Lei, don Giovanni, non ha paura della morte? E come reagisce? Io, che sono molto più giovane di lei, resto paralizzato da questo pensiero.

Sì, ho paura della morte. Fin da ragazzo, è un’ombra d’angoscia che ogni giorno mi fa visita. E fin da giovane il mio padre nello spirito mi ha detto che di questo devo essere grato a Dio, perché mi avrebbe dato più ampia possibilità di capire e accogliere molte sofferenze, condividendole.

Poi, nello scorrere del tempo e nel cammino di ogni giorno nel Vangelo di Gesù, ho trovato, soprattutto nell’Evangelista Giovanni che, tra i molti san Giovanni, ho “eletto” mio patrono, una medicina potente: il comandamento dell’Amore. Mi sono convinto che ormai non c’è che un solo comandamento. Una sola cosa che conta: l’Amore.

Purtroppo ho scoperto anche la mia grande incapacità di voler bene. Però, la strada per combattere la paura della morte si è ugualmente aperta. L’amore è l’arma potente per combattere la paura della morte. “Ti voglio un bene da morire” si diceva tra innamorati (adesso non so se lo si dice ancora!).

E mi ha aiutato anche il Cardinale Martini, che diceva al Signore: “Sei morto tu per noi. Perché devo morire anch’io?”. Ma poi dice d’aver trovato nel suo cuore un’altra parola da dire a Gesù: “Siccome tu sei morto, voglio morire anch’io”. E anche questo mi dà molta consolazione. In ogni modo siamo certi di una cosa, e cioè che il Signore regala sempre quello che occorre in ogni prova e in ogni passaggio della vita. Fino all’ultimo. “Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore”(Cantico dei Cantici 8,6).

Buona Domenica. Giovanni della Dozza. 20 gennaio 2012