Mentre gli "dèi" normali se ne stanno tranquilli nei loro paradisi, lasciando a noi l’eventualità e la voglia di arrampicarci fin da loro, il nostro Dio, il Dio di Israele che è il Padre di Gesù, è un Dio agitato, fondamentalmente iperteso. Il suo problema siamo noi: ci ha fatti per avere compagnia, per stare con noi, ma ci ha persi. Tra alberi e serpenti ci siamo perduti il giardino di Dio e ci siamo sistemati su questa terra.

Sistemati per modo di dire, perchè di problemi ce ne sono! In questa domenica veso la Pasqua ci viene comunicato – o ricordato – il suo progetto per noi, come l’ha portato avanti attraverso i padri ebrei e come l’ha perfezionato con suo Figlio, il giovane rabbino di Galilea Gesù di Nazaret. Di questo aveva parlato già più volte, a partire da quello che per primo ha esplicitamente coinvolto nell’impresa chiedendogli di lasciare la sua terra, quell’Irak tra i due fiumi che oggi non brilla per pace e concordia fraterna, verso la grande impresa di raccogliere la gente di tuti i popoli in un’unica famiglia.

Un famiglia numerosa come le innumerevoili stelle del cielo. Per l’impresa Dio aveva disposto uno stanziamento straordinario, da tenere riservato ai tempi di Abramo, e che prevedeva la spesa di suo Figlio. Una spesa pazza, che sarebbe stata presa male dal "Sindacato degli dèi", perchè non si era mai visto che un Dio morisse. E per giunta morisse d’amore per questa povera umanità di cui s’era innamorato. Ma oggi si capisce perchè se ne era innamorato.

Oggi, quando sulla cima di un monte della Galilea, la sua persona improvvisamente si illumina di bellezza divina, si capisce qual’è lo sguardo con il quale Lui vede tutta l’umanità. Ogni uomo e donna della terra. Li vede in quella luce! Li vede come figli e figlie di Dio. Meravigliosi. E l’operazione è stata fatta bene, anche se, come dicevamo, è costata cara. Lo ricorda Paolo scrivendo ai suoi fratelli della Chiesa di Filippi. Morire il Figlio di Dio per tutta l’umanità fiorisce nello splendore segreto di ogni esistenza umana, anche quella che potesse sembrare più piccola, più povera e più ferita.

Oggi si fa festa a questa bella umanità! Buona Domenica. don Giovanni.