1 Al maestro del coro. Di Davide.
Nel Signore mi sono rifugiato. Come potete dirmi: «Fuggi come un passero verso il monte»? 2 Ecco, i malvagi tendono l’arco, aggiustano la freccia sulla corda per colpire nell’ombra i retti di cuore. 3 Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare? 4 Ma il Signore sta nel suo tempio santo, il Signore ha il trono nei cieli. I suoi occhi osservano attenti,
le sue pupille scrutano l’uomo. 5 Il Signore scruta giusti e malvagi, egli odia chi ama la violenza. 6 Brace, fuoco e zolfo farà piovere sui malvagi; vento bruciante toccherà loro in sorte. 7 Giusto è il Signore, ama le cose giuste; gli uomini retti contempleranno il suo volto. |
Mi sembra sia bene dare grande rilievo all’affermazione “nel Signore mi sono rifugiato” del ver.1. La fede è questo “spostamento” di tutto il nostro essere verso il Signore. Nella grande contrapposizione che incontriamo tra le due potenze, Dio e il Male, la fede è il dono divino della presenza e dell’amore del Signore per l’uomo, e quindi appunto la vita nuova come una vita trsferita, “rifugiata in Lui”. Per questo il nostro Salmo si apre con la domanda retorica: “Come potete dirmi: Fuggi come un passero verso il monte?”. Per il dono della fede noi ci siamo già rifugiati in Dio! Non so bene che spiegazione bisogna dare al “monte”: Se questo monte è l’abitazione di Dio, il passo è già compiuto! Altrimenti, appunto, ogni altra ipotesi di rifugio è superata dall’abbandono del credente al suo Signore.
I vers.2-3 descrivono con ampiezza di espressioni il grande apparato, il grande assalto delle potenze nemiche, fino alla domanda retorica: “Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare?”. Se queste “fondamenta” sono le strutture, gli ambiti dell’esistenza umana, da qui il credente si è già trasferito nella comunione che Dio gli ha regalato. E il ver.4 ricorda il “tempio santo” come abitazione terrena di Dio nel Tempio di Gerusalemme, segno di quei “cieli” dove Dio ha il suo trono.
La seconda parte del ver.4 pone un’affermazione di assoluto rilievo che viene completata al ver.5. Dio non è una “parte” della realtà. Egli non è il “Bene supremo” contrapposto ad un “Male supremo”. Il suo sguardo, cioè la sua signorìa, “scruta giusti e malvagi”. E’ al di sopra di tutti e di tutto. Anche il “serpente” di Genesi 3 è una creatura! E’ questo che spiega lo sguardo di Dio come misterioso e al di sopra di tutto e di tutti: “Il Signore scruta giusti e malvagi”(ver.5). Per quanto potente, il Male è soggiogato a Dio. Ogni sua manifestazione è odiosa per Dio: “Egli odia chi ama la violenza”. L’abbiamo ben visto anche nel Salmo precedente. Per questo, nella lotta tra bene e male, il male è destinato a certa sconfitta, come in termini apocalittici descrive il ver.6. I “malvagi” sono tutte le manifestazioni del Male. Per questo, l’essersi rifugiati in Dio, che ha aperto il Salmo, è principio supremo di pace! La fede è assoluta speranza di salvezza per noi peccatori! La vita del credente è fragile ed egli non è esente dagli attacchi edel male. Ed è umile perchè non “possiede” la sua sicurezza, ma la riceve in dono e la custodisce con l’incessante conversione. Ma è rifugio forte!
Il ver.7 riprende il termine “giusto” che abbiamo incontrato al ver.5 – “Il Signore scruta giusti e malvagi” – e lo attribuisce a Dio stesso – “Giusto è il Signore” – per dire che chi non è “giusto” come solo di Dio si può dire, ma si è appunto “rifugiato” in Lui, i credenti appunto, essi “contempleranno il suo volto.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Faccio un passo indietro, rispetto al commento di Giovanni. Che quadretto efficace ci presenta il salmo! Il fedele è inseguito, i nemici gli stanno addosso: già tendono l’arco e aggiustano la freccia sulla corda (v.2). A questo punto, l’inseguito pensa di poter trovare un rifugio sicuro nel tempio. Ma i responsabili gli dicono: No! Le mura del tempio non sono un riparo sicuro; ti conviene fuggire verso i monti, come fanno i passeri (v.1). Ed ecco la risposta del fedele: “Il Signore STA nel suo tempio santo”(v.4): la sicurezza, la protezione non vengono dalle solide mura, bensì dal fatto che il Signore “sta” qui; la sua presenza, la sua vicinanza sono la miglior garanzia. “I suoi occhi osservano attenti,/
le sue pupille scrutano l’uomo” (v.4). Egli è giusto, cioè fedele all’impegno che si è preso. Nonostante tutte le traversie, “gli uomini retti contempleranno il suo volto” (v.7). La vita nuova del credente – come dice Giovanni – è come una vita trasferita, già “rifugiata” in Lui.