1 Per i tuoi santi invece c’era una luce grandissima; quegli altri, sentendone le voci, senza vederne l’aspetto, li proclamavano beati, perché non avevano sofferto come loro 2 e li ringraziavano perché non nuocevano loro, pur avendo subìto un torto, e imploravano perdono delle passate inimicizie. 3 Invece desti loro una colonna di fuoco, come guida di un viaggio sconosciuto e sole inoffensivo per un glorioso migrare in terra straniera. 4 Meritavano di essere privati della luce e imprigionati nelle tenebre quelli che avevano tenuto chiusi in carcere i tuoi figli, per mezzo dei quali la luce incorruttibile della legge doveva essere concessa al mondo.
Seleziona Pagina
In modo crescente avvertiamo il fascino della relazione, pur nella diversità, nella contrapposizione e nel diverso esito finale, tra i figli d’Israele e “gli altri” che qui sono specificamente gli Egiziani, ma che sono più profondamente e largamente, tutti i popoli della terra.
Questa relazione tra il Popolo di Dio e gli altri popoli non solo è inevitabile, ma è anche assolutamente provvidenziale per la salvezza dell’intero genere umano, e quindi anche di tutta la creazione!
Per questo, se le vicende e le sorti di Israele e degli egiziani sono diverse e in certo senso opposte tra loro, è assolutamente inevitabile, necessaria e preziosa la relazione tra loro!
Nel nostro brano è di grande importanza, evidentemente, l’elemento della luce: “Per i tuoi santi invece – appunto, in contrasto con la condizione tenebrosa degli egiziani – c’era una luce grandissima”. Di questa luce erano privi gli egiziani che quindi sentivano le voci dei figli d’Israele – ma anche questo elemento della “voce” è importantissimo! – senza vederne l’aspetto”, cioè “la forma”, che qui mi sembra indicare non un puro aspetto esteriore, ma la realtà profonda della loro condizione e della loro missione universale.
Nei confronti dei figli di Israele gli egiziani “li proclamavano beati perché non avevano sofferto come loro“ l’orrore delle tenebre, e “li ringraziavano perché non nuocevano loro, pur avendo subito un torto” (ver.2): mitezza e misericordia sono attributi fondamentali e necessari dei figli di Dio! E questo per noi è chiaro, perché possiamo leggervi grande profezia del Signore Gesù mite e misericordioso!
E gli egiziani ora “imploravano perdono delle passate inimicizie”: e noi ancora vi cogliamo il riferimento a Gesù: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”(Luca 23,34).
Il Popolo del Signore nel suo Esodo è guidato da “una colonna di fuoco…. da un sole inoffensivo per un glorioso migrare in terra straniera” (ver.3): è il cammino verso la Terra Promessa, cioè verso la Casa del Padre.
Il ver.4, che evidenzia la radicale diversità delle condizione degli Ebrei e degli Egiziani, il patimento degli uni e la crudeltà degli altri, ci regala anche il significato essenziale di quella luce e di quelle voci di cui dicevamo sopra: sono “la luce incorruttibile della legge”, sono quella Parola di Dio che, secolarmente affidata al piccolo Popolo di Dio della Prima Alleanza, in Gesù viene donata a tutta l’umanità!
Ed è questo che ci dice il significato profondo di questa relazione di contrasto e insieme di attrazione tra il Popolo di Dio e tutti gli altri popoli, qui rappresentati dall’antico nemico egiziano.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il capitolo ha un inizio sfolgorante: “Per i tuoi santi c’era una luce grandissima”. Il riferimento è alla luce che illuminò gli israeliti mentre le tenebre avvolgevano tutto l’Egitto; ma possiamo attribuire questo dono anche a noi, illuminati come siamo dalla luce di Gesù: “Io sono la luce del mondo”. – Fa eco, nel v.4, “la luce incorruttibile della legge”: luce splendente della Parola di Dio. – Mi sembra bella anche, al v.2, quella specie di riconciliazione, quella pratica del perdono tra egiziani ed ebrei: “Li ringraziavano perché non nuocevano loro, pur avendo subìto un torto, e imploravano perdono delle passate inimicizie”.