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1 Giugno 2003

ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO B)

 

Marco 16,15-20

In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e 15 disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

19 Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.

20 Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano.

 

1) Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura: è accentuata l’universalità della missione, affinché il vangelo, la buona notizia della salvezza in Gesù, arrivi ad ogni creatura, all’intera umanità. È l'apertura già annunciata da Gesù stesso (Mc 13,10: è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le genti) ed è l’incarico specifico dato agli apostoli, che d’ora in avanti dovranno adempiere a questo comando e non ad altro, con la forza dello Spirito Santo che scenderà su di loro (At 1,8) e per la preghiera potente di Gesù (cfr. Gv 17,20: prego anche per quelli che per la loro parola crederanno in me).

2) Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo: non si tratta di una salvezza finale, escatologica, ma di una salvezza presente, in cammino, iniziata il giorno del Battesimo e tendente a quella finale. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo (Gv 17,3).

3) E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: il compiere e il domandare segni è più volte citato nella Bibbia da Gn 9,12 (questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi per le generazioni eterne. Il mio arco... ) fino a questi segni prodigiosi, che, al momento di lasciare i suoi, Gesù Risorto estende dagli Apostoli a quanti crederanno. I cinque segni sono la conferma tangibile della presenza in ciascun credente della potenza del Cristo e della sua protezione.

4) Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro: sono le ultime parole che Gesù dice ai discepoli. Essi se ne ricorderanno e non potranno più tacere neppure davanti al Sinedrio: noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto ed ascoltato (At 4,20).

5) fu assunto in cielo (lett. fu innalzato, sollevato): il verbo passivo sottolinea l’azione di Dio. Nel testo dei “Settanta” questo termine è riferito al profeta Elia: Fosti assunto in un turbine di fuoco su un carro di cavalli di fuoco (Sir 48,9).

6) E sedette alla destra di Dio: l’Ascensione costituisce Gesù come Signore e Cristo (At 2,36), come egli aveva detto: vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza (Mc 14,62), richiamando più volte il Salmo 109: Disse il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra. L’Ascensione non è un evento esclusivamente personale di Gesù, ma, come la Resurrezione, è un mistero a favore degli uomini. Egli alla destra del Padre intercede per noi (Rom 8,34). S. Giovanni Crisostomo: Abbiamo in cielo il pegno della nostra vita: siamo stati assunti insieme con Cristo”.

7) Essi partirono… e predicarono dappertutto,… mentre il Signore operava…e confermava la parola: l’obbedienza dei discepoli e il viaggio della Parola si possono realizzare soltanto nella comunione con il Signore.

 

 

Atti 1,1-11

1 Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio 2 fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.

3 Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. 4 Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me: 5 Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni».

6 Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». 7 Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, 8 ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».

9 Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. 10 E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n’andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: 11 «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

 

1) Ho già trattato, di tutto quello che Gesù fece e insegnò (lett. che Gesù iniziò a fare ed insegnare): Luca presenta gli Atti degli Apostoli come la continuazione delle opere e delle parole di Gesù. Se nel vangelo Gesù inizia, negli Atti è sempre Lui che continua a operare e insegnare. Egli rimane il protagonista, il soggetto e l’oggetto di tutto il racconto.

2) Fino al giorno in cui… Egli fu assunto in cielo: il testo in verità non specifica in cielo ma più semplicemente dice fu assunto. In senso assoluto, Gesù viene assunto “nel Padre”: uscito da Dio nel mistero della sua Incarnazione, ora torna in Dio. Così, più avanti, al v 9, fu elevato in alto, semplicemente è fu elevato (senza in alto). L’Ascensione del Signore è il ritorno a Dio del Cristo Gesù, il Verbo di Dio fatto carne, nella sua completa e totale umanità. Non si tratta di una collocazione spaziale, per quanto alta la si possa pensare, ma di un'unione intima e totale con Dio, in cui sono, attraverso il battesimo, coinvolti anche i credenti (cfr. Ef 2,6: Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù).

3) Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione… parlando del regno di Dio: l’oggetto dell’insegnamento di Gesù è il Regno di Dio, che è stato inaugurato dalla sua Pasqua e che il testo degli Atti descrive nelle sue caratteristiche principali (carità fraterna, preghiera, vita comune: cfr. At 2,42ss).

4) Mentre si trovava a tavola con essi: lo stare insieme a mensa è il segno dell'intimità col Risorto, immagine dell'Eucarestia, mensa comune in cui si vive insieme in attesa dello Spirito.

5) Ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre: è un invito alla stabilità. Gerusalemme è il luogo della Pasqua; rimanervi significa custodire un'unione forte, nuziale (lett. ordinò di non separarsi da) col Cristo risorto.

 

 

Efesini 4,1-13

1 Fratelli, vi esorto io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, 2 con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, 3 cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.

4 Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; 5 un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. 6 Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

7 A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. 8 Per questo sta scritto: “Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini”.

9 Ma che significa la parola “ascese”, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? 10 Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose.

11 È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, 12 per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, 13 finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo.

 

1) Vi esorto dunque io, il prigioniero del Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto. Paolo, quando scrive, è prigioniero, forse a Roma. Anche in Fil 1,13 è ricordata questa sua condizione (in tutto il Pretorio e dovunque si sa che sono in catene per Cristo), per incoraggiare i fratelli nella fede a rimanere perseveranti nelle tribolazioni. Comportarsi in modo degno della vocazione ricevuta è possibile in virtù del battesimo, nel quale, morti e sepolti con Cristo, per opera dello Spirito Santo si è nuove creature (cfr.2Cor 5,17). “Non possiamo rimanere nel peccato perché il battesimo, creando in virtù della risurrezione di Cristo un modo di essere nuovo ed escatologico, esige da noi una esistenza nuova” (G. Dossetti).

2) Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza,… un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo,… un solo Dio Padre di tutti: l’unità dei credenti qui è fondata sull’unica paternità di Dio, mentre altrove è frutto dell'Eucarestia (cfr. 1Cor 10,17: poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane; cfr. anche Rm 12,5: così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri).

3) A ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.… Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri: questa effusione di doni è possibile perché Gesù prima è disceso fra gli uomini (cfr. Gv 16,28: sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo), ha adempiuto ogni giustizia, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli (Col 1,19) e con la sua Ascensione è tornato al Padre (cfr. Gv 14,2-3: io vado a prepararvi un posto... perché siate anche voi dove sono io).

4) È Lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti,… per rendere idonei i fratelli (i santi) a compiere il ministero (diaconia): i carismi devono essere diversi per rendere adatti tutti i fratelli a compiere ognuno il proprio servizio nella Chiesa.

5) Finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio: il fine ultimo della diversità dei doni è l'unità nella fede e nella conoscenza di Gesù, Figlio di Dio e uomo perfetto.

 

 

SPIGOLATURE ANTROPOLOGICHE

 

Viene superata un'ipotesi negativa - ma è mai veramente superata? - che negli Atti si esplicita nell'idea di rifondare il regno di Israele, e viene promossa la grande nuova ipotesi per la vicenda dell'intera umanità, una prospettiva regale e gloriosa, evidentemente di qualità completamente alternativa e opposta ai regni mondani, ma diversa anche rispetto ai segni piccoli e splendidi che di quella regalità ultima si colgono fin d'ora nella viva esperienza della comunità cristiana.

E tuttavia ogni cosa porta ormai in sé stessa una nota di speranza e di pace. Il senso di questa festa potrebbe essere individuato nella prospettiva dell' “indirizzo”. Il grande ritorno del Figlio al Padre stabilisce con chiarezza la direzione della storia umana, e quindi la sorte di ogni persona e il senso di ogni progetto positivo. Questo indirizzo che le Scritture chiamano “il cielo” è tutt’altro che una “fuga dal mondo”. Lo dice molto bene l'Apostolo Paolo quando ricorda ai suoi fratelli di Efeso che Gesù è asceso al cielo “per riempire tutte le cose”: questo ci conferma che ogni realtà porta in sé una misteriosa predisposizione a far parte - e attivamente - del regno dei cieli e che l'opera attuale di Dio e del suo gruppetto di amici qui sulla terra è quello di “indirizzare” e di far convergere tutti e tutto nella direzione del Regno.

In tal senso vanno le disposizioni ultime date ai poveri Undici: la predicazione del Vangelo, la lotta contro le manifestazioni del male, una certa vaccinazione nei confronti degli inevitabili veleni della storia, un percorso offerto ad ogni infermità che prospetti in ogni caso un esito positivo; e tutto questo sostenuto da un impegno diretto del Signore che coopera con i suoi amici. Questo colossale progetto, umanamente inaffrontabile, esige la presenza e l'azione di Dio stesso con la potenza del suo Spirito, una potenza singolare nella sua efficacia perché capace di entrare, di abitare e di agire dall' “interno” di ogni persona. Questo fa si che, rimanendo in ciascuno il dato dei suoi limiti, interviene in modo assolutamente solidale - una vera ricostruzione della persona - la potenza stessa del Signore.

Parole molto belle cercano di descrivere questa nuova situazione e noi ne possiamo citare alcune dal testo degli Efesini per renderci conto del volto assolutamente nuovo di questa potenza regale: umiltà, mansuetudine, pazienza, reciproca sopportazione, amore, pace, unione spirituale e unità della fede... Tutto questo gran lavoro del Regno e per il Regno esige e promuove molte specializzazioni: occorrono apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri. Questa ricchezza di attenzioni ha come scopo di promuovere il cammino di ciascuno nell'attenzione alla unità di tutti.

 

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