(Avvenire Bo7) Continua l’opera di traduzione di testi sacri e religiosi in lingua Swahili delle Famiglie della Visitazione, presenti a Usokami dal 1983 (ora con sede a Mapanda). Di prossima uscita «Il cammino dell’uomo» di Martin Buber, maestro e filosofo ebreo «che offrirà – spiegano iresponsabili – un piccolo "assaggio" della bellezza e importanza anche per i cristiani della sapienza ebraica».

La traduzione del libro si accompagnerà alla più consueta attività di traduzione di opere patristiche, che ha portato fino ad ora alla pubblicazione della «Didachè», della «Lettera di Clemente», delle «Lettere di Sant’Ignazio di Antiochia», dell’«Inno Akatistos», del «De sacramentis» e del «De Misteriis» di Sant’Ambrogio e delle «Regole Morali» di San Basilio. Il lavoro condotto finora è stato grande. Alla Bibbia consegnata nel ’97 nell’ambito del Congresso eucaristico nazionale di Bologna è seguita la traduzione integrale dei documenti del Vaticano II, consegnata non solo al vescovo di Iringa nel corso dell’assemblea plenaria delle Conferenze episcopali dell’Africa Orientale, ma anche ai Vescovi di lingua swahili di altre nazioni, e la pubblicazione nel ’99 del Dizionario a 4 colonne (inglese, kiswahili, italiano e latino) dei termini più in uso nella Chiesa.

Si aggiungono traduzioni di testi vari, tra cui nel 2003 il «Salterio corale», e collaborazioni con organi della Chiesa tanzana per la pubblicazione di testi liturgici e di dottrina. Mentre inizialmente la stampa dei libri era effettuata in Italia, ora questo avviene in loco, attraverso la tipografia dei monaci benedettini di Ndanda. Per la direzione e il sostegno – anche finanziario – del lavoro di traduzione si è formata a Bologna l’«Associazione San Kizito».

«Il lavoro di traduzione si è dimostrato particolarmente adatto alla nostra vita a Usokami – spiegano i fratelli delle Famiglie di Mapanda – Se da una parte esso ci aiuta a rimanere sull’approfondimento della Parola, che è la nostra peculiarità, dall’altra ci permette di avere un rapporto più profondo con la lingua locale. È una bella opportunità per sentirci inseriti sia nella nostra Chiesa madre di Bologna, sia in quella di Iringa».

di Michela Conficconi Avvenire BO7 24 febbraio 2008. Scarica il pdf