, è sempre benedetto».
Seleziona Pagina
Avverto una grande vicinanza tra questa preghiera di Davide e quella di Maria nel “Magnificat” di Luca 1,46-56: una preghiera di grande lode per le meraviglie che Dio ha compiuto, e una “dilatazione” dalla vicenda personale di Davide – come lo sarà per Maria di Nazaret – alla vicenda dell’intero popolo di Dio e, nel Magnificat, per tutta la terra.
Il “Chi sono io?” di Davide ricorda la preghiera dello stesso Davide nel Salmo 8: “Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi?”(Salmo 8,5). E’ lo stupore per la meraviglia che Dio opera! La domanda tende e evidenziare la sproporzione tra la persona che prega Dio e l’immenso bene che Dio ha fatto per lei: “Chi sono io, Signore Dio, e che cos’è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui?”. E’ una storia veramente tutta condotta dal Signore. Ed ecco a questo punto la “dilatazione”: il “fin qui” del ver.16 si affaccia, per la promessa divina che abbiamo ascoltato nella prima parte di questo capitolo, verso “un lontano avvenire” al ver.17. Infatti, quello che Dio ha compiuto finora per Davide, “è parso poca cosa ai tuoi occhi, o Dio”. Siccome si tratta di parole di difficile traduzione, noi teniamo per buona quella proposta al ver.17: “…mi hai fatto contemplare come una successione di uomini in ascesa”, che può essere spiegata con l’affermazione del ver.11 incontrato ieri: “.. io susciterò un tuo discendente dopo di te, uno dei tuoi figli…”. Dunque una “dilatazione” nel tempo: dal presente della vicenda di Davide a quella della sua discendenza.
L’esperienza di fede che Davide vive – “Signore, per amore del tuoi servo e secondo il tuo cuore, hai compiuto tutte queste cose grandi..”(ver.19) – “si dilata” poi da lui all’intero popolo d’Israele. “E chi è come il tuo popolo, come Israele, unica nazione sulla terra che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé…?”(ver. 21). E ancora: “Hai reso il tuo popolo Israele popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro”(ver.22). La sorte e il futuro di Davide sono del tutto assimilati alla vicenda di tutto il popolo.
Allora Davide chiede che la vicenda della sua casa sia interamente intrecciata con la storia dell’intero popolo: “Ora, Signore, la parola che hai pronunciato sul tuo servo e sulla sua casa resti per sempre e fa’ come hai detto”(ver.23), e quindi “Il Signore Dio degli eserciti, Dio di Israele, è Dio per Israele!”(ver.24). La benedizione di Dio non si smentisce: “Poiché quanto tu, Signore, benedici, è sempre benedetto”(ver.27).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Ecco un’altra bella preghiera sulla bocca di Davide. L’atteggiamento orante è indicato al v.16 con le parole “Davide andò a presentarsi davanti al Signore”: la traduzione è incerta, ma la frase indica bene quello che tutti noi vogliamo fare quando preghiamo. In fondo al brano poi Davide chiede al Signore di benedire la sua casa “perché sia sempre dinanzi a te”: che la preghiera continui senza fine, che sia un atteggiamento costante… – Un vertice della preghiera odierna si ha quando Davide dice: “Tu conosci il tuo servo” e noi sappiamo quale sia la valenza del verbo ebraico “conoscere”: tu ami, tu hai scelto… Subito dopo si aggiunge:”Signore, per amore del tuo servo e secondo il tuo cuore, hai compiuto tutte queste grandi cose…”(v.19).
Davide è consapevole del nulla del suo essere e della sua casa (versetto 12). E’ Dio che è grande e operatore di meraviglie (versetti 19-20) ed è il popolo di Israele nel suo insieme su cui si riflette la grandezza di Dio (versetto 21). Questo è dunque la forza di Davide: il beneplacito potente di Dio e l’essere parte di questo popolo eletto, re Messia all’interno di un popolo messia (cfr. 16, 22).
Con un salto un pò grande si può ricordare le parole di Giovanni XXIII nel “discorso alla luna”.
Davide è rapidissimo a entrare nelle prospettive che il Signore gli ha posto innanzi: a scegliere il progetto di Dio e a esso dirigere tutte le sue forze e la sua preghiera.