LaPira-Moro-Dossetti

G. La Pira, A. Moro, G. Dossetti

(Giuseppe Dossetti nella Costituzione) lasciò il suo segno “sociale“ sin dal primo articolo, quel “ l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro” che suona un po’ grottesco . Che significa? Il mondo intero è “fondato sul lavoro” … In realtà, quel richiamo al valore fondante del “lavoro” è un omaggio ai comunisti che lo pretendevano, è un segnale di fratellanza con i marxisti, è una retorica classista che si impose proprio grazie all’opera alacre di Dossetti (Il Vivaio, giugno 2015, Blog di Vittorio Messori).

Un amico mi passa questo testo di Vittorio Messori, brutto, pieno di errori e di imprecisioni, ben lontano dal pensiero, dalla sapienza e dalla ricchezza profonda che don Giuseppe ha portato sia alla Carta Costituzionale, sia al grande evento del Concilio Vaticano Secondo. La parte marxista dell’Assemblea Costituente acconsentì alla proposta nata nel gruppo dei “professorini”, di cui facevano parte, con Dossetti, La Pira, Lazzati, Moro e altri, e rinunciò alla sua proposta che proponeva si dicesse la Repubblica fondata “sui lavoratori”. Dossetti fece notare che il termine “lavoratori” si affacciava su un orizzonte di competizione e di lotta di classe, e la “sinistra” accettò l’obiezione. Tanto più che, come io stesso, molti anni dopo, appresi da don Giuseppe in una sua conversazione con La Pira, il termine “lavoro” non era inteso nel significato marxiano di produzione di oggetti o di servizi, ma, latinamente, come “fatica”: dunque una Repubblica fondata sulla “fatica” di ciascuno e di tutti: da quella del bambino che impara a leggere e a scrivere, a quella dell’autista di autobus, alla fatica del grande artista che incessantemente cura la sua arte. Infine, veniva citata la “fatica” nel significato popolaresco che il termine assume nella nostra “parlata” emiliana: parola che esce dalle labbra di una persona che è andata a far visita in Ospedale al suo vecchio babbo malato e ormai morente. Quando gli chiedono come l’ha trovato, lui risponde: “e’ una più brutta fatica!”. Così anche il nonno, come tutti gli altri, compie la sua ultima “fatica”, congedandosi da noi per entrare nel riposo del Signore. Tutto è molto più bello, prezioso e delicato di quello che Vittorio Messori intende e scrive. Buona Domenica a lui, che non leggerà qui, e ai cari lettori del Carlino.

Giovanni della Dozza.

Domenica 23 agosto 2015.