My Bodi-your choiceDon Francesco Scimè, il 28-01-2016, ha partecipato assieme ad altri invitati, ad un incontro che si è tenuto c/o il circolo “Akkatà” di San Giovanni Persiceto con tema: la nuova legge di prossima discussione in parlamento riguardo i trattamenti di “Fine vita” (per maggiori dettagli v. il post sulla pagina fecebook del circolo Akkatà e/o file PDF del volantino illustrativo).

Di seguto diamo una piccola sintesi dell’intervento di Francesco Scimé.

Una premessa: stiamo discutendo di un problema .e riguarda solo il nostro angolo di mondo nord-occidentale. Sono stato in Africa alcuni anni come fratello della mia famiglia spirituale e medico e ho visto che non ci sono respiratori automatici, né altri mezzi tecnici sofisticati che possano mantenere in vita una persona gravemente malata: non c’é neanche la corrente elettrica. Questo é di gran parte dell’umanità. Rischiamo di fare salotto, mentre fuori si muore di fame e di morbillo. E’ necessario ristabilire una sana proporzione con la realtà globale.
La mia esperienza, prima come medico, poi, ora, come prete che circola negli ospedali: il problema oggi qui non é tanto l’eutanasia, ma l’accanimento terapeutico. La paura della morte é tale e l’offerta tecnologica della sanità é tale, che cediamo facilmente al mito di una sopravvivenza illimitata e ci consegniamo e consegniamo i nostri ammalati a un sistema che li fagocita e non ce li restituisce più. Il risultato é che perdiamo il contatto con i malati e questi patiscono e muoiono da soli, circondati da tubi, apparecchi vari e monitors. Racconto la storia di un nostro vecchietto ospite prima della casa della Costanza, poi del Bottazzo, che rottosi il femore e ricoverato a lungo, con segni di un inarrestabile declino, nonostante le ripetute richieste di poterlo riavere perché potesse morire in pace in casa nostra, non siamo riusciti a riaverlo se non da morto, in una Rianirnazione.
Il punto centrale è la solitudine dell’uomo nord-occidentale e quindi del malato. Ci hanno detto che nel Comune di Bologna il 40% dei nuclei abitativi é costituito da persone sole. Abbiamo grandi risorse per ovviare a questa situazione: solo al Sant’Orsola ci sono 40 associazioni di malati e dei loro familiari: il personale sanitario é di alto livello umano – relazionale; la società civile e la comunità cristiana sono ricche di energie di carità, di attenzione alle tante povertà dell’uomo d’oggi. Basta solo puntare su queste energie già presenti e promuoverle in tutti i modi possibili. Papa Francesco ci dice che dobbiamo far prevalere sul discorso morale le buone notizie: il vangelo dell’amore verso tutti, specialmente verso i poveri e i malati, proponibile a tutti, al di là di ogni fede e pratica religiosa.

La cronaca filmata dell’intero incontro è visibile nel seguente filmato a questo link:
http://www.akkata.it/2016/01/28/diretta-my-body-your-choice-necessita-di-una-legge-sul-fine-vita/