L’annuale festa di S. Francesco ha richiamato a casa gli ultimi che erano ancora un po’ dispersi qua e là: chi in pellegrinaggio per eremi celestiniani, chi addirittura nella lontana Estonia per pratiche di ecumenismo.

Non mancava nessuno a Sammartini la sera del 4 ottobre per il santo patrono; molti erano giunti anche dalla Dozza e Calamosco, accompagnati da Giovanni.

Don Francesco, che ha presieduto la concelebrazione, ha invitato tutti a considerare “la Regola e la vita dei fratelli e dei più piccoli” raccomandata da S. Francesco come via per vedere la bellezza della vita in ogni momento: “Fratelli questo è possibile”, ha insistito. Una nuova creazione è stata fatta da Dio, ben visibile nell’amore di tanti fratelli che non ti lasciano solo. Persino la malattia e le fatiche della vita –stigmate che rendono simili a Cristo- , purchè visitate, rendono il giogo soave e leggero. È la raccomandazione di S. Francesco nelle sua Regola: “Se qualche fratello cade malato, gli altri non lo abbandonino”; in tal modo cresce la comunione di fratelli e figli.

Alla celebrazione liturgica ha fatto seguito un generoso buffet arricchito anche dal Kebab degli impareggiabili Murad e Taha, onorati doverosamente da un’interminabile coda.

(Album fotografico di Ciccio Di Napoli)