SANY6556dNel mio quartiere che preferisco non nominare per non far dispiacere a nessuno, ci sono molti vecchi e pochissimi giovani. Sono pochi anche i bambini e poche famiglie, perchè le case furono realizzate da giovani diventati poi dei vecchi, e soprattutto delle vecchie signore. Io sono giovane e non sposato ma se andiamo avanti così, come staremo qui tra pochi anni e tutti vecchi?

Con allegria, e sperando di non dispiacerti, consiglio te di metter su famiglia. In genere lo faccio con prudenza, perchè vedo quanto oggi questo non sia vissuto come un fatto naturale, ma come una scelta speciale e delicata. Che sia speciale e delicato per un cristiano, ma anche per tutti, fare famiglia, è certo!. Adesso è anche molto fragile e quindi non sono così disinvolto nel raccomandare un passo che poi vedo spesso così difficile e doloroso. Per come tu però ti esprimi, sono portato a pensare che una famiglia intorno a te starebbe bene. Per noi vecchi, cerco di pensarci e di pregarci sempre. Mi fanno impressione tutte queste abitazioni con un solo abitante, e non giovane come te, ma anziano e magari non del tutto in gamba! La solitudine mi fa paura. Mi va bene per l’eremita, che fa l’eremita per stare con tutti nella sua preghiera e nella sua vita offerta al Signore. Ma altrimenti, la solitudine mi sembra una povertà grave. Però mi fanno paura anche le Case di accoglienza degli anziani, pur sapendo che in molte situazioni ci si trova bene. Sto tentando, in verità con pochissimo successo e addirittura con un certo rifiuto seccato, di incoraggiare e provocare “alleanze” tra anziani. Che fra l’altro anziani non sono, se si pensa a quanto oggi bisogna stare al mondo. Mi capita di osservare coppie che ormai sono rimaste senza i loro figli, variamente sistemati, e ricominciano una vita a due. Mi sembrerebbe prezioso che si stabilissero tra queste persone delle alleanze capaci di arrivare fino a combinare delle convivenze. Una convivenza è diversa da una coabitazione in una casa di riposo. Forse è più difficile e delicata, ma è certamente più viva e quindi più interessante. Oggi, spesso, noi vecchi siamo ancora abbastanza in gamba e insieme si possono percorrere itinerari interessanti, dalla cultura alla preghiera, da qualche viaggetto fino all’ospitare insieme i nostri figli la domenica o per qualche festa speciale. E i nostri figli potrebbero essere più tranquilli per noi, sapendoci “sistemati” in compagnia. So che siamo immersi e sommersi da una cultura-sottocultura della solitudine. Però, secondo me, bisogna provare. Per questo continuo a proporre e a insistere. Ieri ho compiuto settantacinque anni.
Buona Domenica a tutti dal nonno Giovanni della Dozza.

Domenica 22 marzo 2015