1 Salmo. Di Asaf.
Dio presiede l’assemblea divina,
giudica in mezzo agli dèi:
2 «Fino a quando emetterete sentenze ingiuste
e sosterrete la parte dei malvagi?
3 Difendete il debole e l’orfano,
al povero e al misero fate giustizia!
4 Salvate il debole e l’indigente,
liberatelo dalla mano dei malvagi!».
5 Non capiscono, non vogliono intendere,
camminano nelle tenebre;
vacillano tutte le fondamenta della terra.
6 Io ho detto: «Voi siete dèi,
siete tutti figli dell’Altissimo,
7 ma certo morirete come ogni uomo,
cadrete come tutti i potenti».
8 Àlzati, o Dio, a giudicare la terra,
perché a te appartengono tutte le genti!
Premetto che sono molto legato a questo piccolo Salmo e anche oggi, incontrandolo, sono visitato da molti pensieri, e interrogativi, e trepidazioni e speranze. Ma cercherò di non farvi perdere tempo e di essere il più possibile obbediente ad una norma di semplicità e di umiltà.
Sulle vostre bibbie potete facilmente verificare che questi dèi citati al ver.1 e al ver.6 sono in certo modo i protagonisti di questa Parola di Dio. In Giovanni 10,22-39 Gesù cita questo Salmo in un testo molto importante che illumina il nostro Salmo. Questi déi non sono solo degli “dèi” come intendiamo le divinità delle religioni pagane. E non sono solo le grandi “potenze” che dominano a storia dell’umanità, come il potere, la ricchezza, la potenza economica e militare, e anche la potenza della psicologia e quella dei mezzi di comunicazione…. E non sono solo coloro che detengono i grandi poteri del mondo. Ma sono… tutto questo! Sono dunque potenze, poteri e potenti. E il nostro Salmo li convoca per il giudizio divino del Dio d’Israele che è il Padre di Gesù e Padre nostro.
E questi “dèi” il Signore li accusa duramente: “Fino a quando emetterete sentenze ingiuste e sosterrete la parte dei malvagi?”. Questa accusa divina nasce dal mistero del Dio di Israele e dal mistero della Persona di Gesù: una concezione del divino totalmente opposta alle “religioni del mondo”. Le religioni mondane, infatti sono la divinizzazione e la glorificazione dei poteri del mondo e di coloro che li detengono. L’alleanza tra il trono e l’altare! Al contrario, la fede ebraico-cristiana ha al suo cuore la difesa e la salvezza dei piccoli e dei poveri: di Israele che è il più piccolo di tutti i popoli e di tutti i piccoli e i poveri del mondo: “Difendete il debole e l’orfano, al povero e al misero fate giustizia! Salvate il debole e l’indigente, liberatelo dalla mano dei malvagi”(vers.3-4). In Gesù Dio si fa piccolo e povero per liberare e salvare tutti i poveri della terra. Capite che il tema è delicatissimo, perché quando il Popolo di Dio si mondanizza entra in questa stessa religiosità deviata e depravata.
Quindi, è severo il giudizio verso questi cattivi “dèi”: “Non capiscono, non vogliono intendere, camminano nelle tenebre; vacillano tutte le fondamenta della terra”(ver.5). E’ la tremenda responsabilità di deviare la Parola e la potenza della salvezza divina.
I vers.6-7 esplicitano il giudizio divino: queste “divinità” saranno sottoposto al comune giudizio di tutti, perché, anche se sono “dèi”,moriranno come ogni uomo, e cadranno come anche tutti i potenti cadono. “Alzati, o Dio, a giudicare la terra, perché a Te appartengono tutte le genti” dice il ver.8. Questo “alzati” è espresso con il verbo della risurrezione. Gesù è Dio che risorge dai morti, primogenito dell’umanità nuova.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Che questi dèi di cui si parla in questo salmo siano esseri celesti o giudici terreni e potenze mondane, è certo che l’ultima parola appartiene a Dio: Egli “presiede l’assemblea divina, giudica in mezzo agli dè1″(v.1) “perché a lui appartengono tutte le genti”(v.8). E noi sappiamo che gli stanno a cuore proprio il debole e l’orfano, il povero e il misero, l’indigente e l’umile (vv.3-4). Sono gli stessi che anche noi dovremmo avere a cuore e difendere nelle nostra (non sempre civile) società, nei limiti delle nostre capacità. – Il v.6 (“Io ho detto: Voi siete dèi”) veniva riferito dall’esegesi ebraica non solo ai giudici, ma all’insieme degli israeliti (così dice la nota TOB) ed è bello che Gesù si basi proprio su tale esegesi per applicarlo anche a se stesso, concludendo la sua argomentazione con l’affermazione: “Sono Figlio di Dio…”(Gv 10,36).
Dobbiamo considerarci tra quelli a cui Dio si rivolge. Quest’opera di giudizio iniquo di fare preferenze a sfavore del povero è estremamente facile anche all’interno della Chiesa: Gc “supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito splendidamente … se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: tu siedi qui comodamente; e al povero dite: tu mettiti in piedi lì oppure dite: siediti qui ai piedi del mio sgabello; non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ricorda 1 Gv 1, 11 “Chi odia suo fratello è nelle tenebre e cammina nelle tenebre e non sa dove va perchè le tenebre hanno accecato i suoi occhi.
Anche oggi Dio si manifesta come il Dio dei piccoli, il Padre dei poveri, il difensore delle vedove. E per questo opera un giudizio verso tutti gli dèi: come è Lui, come opera Lui, così vuole che siamo e operiamo anche noi.
– è un salmo pasquale: si parla della morte “morirete come ogni uomo” e della risurrezione “Sorgi Dio”. Da notare che il versetto 6 è citato anche nel vangelo di Giovanni.
– il testo più forte e più bello è Gb 13, 7-8: “Vorreste forse dire il falso in difesa di Dio e in suo favore parlare con inganno? Vorreste prendere le parti di Dio e farvi suoi avvocati?”, testo che ci pone molte domande nell’immagine che abbiamo di Dio, della religione e sul legame indissolubile tra il mistero di Dio e il mistero del debole.