1 Canto. Salmo. Di Asaf.
2 Dio, non startene muto,
non restare in silenzio e inerte, o Dio.
3 Vedi: i tuoi nemici sono in tumulto
e quelli che ti odiano alzano la testa.
4 Contro il tuo popolo tramano congiure
e cospirano contro i tuoi protetti.
5 Hanno detto: «Venite, cancelliamoli come popolo
e più non si ricordi il nome d’Israele».
6 Hanno tramato insieme concordi,
contro di te hanno concluso un patto:
7 le tende di Edom e gli Ismaeliti,
Moab e gli Agareni,
8 Gebal, Ammon e Amalèk,
la Filistea con gli abitanti di Tiro.
9 Anche l’Assiria è loro alleata
e dà man forte ai figli di Lot.
10 Trattali come Madian, come Sìsara,
come Iabin al torrente Kison:
11 essi furono distrutti a Endor,
divennero concime dei campi.
12 Rendi i loro prìncipi come Oreb e Zeeb,
e come Zebach e come Salmunnà tutti i loro capi;
13 essi dicevano:
«I pascoli di Dio conquistiamoli per noi».
14 Mio Dio, rendili come un vortice,
come paglia che il vento disperde.
15 Come fuoco che incendia la macchia
e come fiamma che divampa sui monti,
16 così tu incalzali con la tua bufera
e sgomentali con il tuo uragano.
17 Copri di vergogna i loro volti
perché cerchino il tuo nome, Signore.
18 Siano svergognati e tremanti per sempre,
siano confusi e distrutti;
19 sappiano che il tuo nome è «Signore»:
tu solo l’Altissimo su tutta la terra.
Insieme ai Salmi 57(58) e 108(109) anche il nostro Salmo 82(83) non è presente nel Libro della Liturgia delle Ore, perché, come del resto anche molti versetti di altri Salmi, sono Parole considerate non riferibili al mistero cristiano, a quella misura infinita di misericordia che Gesù ha donato all’umanità. Noi preferiamo, nella nostra preghiera, non escludere nessun versetto e nessun Salmo. Anzi, siamo portati a pensare che possa essere pericoloso, e addirittura fonte di rigidità legalistica e lontana dalla misericordia divina rivelata e offerta da Gesù, eliminare la consapevolezza del Nemico e della sua radicale inimicizia nei confronti del Figlio di Dio e della comunità raccolta intorno a Lui, e quindi nei confronti dell’intera umanità.
La rassegna di questi “nemici” che assediano la vita, la pace e la stessa sopravvivenza del Popolo di Dio, mette in evidenza la presenza di un “Nemico” indiscutibilmente più forte del Popolo, determinato a distruggere l’eredità del Signore e ad impadronirsene: “..essi dicevano: “I pascoli di Dio conquistiamoli per noi”(ver.13). Davanti a questi nemici, solo Dio stesso può difendere e salvare il suo Popolo, che quindi lo invoca e lo reclama: “Dio, non startene muto, non restare in silenzio e inerte, o Dio”(ver.2). Se Dio non interviene, il popolo è sicuramente perduto. La consapevolezza della forza del Nemico, forza che solo Dio può abbattere, è essenziale! Fa parte della fede cristiana la consapevolezza che il “Male” è più forte dell’uomo che ne è aggredito, per cui solo il Signore può salvarlo e liberarlo. Senza questa essenziale consapevolezza, l’uomo dovrebbe ….arrangiarsi! E quindi sarebbe lui e solo lui responsabile del male. Il rapporto tra male e colpa diventa allora assoluto. Se c’è un male, qualcuno è certamente colpevole. Ma se questo Male è più forte di chi ne viene aggredito?
Senza questo, cade anche la preghiera che è invocazione di aiuto: “Dio, vieni a salvarmi…Signore, vieni presto in mio aiuto”, ed è rendimento di grazie e lode a Dio che ci salva. Ma alla fine si riedifica la totale “solitudine” dell’uomo di fronte al male e alla morte che in ogni modo lo vincono. Il cuore della nostra fede è il mistero e la Persona di Gesù, il Figlio di Dio, che viene ad assumere su di Sé il Male e la Morte, e che offre la sua vita perché noi possiamo risorgere da ogni prigionia del Male e della Morte. Dunque, il “Nemico” deve essere vinto! Ed è il Signore che lo affronta e lo sconfigge. Tutta la storia della salvezza è la storia di questa lotta contro il Male e la Morte. I nomi dei popoli, dei luoghi, delle vicende che Israele ha affrontato e affronta nella sua storia sono presenti nel nostro Salmo: da tutti il Signore ha liberato il suo popolo. La stessa “morte” dei nemici è simbolo e profezia dell’ultimo grande “Nemico”: è profezia di quella “morte della Morte” che Gesù ha compiuto nella sua Pasqua di morte e risurrezione.
Si potrebbe domandare allora: e questi “nemici” del Popolo di Dio come andranno a finire? Per questo, bisogna riflettere sulla nostra stessa esperienza profonda: anche noi, ciascuno di noi e noi tutti insieme, siamo “morti” a quel Male che ci assediava e ci dominava, e siamo risorti alla vita nuova in Gesù Cristo. Anche oggi, anche pregando questo Salmo, noi ancora una volta celebriamo la nostra morte-risurrezione in Gesù. Parlando di questi “nemici” i vers.18-19 chiedono la loro distruzione – “siano confusi e distrutti” – e la loro vita nuova: “Sappiano che il tuo nome è “Signore”: tu solo sei l’Altissimo su tutta la terra”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi accorgo sempre di più di quanto io pensi e senta in maniera veterotestamentaria; così negli ultimi mesi ho letto molto di più l’Antico Testamento che il Nuovo. Solo quando si conosce l’impronunciabilità del nome di Dio si può anche pronunciare finalmente il nome di Gesù Cristo; solo quando si amano la vita e la terra, al punto tale che sembra che con esse tutto sia perduto o finito, si può credere alla resurrezione dei morti e a un mondo nuovo; solo quando si riconosce che la legge di Dio ha vigore su di noi, si può finalmente parlare anche della grazia, e solo se l’ira e la vendetta di Dio contro i suoi nemici restano realtà valide, qualcosa del perdono e dell’amore verso i nemici può toccare il nostro cuore. Chi vuole essere e sentire troppo frettolosamente in modo neotestamentario, secondo me non è un cristiano. Ne abbiamo già parlato qualche volta e ogni giorno ho la conferma che è giusto così. Non si può e non si deve dire l’ultima parola prima della penultima. Noi viviamo nel penultimo e crediamo l’ultimo: non è così?
Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa, 211s.
Ho sentito qualche bravo biblista affermare che non poteva pregare con i salmi, a parte alcune eccezioni, come “Il Signore è il mio pastore…”. In questione sarebbero soprattutto i salmi in cui si chiede a Dio di scagliarsi contro i nemici o si vede la sua ira scatenarsi contro costoro. – Le riflessioni di questi giorni su questa parte del salterio mi sembra che abbiano mostrato che in tutti i salmi sono presenti elementi di preghiera, di fede, di “rivelazione”… Il salmo odierno (83) si apre con un appello di grande forza: Dio, non startene muto, non restare inerte… E’ urgente il tuo intervento in nostro favore, il tuo aiuto di cui non possiamo fare a meno. – Il v.4 (“Contro il tuo popolo tramano congiure…”) mi fa pensare ai tanti che, nella nostra società, tramano inganni ai danni dei deboli, bambini, anziani o persone comuni, che sono le vittime privilegiate di queste trame. Oppure il v.5 che fa tremare: “Venite, cancelliamoli come popolo…”: viene in mente la Shoà ma anche i tanti genocidi cui abbiamo assistito direttamente nel corso del Novecento (e oltre). Bella – come ha sottolineato don Giovanni – la chiusa, secondo cui la distruzione dei nemici è perché “cerchino il tuo nome, Signore”, perché “sappiano che il tuo nome è ‘il Signore’: tu solo l’Altissimo su tutta la terra” (vv. 17-19).
Davanti al tumulto dei nemici chiediamo a Dio di non darsi riposo, di non tacere e di non stare tranquillo. Quando Gesù in barca si addormenta e scoppia la tempesta, i suoi discepoli lo svegliano e chiedono aiuto.
I popoli fanno consiglio per congiurare contro il popolo di Israele. Nel Sal 2 questa congiura è contro Dio e contro il Messia, salmo che negli At è applicato espressamente a Gesù, a partire dall’accordo tra Pilato ed Erode.
Tutti i Vangeli della Passione iniziano con i capi che si riuniscono in cosiglio per trovare il modo di fare morire Gesù.
– Il Salmo ha molti riferimenti alla parabola dei vignaioli omicidi: stessa volontà omicida qui nei confronti del popolo di Israele, là del Figlio per lo stesso motivo cioè l’usurpazione dell’eredità.
Stesso capovolgimento finale della parabola prospettata con l’uccisione degli omicidi e con l’esaltazione della pietra scartata a pietra d’angolo, qui sospirata dal salmista con l’annicchilimento dei nemici e il trionfo di Dio come l’Altissimo.
– C’è un odio sordo e radicale contro il popolo di Israele che ricorda quello degli empi del libro della Sap 2: “è diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti; ci è insopportabile solo al vederlo … “. Di fatto il problema è che Israele è portatore nella storia della presenza di Dio che svela tutte le idolatrie.
Non è che il motivo per cui il popolo di Israele prega Dio è la sua giustizia e la sua fedeltà. Certi testi smentiscono questo .
E’ per l’elezione che Dio incomprensibilmente ha aperto nei suoi confronti, Questa elezione il popolo lo paga a caro prezzo con la persecuzione di cui sentiamo nel Salmo, ma è la fonte della fiducia nell’intervento liberatore di Dio a favore del suo popolo oppresso. Così il popolo ricorda gli eventi antichi di vittoria sui nemici per chiedere a Dio che nuovamente operi questa vittoria nella storia attuale.