4 Chi si fida troppo presto, è di animo leggero, chi pecca, danneggia se stesso. 5 Chi si compiace del male, sarà condannato; chi resiste ai piaceri, corona la propria vita. 6 Chi domina la lingua, vivrà senza liti; chi odia la loquacità, riduce i guai. 7 Non ripetere mai la parola udita e non ne avrai alcun danno. 8 Non parlare né riguardo all’amico né riguardo al nemico, e se puoi farlo senza colpa, non svelare nulla, 9 poiché chi ti ascolta si guarderà da te e all’occasione ti detesterà. 10 Hai udito una parola? Muoia con te! Sta’ sicuro, non ti farà scoppiare. 11 Per una parola va in doglie lo stolto, come la partoriente per un bambino. 12 Una freccia conficcata nella coscia: tale una parola in seno allo stolto. 13 Chiedi conto all’amico: forse non ha fatto nulla, e se ha fatto qualcosa, perché non continui più. 14 Chiedi conto al prossimo: forse non ha detto nulla, e se ha detto qualcosa, perché non lo ripeta. 15 Chiedi conto all’amico, perché spesso si tratta di calunnia; non credere a ogni parola. 16 C’è chi scivola, ma non di proposito; e chi non ha peccato con la sua lingua? 17 Chiedi conto al tuo prossimo, prima di minacciarlo; da’ corso alla legge dell’Altissimo. 18 Il timore del Signore è il principio dell’accoglienza, la sapienza procura l’amore presso di lui. 19 La conoscenza dei comandamenti del Signore è educazione alla vita, chi fa ciò che gli è gradito raccoglie i frutti dell’albero dell’immortalità. 20 Ogni sapienza è timore del Signore e in ogni sapienza c’è la pratica della legge e la conoscenza della sua onnipotenza. 21 Il servo che dice al padrone: «Non farò ciò che ti piace», anche se dopo lo fa, irrita colui che gli dà da mangiare. 22 Non c’è sapienza nella conoscenza del male, non è mai prudenza il consiglio dei peccatori. 23 C’è un’astuzia che è abominevole, c’è uno stolto cui manca la saggezza. 24 Meglio uno di scarsa intelligenza ma timorato, che uno molto intelligente ma trasgressore della legge. 25 C’è un’astuzia fatta di cavilli, ma ingiusta, c’è chi intriga per prevalere in tribunale, ma il saggio è giusto quando giudica. 26 C’è il malvagio curvo nella sua tristezza, ma il suo intimo è pieno d’inganno; 27 abbassa il volto e finge di essere sordo, ma, quando non è osservato, avrà il sopravvento su di te. 28 E se per mancanza di forza gli è impedito di peccare, all’occasione propizia farà del male. 29 Dall’aspetto si conosce l’uomo e chi è assennato da come si presenta. 30 Il vestito di un uomo, la bocca sorridente e la sua andatura rivelano quello che è.
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Mi sembra, nello scorrere del tempo, che il giudizio sul parlare e sul far silenzio sia profondamente legato al valore divino della Parola! E’ da questo che deriva la positività del silenzio nella nostra vita.
Per questo darei un posto di rilievo al ver.6 del nostro testo quando dice: “Chi domina la lingua, vivrà senza liti; chi odia la loquacità, riduce i guai”.
E dunque, anche l’indicazione dei vers.7-8 è di grande preziosità, e mi aiuta a vedere quanto io per primo provochi a me e agli altri danno e dispiacere per un parlare senza freno e senza giudizio!
Ed è tale il valore anche dei vers.10-12! Qui devo dire che l’esperienza suggerisce che il silenzio molte volte non é la negazione e il rifiuto della parola, ma, al contrario, ne è la custodia e la cura!
Le due immagini esemplari delle doglie della partoriente e della freccia conficcata nella coscia dicono quanto si rischia di sciupare e degradare il dono e la potenza della Parola!
Da qui, ai vers.13-17, quel “chiedi conto” ripetuto quattro volte, dice la verifica e l’eventuale “correzione” di parole non vere, o aggressive, o imprudenti: “E chi non ha peccato con la sua lingua?” dice il ver.16!
Tutto questo viene riportato nell’orizzonte della sapienza basata e avvolta dal “timore del Signore”, che, come già dicevamo, non è “la paura”, ma la consapevolezza umile e sapiente del dono della Parola di Dio e dell’enorme responsabilità che questo ci porta!
“Ogni sapienza è timore del Signore e in ogni sapienza c’è la pratica della legge” ascoltiamo dal ver.20! La sapienza è la comunione umile e profonda con Dio!
Non è “conoscenza del male” la sapienza, ma è una vita vissuta in semplice e totale relazione con il Signore: una misteriosa e grande, e come segreta liturgia!
Tutti vi sono invitati: “Meglio uno di scarsa intelligenza, ma timorato, che uno molto intelligente ma trasgressore della legge!” (ver.24).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.